venerdì 19 febbraio 2016

pc 19 febbraio - Emergono i segreti di pulcinella... Lo Stato borghese, i suoi uomini, i suoi apparati dietro le stragi fasciste... a partire dalla strage di piazza Fontana


Ventura era un agente Sid e non è mai esistito un "doppio stato"

  • stralci da Dante Barontini
Ventura era un agente Sid e non è mai esistito un "doppio stato"
Repubblica presenta l'ultima porcata come una “disobbedienza a Renzi”, che aveva ordinato la desecretazione di molti documenti relativi alle stragi di stato. Non è stato desecretato nulla di utile, con una selezione evidentemente molto accurata di cosa buttar fuori dagli archivi. Non sappiamo (ma non crediamo) se ci sia stato un “sabotaggio” dei servizi rispetto alle direttive del governo, ma il ridicolo – o il criminale – si vede lo stesso. I parenti delle vittime delle stragi e l'ex magistrato Felice Casson, ora deputato del Pd, hanno trovato tra le (poche) carte consegnate loro un solo foglietto interessante, probabilmente “liberato” per errore dagli archivi. Un documento ufficiale in cui si dice che
Giovanni Ventura, fascista infiltrato tra “i sovversivi di sinistra” ai tempi della strage di Piazza
Fontana, era effettivamente un “consulente” del Sid (il servizio segreto “interno”, poi diventato Sisde e ora Aisi), con il compito di monitorare “gli estremisti”.
Nulla di nuovo, come si vede. Ventura era stato individuato dalla controinformazione di movimento come agente dei servizi, oltre che come fascista, subito dopo la strage alla Banca dell'Agricoltura di Milano. I servizi naturalmente negarono sempre. La novità sta solo in un dettaglio: “l'informativa” ritrovata, del 1983, su carta intestata della Presidenza del consiglio dei ministri, attribuisce a un servizio segreto straniero, ma alleato, l'affermazione su Ventura “consulente”. Si potrebbe ironizzare a lungo sul fatto che l'allora Sisde (ex Sid) abbia avuto bisogno di farsi dire dalla Cia (omissis nel documento) che Ventura era un agente del Sid (poi Sisde), ma naturalmente non c'è nulla da ridere.
Felice Casson, che ha passato una vita a indagare sulla “strategia della tensione”, e che aveva anche interrogato lo stesso Ventura (nel frattempo “profugo” nell'Argentina del golpista Videla, dove continuava il suo solito mestiere: infiltrarsi negli ambienti di sinistra), è finalmente arrivato ad una conclusione che condividiamo da circa 50 anni:
"Sarebbe ora di smettere di parlare di servizi deviati negli anni. Quei servizi non erano per niente deviati, rispondevano a una logica ben precisa che era la Strategia della Tensione, quindi al collegamento tra il mondo di neofascisti e gli apparati dello Stato, oltreché con qualche forza politica".

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