domenica 6 dicembre 2015

pc 6 dicembre - I COMUNISTI MAOISTI "DEVONO SCENDERE DA CAVALLO E COGLIERE I FIORI"

da una relazione alla riunione di taranto del 3 dicembre sui fatti di Parigi

..Dopo l'11 settembre l'imperialismo ha reagito intensificando l'azione contro i popoli e poi si è trovata in casa l'Isis.
Come Al Qaeda era finanziata in primis dall'imperialismo Usa, nell'epoca in cui l'Afghanistan era stato invaso dall'Urss, l'Isis è stata finanziata dagli Usa, con collaborazione degli altri imperialismi europei, nel quadro dell'attacco alla Siria e secondariamente alla Libia, per controllare sempre più il Medio Oriente.
A distanza di anni si vede che l'azione dell'imperialismo non ha avuto successo. In Afghanistan l'imperialismo sta perdendo. Aveva annunciato il ritiro e ora è costretto a rimanere e intensificare l'intervento, perchè appena le truppe imperialiste hanno deciso di ritirarsi per lasciare il campo alle truppe da loro addestrate si è visto che queste truppe non reggono. E quindi restano altrimenti il paese cade in mano ai talebani.
Per quanto riguarda il percorso del popolo, il paese in mano ai talebani scatenerebbe una profonda guerra civile, il popolo subirà pesanti aggressioni, ma il dominio dei gruppi integralisti islamici perderebbe terreno. Se l'imperialismo perde, le forze integraliste islamiche cominceranno la loro parabola discendente. L'integralismo islamico se va al potere si smaschera, finchè non va al potere si rafforza, presentandosi come forza di opposizione all'imperialismo occidentale.

Nello stesso tempo l'imperialismo affonda nella crisi e nelle sue contraddizioni. Non c'è solo il fatto che i popoli lo combattono, ma anche che si acuiscono le contraddizioni interimperialiste, che
finiscono sempre in un conflitto mondiale, a meno che una potenza imperialista non crolla da sola.
Siamo stati vicino a questo quando l'Urss è crollata e gli Usa è rimasta unica potenza dominante, gli altri imperialismi erano minori, e le guerre avvenivano per interposta persona.
Ora invece tutte le potenze si stanno muovendo verso la guerra tra di loro.
La presidenza Obama è stata fallimentare sia per i popoli che per gli imperialisti, i popoli non hanno avuto vantaggi e l'imperialismo non ha avuto una guida solida, perchè Obama non è riuscito a mantenere l'egemonia mondiale.
Ora assistiamo ad un mondo in cui sono tutti contro tutti. In questa situazione, qualsiasi focolaio può dilagare in un incendio.
Le potenze imperialiste si devono per forza armare all'esterno e blindarsi all'interno da un lato nelle forme adeguate alla storia di ciascun paese, dall'altra in forme omogenee, in cui una impara dall'altra.
Nel parlamento francese si è discussa la modifica della Costituzione per attuare automaticamente lo stato di emergenza permanente, senza che passi dall'approvazione del parlamento..
In Belgio hanno fatto un coprifuoco e hanno presentato una legge che vieta i picchetti agli scioperi.
A livello UE si punta di fatto a cancellare gli accordi di Schengen. Ecc

Era inevitabile che la Francia venisse devastata dagli attentati. La Francia ha reagito perchè è una potenza che negli ultimi tempi ha cercato in maniera quasi disperata di avere un ruolo, ma alla fine si è infognata. Ora, spinta dagli attentati, vuole emergere nuovamente, difendere i suoi interessi, che ora si difendono solo con le armi.

