Lo Stato poiché è nato dal bisogno di tenere a freno gli antagonismi di classe, ma contemporaneamente è nato in mezzo al conflitto di queste classi, è, per regola, lo Stato della classe più potente, economicamente dominante che, per mezzo suo, diventa anche politicamente dominante e così acquista un nuovo strumento per tenere sottomessa e per sfruttare la classe operaia. Friederich Engels - L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato
Dopo
le notizie di questi giorni, in cui due compagni e un disoccupato sono
stati convocati per delle notifiche di denunce, avvenute a seguito di
cortei e incontri riguardo la lotta dei disoccupati 7 Novembre, ci
ritroviamo a dover prendere parola.
Giriamo per le informazioni più dettagliate, sulla questione, la nota dei movimento di lotta per il lavoro dei Disoccupati 7 Novembre,
ma ci teniamo a sottolineare un paio di cose, che provano ad essere uno
spunto per una riflessione più articolata, che non veda protagonisti
soltanto la nostra
soggettività, ma tutti quelli che oggi si pongono il
problema della lotta e del conflitto in termini anticapitalistici.
Non
ci meraviglia che ogni qualvolta un gruppo organizzato, numeroso o
meno, provi ad agire all'interno delle contraddizioni che questo sistema
crea e di cui ha bisogno per il suo sviluppo, lo stato e il suo
apparato repressivo mettano in campo tutte le forze per provare ad
arginarlo.
Non ci meravigliamo perché riconosciamo che nonostante
siano passati secoli la forma, che descrive Engels, e il suo contenuto
restano invariati.
D'altronde Napoli non è nuova a storie del genere: i disoccupati BROS,
a cui ribadiamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà, sono ancora
sotto processo per associazione a delinquere. Una accusa che farebbe
sorridere, se non ci fosse di mezzo la vita di uomini e donne, visto che
se per 19 anni un associazione a delinquere non riesce neanche a
mettere a lavorare dei disoccupati stiamo parlando della peggiore
associazione a delinquere della storia.
E' notizia recente inoltre quella delle restrizioni a Consiglia e Olimpia a cui nelle piazze di questi giorni abbiamo ribadito la nostra complicità e solidarietà.
Proprio
la storia della lunga e radicata lotta dei disoccupati napoletani
probabilmente preoccupa qualcuno che prova a stroncare sul nascere una
battaglia che - per quanto al momento presenti molti limiti e
contraddizioni, dovendo ancora svilupparsi in un vero movimento di
disoccupati in città. Una prospettiva ricompositiva per quei tanti
disoccupati giovani, per i tanti che oggi si trovano senza un lavoro, o
che hanno un lavoro che non gli consente di immaginarsi un futuro
diverso da quello di lavorare per 12 ore al giorno con un salario da
fame....
da blog laboratorio iskra
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