LE
BOMBE LE METTONO I PADRONI,
La
mattina del 28 maggio Red Block Brescia ha partecipato attivamente al
corteo della sinistra antagonista che ha sfilato per le vie del
centro della città sotto le note di vari canti di lotta che hanno
incitato le masse a lottare contro vecchie e nuove forme di fascismo.
Il terribile atto terroristico del 28 maggio 1974 dimostra come il
fascismo, oggi come ieri, sia uno strumento nelle mani dei padroni,
una manovalanza che semina odio, violenza, morte. Questa è la storia
che i vari governi della borghesia hanno cancellato riscrivendo una
versione dei fatti mistificata, falsa e che serve solo l’interesse
dei padroni che oggi più che mai hanno la necessità di un popolo
senza memoria, senza radici, inconsapevole, incosciente per poter
portare avanti senza difficoltà la costruzione di uno stato di
polizia, moderno fascista. Un attentato da inserire nel contesto
storico degli anni ’70: alle lotte per la casa, per la salute, per
il salario, nelle officine, nelle fabbriche e nelle scuole, i padroni
e il loro stato rispondevano, per mezzo dei servizi segreti e dei
fascisti, con lo stragismo nero, aprendo il periodo delle bombe e
della strategia della tensione.
Dunque
è evidente l’importanza e la necessità della partecipazione
attiva da parte di tutti i compagni, di tutti i reali e coerenti
antifascisti a questa manifestazione non solo per ricordare ma per
lottare, per cambiare, per distruggere lo stato di cose presente!
Il
corteo è iniziato a piazza Garibaldi contando quasi mezzo migliaio
di persone per arrivare in piazza Loggia quando si è potuto
congiungere con altri 200 partecipanti. Esso ha visto protagonisti
innumerevoli movimenti e gruppi del territorio quali Radio Onda
d’Urto (alla quale abbiamo risposto ad alcune domande), il centro
sociale Magazzino47, No Tav Brescia, SI Cobas, gli anarchici della
RASH, il Kollettivo Studenti in Lotta (KSL) e l’Associazione
Diritti per Tutti. Inaspettata è stata la partecipazione del
collettivo KAOS, gruppo antagonista della Val Trompia; oltre a questi
all’arrivo in Loggia la presenza, fortunatamente esigua, di
Rifondazione (anti)Comunista e dei trotskisti di Sinistra
Anticapitalista. Durante un nostro volantinaggio, è stata
particolarmente piacevole una discussione con una lavoratrice e
compagna della Rete Antifascista Brescia da anni attiva nelle lotte
sociali. L’argomento della discussione nello specifico, oltre al
tema del progressivo indebolimento delle organizzazioni antifasciste
a Brescia e il conseguente rafforzamento dei fascisti, verteva sul
corteo svoltosi lo stesso 28 maggio di tre anni fa quando è
intervenuta in sostegno alle forze dell’ordine territoriali la
celere di Padova – conosciuta per l’estrema violenza poiché
formata in maggioranza da ex-militari fascistizzati operanti in Medio
Oriente per conto dell’imperialismo italiano – la quale ha
letteralmente “fatto a pezzi” i manifestanti, causando un ingente
quantità di feriti anche gravi, tra cui ragazzini. In questa
occasione, racconta, gli operai dell’Iveco hanno eroicamente
risposto alle cariche della polizia riuscendo ad aprire lo
schieramento della celere e permettendo, alle urla di “per i
compagni, per i nostri giovani!”, ai manifestanti di entrare in
Loggia: qua è ancora una volta dimostrato che dove una battaglia è
guidata dagli operai con partecipazione del popolo essa trionfa,
mentre dove la dirigenza non è operaia essa perde! Così vale anche
nella più importante delle battaglie: quella per la rivoluzione!
Riportiamo
un articolo della Rete Antifascista Brescia.
