Oggi gli studenti e le studentesse della Sapienza hanno
occupato il Rettorato per un paio d’ore. “Con volantini e cartelli alla
mano abbiamo cercato il Rettore nei suoi uffici per pretendere delle
risposte sui fatti gravissimi avvenuti la settimana scorsa a Bologna ai
danni di 4 studenti dell’Alma Mater. Il Magnifico di tutta risposta non è
mai pervenuto barricandosi dietro la porte del suo ufficio e mandando
avanti al suo posto Digos e prorettore. Abbiamo allora messo in campo
iniziative “rumorose” per esigere delle risposte dalla governance
universitaria, consapevoli che non è dietro quelle stanze che si
nasconde la soluzione ma che è necessario pretendere una presa di parola
contro chi reprime la libertà di dissenso!” scrivono gli studenti in un
comunicato stampa.
Il volantino distribuito agli studenti e negli uffici del rettorato:
Il 22 Febbraio alcuni studenti e alcune studentesse bolognesi contestarono il professor Panebianco,
noto barone guerrafondaio che a più riprese negli ultimi mesi aveva scritto articoli in favore di un intervento militare in Libia, interrompendo una lezione, scrivendo una frase sulla lavagna e mettendo un sottofondo “musicale” di bombardamenti e rumori di guerra. Immediatamente si alzarono cori indignati di giornalisti e politici, collusi con le lobby belliche, autoproclamandosi difensori della libertà d’espressione e invocando sanzioni. Inutile dire che il loro spirito democratico non prevede contestazioni e posizioni conflittuali verso questi interessi. È notizia di pochi giorni fa che 4 studenti sono stati sospesi per due mesi dall’università, con l’impossibilità di frequentare le lezioni e dare esami. Il rettore dell’università di Bologna, Ubertini, dopo aver militarizzato la facoltà di ingegneria e fatto caricare studenti e studentesse per accogliere Matteo Salvini, è responsabile di un altro gesto gravissimo e inaccettabile. Le modalità, con cui oggi il mondo accademico si piega alle pressioni dei media mainstream e agli interessi dei poteri forti, sono un problema sempre più evidente.
Negli ultimi mesi in molte università italiane si è vista la notevole riduzione degli spazi di agibilità politica e di dissenso. A Torino 7 ragazzi e ragazze sono stati raggiunti da diverse misure cautelari per aver contestato la presenza del Fuan all’università, a Roma 60 studenti sono stati multati per migliaia di euro per aver manifestato contro la Maker Faire.
Di fronte a questo attacco violento, pericoloso e aggressivo è necessario che il rettore Gaudio e l’intero mondo accademico prendano parola per difendere l’autonomia nella gestione dei dibattiti politici interni agli atenei e le libertà degli studenti di poter studiare ed esprimere posizioni fastidiose e critiche verso le decisioni che vengono calate sopra le proprie teste.#libertàdistudiare #libertàdidissenso
Solidarietà agli studenti e alle studentesse bolognesi e torinesi!
Il volantino distribuito agli studenti e negli uffici del rettorato:
Il 22 Febbraio alcuni studenti e alcune studentesse bolognesi contestarono il professor Panebianco,
noto barone guerrafondaio che a più riprese negli ultimi mesi aveva scritto articoli in favore di un intervento militare in Libia, interrompendo una lezione, scrivendo una frase sulla lavagna e mettendo un sottofondo “musicale” di bombardamenti e rumori di guerra. Immediatamente si alzarono cori indignati di giornalisti e politici, collusi con le lobby belliche, autoproclamandosi difensori della libertà d’espressione e invocando sanzioni. Inutile dire che il loro spirito democratico non prevede contestazioni e posizioni conflittuali verso questi interessi. È notizia di pochi giorni fa che 4 studenti sono stati sospesi per due mesi dall’università, con l’impossibilità di frequentare le lezioni e dare esami. Il rettore dell’università di Bologna, Ubertini, dopo aver militarizzato la facoltà di ingegneria e fatto caricare studenti e studentesse per accogliere Matteo Salvini, è responsabile di un altro gesto gravissimo e inaccettabile. Le modalità, con cui oggi il mondo accademico si piega alle pressioni dei media mainstream e agli interessi dei poteri forti, sono un problema sempre più evidente.
Negli ultimi mesi in molte università italiane si è vista la notevole riduzione degli spazi di agibilità politica e di dissenso. A Torino 7 ragazzi e ragazze sono stati raggiunti da diverse misure cautelari per aver contestato la presenza del Fuan all’università, a Roma 60 studenti sono stati multati per migliaia di euro per aver manifestato contro la Maker Faire.
Di fronte a questo attacco violento, pericoloso e aggressivo è necessario che il rettore Gaudio e l’intero mondo accademico prendano parola per difendere l’autonomia nella gestione dei dibattiti politici interni agli atenei e le libertà degli studenti di poter studiare ed esprimere posizioni fastidiose e critiche verso le decisioni che vengono calate sopra le proprie teste.#libertàdistudiare #libertàdidissenso
Solidarietà agli studenti e alle studentesse bolognesi e torinesi!
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