Ventimiglia, respinti in mille alla frontiera con la Francia
Ventimiglia - È muro contro muro sotto il sole di mezzogiorno nel caldo che soffoca. Da una parte i migranti, i 70 che si erano raccolti nella chiesa di San Nicola e che a sorpresa, alla mattina, sono usciti e in corteo si sono messi in marcia verso la Francia. Dall’altra parte i poliziotti con gli scudi: non si passa. Gli immigrati vogliono varcare il confine, continuano a ripetere: «La nostra meta è Parigi». Molti di loro, però, ci hanno già provato e sono stati respinti. Li racconta, quei tentativi a vuoto, lo sventolìo di foglietti tra le loro mani: la Francia ha già detto di no.
È la spia di quel che è accaduto nelle ultime due settimane a Ventimiglia, la storia che le telecamere non possono raccontare, quella dei passeur, delle marce notturne e pericolose sulle strade dei monti, dei viaggi accovacciati nel bagagliaio delle auto e dei furgoni. In mille, in 15 giorni, hanno dato l’assalto al confine con la Francia. Quasi nessuno ci è riuscito. Sono i numeri a dimostrarlo: ogni giorno, nelle ultime due settimane, sono stati respinti alla frontiera in 50, 60, anche di più.
Più la pressione aumenta, più i francesi diventano inflessibili e implacabili, sorvegliando ogni metro della frontiera. Dov’è finita, la differenza tra gli immigrati ricacciati indietro e coloro, duecento, che alla fine sono rimasti in città prima del blitz della polizia l’altra mattina? Hanno lasciato il campo. Si sono rimessi in viaggio in Italia, per provare altrove.
Una differenza di numeri notata anche dalla Caritas: «Negli ultimi mesi - spiega il direttore, Maurizio Marmo - abbiamo registrato tremila persone al nostro centro. Però poi la presenza stabile è di 250 al giorno. Cambiano sempre». Gli altri? Tornati anche loro in viaggio.
Nessun commento:
Posta un commento