mercoledì 1 giugno 2016

pc 1 giugno - ALMAVIVA: VINCE RENZI (Almaviva incassa). PER ORA...

COSA INCASSA RENZI? Un accordo su una vertenza nazionale importante da sbandierare come sua vittoria, e dei suoi nuovi ministri e viceministro. E a pochi giorni dalle elezioni, serve. I twitter e dichiarazioni di soddisfazione si sprecano...

COSA INCASSA ALMAVIVA? Nuove commesse, una stretta sui bandi pubblici o para-pubblici, il riordino del settore (= lotta alla concorrenza verso i piccoli-medi call center, per favorire le multinazionali), un impegno dei Sindacati a incrementare la produttività, formazione coi soldi della Regione; MENTRE mantiene comunque la spada di Damocle degli esuberi, che tra un anno e mezzo vengono solo ridotti a 1100, la possibilità di delocalizzazioni...

COSA INCASSANO LE LAVORATRICI E I LAVORATORI? Un accordo che non cambia sostanzialmente quello che il 95% di loro ha già bocciato, viene ridotto il periodo di vigenza degli ammortizzatori sociali. Un peggioramento delle condizioni di lavoro (devono lavorare di più e meglio per dimostrare di "meritarsi" il ritiro dei licenziamenti). Una condizione di congelamento e diluizione degli esuberi.

DI FATTO, UNA CONCLUSIONE (AL MOMENTO...) QUASI SCONTATA:
ALMAVIVA HA MINACCIATO CIRCA 3000 LICENZIAMENTI SUBITO, E HA FUNZIONATO... 
TORNA A CASA CON UN COSPICUO "SOSTEGNO" DEL GOVERNO RENZI, PIU' COLLABORAZIONISMO E IMPEGNO SINDACALE, E...MANI LIBERE 

Ma questo, per ora. Aspettiamo di sentire e vedere i lavoratori...

(Da Il Manifesto) - L’accordo prevede 18 mesi di ammortizzatori, divisi in due parti: 6 mesi di solidarietà dall’1 giugno, al 45% per Palermo e Roma e al 35% a Napoli, che equivalgono, spiega la Slc Cgil, alla gestione di 2400 esuberi (ridotti subito, quindi, rispetto ai 2988 iniziali). In caso di commesse lavorate su più siti, i picchi di attività non verranno svolti con gli
straordinari nei centri non toccati dalla solidarietà (Rende, Catania e Milano), ma verranno passati a quelli dove di fatto vengono collocati gli esuberi, per moderarne l’impatto.
Per preservare gli 80 euro renziani: l’azienda assicura, dando la disponibilità a integrare con risorse proprie, che nessun lavoratore scenderà comunque sotto il reddito annuo di 8 mila euro, necessario alla maturazione del bonus governativo.
Trascorsi i 6 mesi, ne scattano altri 12 di cassa straordinaria... un compromesso lo hanno dovuto fare sia l’azienda (non voleva andare oltre i primi 6 mesi, proposta ribadita ancora fino al momento in cui si stava per rompere), che i sindacati (puntavano ad ammortizzatori più lunghi e solidi, di almeno 36 mesi). In questi 12 mesi Almaviva si impegna «a ridurre gradualmente – su base trimestrale e in misura non inferiore al 5% – il ricorso alle misure di sostegno al reddito attraverso un incremento dei volumi di lavoro, fino al raggiungimento del 20%». In soldoni, trascorso un anno e mezzo, gli esuberi si vedranno ridotti da 2400 a 1100.
Il tutto è corredato dall’impegno delle Regioni a stanziare fondi per l’aggiornamento dei lavoratori, e da quello del sindacato a concordare nuove modalità di organizzazione «in merito alla gestione della qualità, della produttività e dell’analisi del contatto a livello individuale». Un recupero di “competitività” a cui si dovrebbe sommare il promesso riordino del settore, o comunque – probabilmente – il concretizzarsi di nuove commesse: magari a fronte dell’impegno di svolgerle in Italia e a non concorrere al massimo ribasso. Quella che può garantire il ministero è una stretta sui bandi pubblici o para-pubblici, come è avvenuto di recente con i passi avanti fatti dalla commessa di Poste.
In tutto questo, Almaviva non si è impegnata comunque nuovamente a non delocalizzare... Quindi è sempre possibile che cerchi “polmoni” di risparmio in altri paesi Ue dove il lavoro costa meno...

Nessun commento:

Posta un commento