28
maggio 1974-28 maggio 2016:
PIAZZA
DELLA LOGGIA STRAGE FASCISTA STRAGE DI STATO
A
42 anni da quel piovoso martedì mattina, quando durante una
manifestazione sindacale antifascista esplose una bomba collocata in
un cestino di Piazza della Loggia provocando 8 morti ed oltre 100
feriti, ha ancora senso manifestare e riempire quella piazza? Molti
ci ricordano che il lungo iter processuale ha finalmente condannato
gli esecutori della strage. Altri affermano che le verità storiche
sono accertate. Altri ancora che non dovendo più chiedere verità e
giustizia si deve cambiare il senso del 28 maggio trasformandolo in
una giornata dei diritti civili. L'ennesima “giornata” dedicata a
qualcosa o a qualcuno nel solco di quella pacificazione tanto cara
all'antifascismo del “terzo millennio”, quella pratica che vede
Brescia come una sorta di laboratorio. Palestra ove anziché favorire
il dialogo tra tutte le realtà che quotidianamente combattono nuovi
e vecchi fascismi si preferisce far sedere al tavolo del dialogo un
terrorista nero indagato per strage (come fece Manlio Milani nel
marzo del 2011). Lo stesso fascista qualche anno dopo presenterà a
Brescia, in un buco di fogna (unico posto che gli compete) un libro
ove si afferma che la strage di piazza della Loggia è stata compiuta
da una delle vittime: il partigiano Euplo Natali. Ma il modo più
becero con cui si pratica l'antifascismo pacificatorio è
rappresentato dal “memoriale delle formelle”, quel percorso che
da Piazza Loggia sale fino al Castello e che ha la pretesa di
ricordare con nomi e cognomi le vittime della violenza politica.
Peccato che tra pressapochismo, omertose omissioni e imbarazzanti
inclusioni sia un minestrone capace solo di nascondere il sacrificio
di molti antifascisti da un lato, e funzionale a riabilitare e/o
legittimare diversi fascisti dall'altro. Il caso più clamoroso è
quello di Sergio Ramelli che prima di essere vittima di violenza
politica è stato un bombarolo che andava in piazza armato di bombe a
mano. Grazie a queste legittimazioni gli argini si infrangono e così
organizzazioni fuorilegge si presentano addirittura alle elezioni e
con parole d'ordine intrise di razzismo conquistano preoccupanti
exploit come Casa Pound che prende il 7% alle comunali di Bolzano. E
ancora una volta, tristemente, dobbiamo assistere a litri
d'inchiostro usati per 'cercare di capire' cosa sia questo movimento
di fascisti del terzo millenio. La risposta è nella stessa
autodefinizione: FASCISTI. Nonostante ciò colpevolmente ci si ferma
e sofferma sull'immagine patinata che il movimento neofascista ci da
e che gli viene data, ultima in ordine di tempo la 'consacrazione'
arrivata direttamente dalla polizia sul tavolo del ministro Alfano
che dipinge questi personaggi come 'chierichetti' che diventano
violenti 'solo se provocati'. Ci rincresce essere ancora qui a
svelare anche l'altra parte (la maggiore) di Casa Pound cioè
aggressioni, pestaggi (di recente a Bolzano il responsabile di CPI è
stato processato e condannato per un pestaggio ai danni di un
diciassettenne), e omicidi come a Firenze nel 2011 quando un
simpatizzante/militante di Casa Pound, Gianluca Casseri ha ucciso due
senegalesi, Samb Modou e Diop Mor. Cambiano i tempi, cambiano le
sigle politiche ma la sostanza rimane sempre la stessa: fascisti al
soldo dei padroni e dei poteri forti ed occulti quale manovalanza che
semina odio, violenza e morte. E su tale solco proprio non si
comprende la necessità di allestire una mostra “d'arte” sulla
retorica mussoliniana come quella che verrà inaugurata il 29 maggio
a Salò, una mostra intrisa di apologia che diverrà – a spese di
tutti - luogo di pellegrinaggio della peggior feccia in camicia nera.
Dopo 42 anni siamo ancora qua a urlare che la strage di piazza della
Loggia è stata compiuta dai fascisti e voluta da padroni, servizi
segreti e NATO in una parola dallo Stato. 42 anni di inchieste
giudiziarie hanno proclamato due condanne ma molte sono ancora le
zone d'ombra, i depistaggi non chiariti, le domande senza risposta.
Dopo 42 anni siamo ancora qua a dire che il fascismo va combattuto
sempre e comunque, è successo con la Resistenza, è successo negli
anni 70 deve essere ancora oggi il nostro quotidiano impegno. Dopo 42
anni siamo ancora qua a ricordare i compagni morti per mano fascista
e dello Stato, dopo Piazza Loggia la strage è proseguita fino ai
giorni nostri: Dax, Renato Biagetti, Nicola Tommasoli Carlo Giuliani,
Federico Aldrovandi, Cesare Uva e tutti quelli che per motivi di
spazio non possiamo citare.
NON
ABBIAMO UNA CASA
MA
ABBIAMO MOLTA MEMORIA!
Rete
Antifascista Brescia
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