venerdì 19 febbraio 2016

pc 19 febbraio - No sfruttamento - no schiavismo - braccianti di cascina Lazzaro Alessandria

È attesa per la sentenza delle prime cause di lavoro intentate dai braccianti di Cascina Lazzaro, che nel 2012 avevano denunciato le proprie condizioni di lavoro. E mentre in aula si discuteva, di fronte al Tribunale di Alessandria il Presidio Permanente faceva sentire la propria voce

PROVINCIA - C'è grande attesa per la sentenza sulle prime cause di lavoro intentate dai braccianti di Cascina Lazzaro, che nell'estate del 2012 avevano denunciato le proprie precarie condizioni di lavoro. L'udienza, che si è tenuta nella giornata di giovedì 18 febbraio, ha visto protagoniste, a quattro anni dai fatti, le prime cinque cause civili. Si tratta di un momento importante, spiegano gli avvocati, un primo passo dopo che il Tribunale di Tortona, all'indomani della denuncia, aveva riconosciuto la ragione ad un bracciante, stabilendo un risarcimento di trentamila euro, ricevuti però solo in minima parte. "I datori di lavoro - spiega l'avvocato Luca Corbellini - risultano infatti nullatenenti, e a nulla sono valsi i tentativi di recuperare denaro. Nel 2013, infatti, all'indomani dell'accensione del mutuo e dell'ipoteca, la fabbrica è stata pignorata prima che gli avvocati chiedessero un sequestro preventivo dei beni".  A rallentare ulteriormente l'iter degli
eventi, poi, la chiusura dei tribunali minori, che ha spostato le cause da Tortona ad Alessandria.

Attesa, dunque, ma non solo. Il clima, al presidio mobilitato nella mattinata del 18 febbraio fuori dal Tribunale di Alessandria, è anche carico di speranza. Accanto ai lavoratori, i volontari del presidio permanente, che da quattro anni chiedono giustizia, rispetto della dignità e diritto al lavoro. 


Solidali con gli ex braccianti Lazzaro anche i lavoratori provenienti dalle aziende agricole della bassa valle Scrivia e partecipi "per difendere il diritto al lavoro e alla dignità". Una presenza silenziosa e orgogliosa, sostenuta dai volontari del Presidio Permanente che, spiegano, "non ha intenzione di smobilitarsi, qualsiasi sarà la sentenza. Anzi, vi è tutta l'intenzione di continuare ad opporsi allo sfruttamento lavorativo, agli sfratti per morosità incolpevole..."

Cauti, infine, i protagonisti di questa storia, i braccianti dell'ex Cascina Lazzaro, che sperano e spiegano che "sono quattro anni che lottiamo. Vogliamo ciò che ci spetta, è un nostro diritto. Continueremo a lottare fino a quando non avremo giustizia." 

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