Contro una legge del governo federale che somiglia tanto alla Loi Travail di Valls e al Jobs Act italiano.
“A noi i sacrifici, a voi i benefici” è stato lo slogan che
ha caratterizzato ieri la manifestazione realizzata da circa
quindicimila lavoratori scesi per le strade per protestare contro la
“riforma” peggiorativa del settore pubblico in occasione dello sciopero
convocato nel settore pubblico e nei trasporti. L’agitazione dei
sindacati dell’amministrazione pubblica ha bloccato l’attività dei
ministeri, delle scuole, la raccolta dei rifiuti, la distribuzione della
posta, i trasporti nazionali e locali.
La scorsa settimana erano stati ben 60 mila i manifestanti che
hanno invaso le strade di Bruxelles, una marcia sfociata in duri scontri
con i reparti antisommossa della polizia e saldatasi con numerosi
feriti e arresti..... La legge Peeters, presentata dal governo di centro-destra guidato dal premier Charles Michel, rappresenta “l’assassinio del settore pubblico” accusano i sindacati. “Se lo stato non ci ascolterà, allora sarà la guerra e andremo fino alla fine” ha minacciato Michel Meyer, presidente della Cgsp.
Le proteste stanno paralizzando soprattutto la Vallonia, la regione del Belgio abitata dai francofoni, sui quali le politiche a base di austerità impattano maggiormente che sui fiamminghi, soprattutto per quanto riguarda i tagli al bilancio sociale, alle pensioni e al sussidio di disoccupazione.
... I collegamenti ferroviari erano totalmente bloccati in Vallonia, mentre erano assicurati al 30-40% nelle Fiandre. Già la scorsa settimana, e senza preavviso, i ferrovieri della sezione vallone della SNCB – la società di trasporto su ferro – avevano bloccato i treni nella parte meridionale del paese ma i loro colleghi delle Fiandre non li avevano seguiti.
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