In programma era presente un nuovo picchetto che ha
visto
la partecipazione oltre che dei licenziati dalla Bormioli anche
di tanti e tante solidali da tutto il Nord Italia; obiettivo del blocco
era ancora una volta protestare contro i licenziamenti e le
condizioni peggiorative applicate nella fabbrica in seguito
all'ingresso del consorzio Cal al posto di quello precedente Lintel.
Un picchetto di centinaia di persone si è cosi costituito sin dal
primo mattino, bloccando i camion in entrata e in uscita e
determinando una nuova situazione di forte perdita per la
Bormioli, obbligata a rivolgersi alla forza pubblica per sbloccare
la situazione.
la partecipazione oltre che dei licenziati dalla Bormioli anche
di tanti e tante solidali da tutto il Nord Italia; obiettivo del blocco
era ancora una volta protestare contro i licenziamenti e le
condizioni peggiorative applicate nella fabbrica in seguito
all'ingresso del consorzio Cal al posto di quello precedente Lintel.
Un picchetto di centinaia di persone si è cosi costituito sin dal
primo mattino, bloccando i camion in entrata e in uscita e
determinando una nuova situazione di forte perdita per la
Bormioli, obbligata a rivolgersi alla forza pubblica per sbloccare
la situazione.
La
giornata si è però trascinata stancamente senza innalzamento
di tensione fino alle 22: una
volta arrivati i rinforzi di celere, questa si è schierata per rimuovere con la forza il presidio che ha deciso a quel punto di praticare la resistenza a terra. La determinazione operaia ha fatto sì che le operazioni risultassero difficili, facendo saltare i nervi alle forze dell ordine che hanno cominciato a fare pressione, dapprima con colpi ripetuti di scudo e a seguire con vere e proprie cariche. Il presidio ha resistito fronteggiando senza timore la provocazione poliziesca e ripiegando con ordine.
di tensione fino alle 22: una
volta arrivati i rinforzi di celere, questa si è schierata per rimuovere con la forza il presidio che ha deciso a quel punto di praticare la resistenza a terra. La determinazione operaia ha fatto sì che le operazioni risultassero difficili, facendo saltare i nervi alle forze dell ordine che hanno cominciato a fare pressione, dapprima con colpi ripetuti di scudo e a seguire con vere e proprie cariche. Il presidio ha resistito fronteggiando senza timore la provocazione poliziesca e ripiegando con ordine.
Non
paga, la celere ha però proseguito le cariche per alcune decine di
metri, dopodiché ha lanciato svariate decine di lacrimogeni a grappolo
per disperdere il blocco stradale che si era formato. Nel frattempo
altri facchini riuscivano a bloccare i primi camion in uscita
sdraiandosi sotto di questi, e venendo a loro volta attaccati da un
ulteriore lancio di lacrimogeni che ha portato al ferimento di uno dei
licenziati della Bormioli, costretto a causa di una successiva crisi di
asma ad essere portato in ospedale con la celere vergognosamente al
seguito dell ambulanza che trasportava il lavoratore.
Quest
ultimo è stato poi oggetto di un tentativo poliziesco di arresto in
flagranza all'interno dell'ospedale respinto dai compagni che lo
accompagnavano. Contemporaneamente un altro spezzone di celere ha
fermato il pulman dove erano saliti tanti facchini e solidali una volta
disciolto il blocco, effettuando perquisizioni allo scopo di intimidire i
manifestanti che non sono però ceduti alle provocazioni.
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