L'Italia se non partecipa alle guerre conterà meno della Svizzera. L'Italia per forza deve partecipare, o il governo attuale viene sostituito. Certo ancora non si vede da chi, e in questo senso non c'entra destra o "sinistra". Anzi, nei paesi in ascesa la guerra storicamente la fa un governo di "sinistra", perchè ha più possibilità di avere un consenso del popolo che altrimenti si opporrebbe alla guerra.
Il governo deve fare la guerra, uno stato di emergenza permanente e deve compattare il blocco sociale per reggere. 
L'atteggiamento di Renzi va visto in prospettiva. L'Italia ha avuto sempre due facce, da un lato è una pedina degli Usa e segue gli Usa, (e la presidenza Obama è più in sintonia con un Renzi “pacifista”); dall'altro Renzi è in sintonia più con la Germania, può mantenere migliori relazioni con la Russia, ha interessi diretti con il mondo arabo, il Medio Oriente.
L'Italia si tiene tutte le strade aperte, ma ogni strada ora si mantiene con le armi. 

In questa situazione vengono meno le possibilità per le masse di lottare come prima.
Il proletariato, i rivoluzionari non hanno molta scelta: o riescono a resistere dentro questo clima, o "spariscono".
Il vantaggio dei proletari e dei rivoluzionari è che lo stato di emergenza interno da fastidio a tutti. A Parigi, con il sangue fresco dei morti la gente ha accettato delle restrizioni, dopo, i provvedimenti, la militarizzazione assurda dello Stato (es. 5000 pallottole sparate a Saint-Denis) creano problemi a tutti e l'inevitabile reazione.
Per essere in grado di fare le manifestazioni quando le proibiscono, devi attrezzarti per farle. Altrimenti non potremo difendere neanche quello che avevamo prima.
I maoisti non si spaventano, ma devono far vedere che sono all'altezza di rispondere, che possono condurre le loro attività in uno stato di guerra, che sono legati alle masse nel proprio paese, che sono legati ai popoli che stanno facendo la guerra popolare nel mondo, che sono in grado di fare la lotta all'imperialismo, in maniera che le masse guardino a loro e non ad altri.

Il meeting di Parigi " A 10 anni dalla rivolta delle banlieues" fatto il 21 novembre è stato un avvenimento importante, perchè i comunisti maoisti sono riusciti a trovarsi al punto giusto, al momento giusto e a discutere a caldo.
Nel meeting sono state dette cose semplici. Si tratta di cose che noi comunisti italiani del PCm abbiamo già detto e scritto dieci anni fa in 2 numeri della rivista “La Nuova Bandiera”.
Noi abbiamo analizzato esattamente l'11 settembre e la rivolta delle banlieues.
Questa rivolta non ha avuto continuità, come nei paesi del Terzo mondo non ha avuto continuità la lotta antimperialista e di liberazione, e questo poi ha portato ad avere l'Isis.
Noi abbiamo detto a Parigi che abbiamo due nemici, i governi che si fascistizzano e il nemico interno al popolo che è l'ascesa dell'Isis.
O il movimento rivoluzionario riesce ad occupare lo spazio che occupa l'Isis o avrà tutti i danni e nessun vantaggio.
I maoisti nel meeting hanno detto che se noi non ci radichiamo nelle banlieues, se non diamo un indirizzo alla lotta contro l'imperialismo, avremo solo i danni, senza vantaggi.
I maoisti con la teoria della guerra popolare sono gli unici attrezzati teoricamente, ideologicamente e lo devono fare.
Gli altri non sono attrezzati per il dominio delle idee pacifiste, economiciste, che impediscono di costruire una forza rivoluzionaria.
La rivolta delle banlieues di 10 anni fa è stata una vittoria ma anche una sconfitta per le forze rivoluzionarie e comuniste. Il vantaggio di noi maoisti italiani è di aver detto molto anni prima quello che ora è successo.
Noi oggi siamo, dobbiamo essere marxisti, leninisti, maoisti.
Marxisti, perchè il pensiero scientifico di Marx è stato dimenticato e non fa da bussola neanche per i rivoluzionari; senza questo pensiero scientifico non possiamo avere un punto di riferimento della nostra azione, non possiamo capire le forze agenti.
Leninisti, perchè Lenin ha insegnato che senza la rottura con l'opportunismo organizzato non ci sarebbe stata la rivoluzione d'Ottobre.
Maoisti, perchè Mao ci dà le parole d'ordini semplici: la 1° parola da portare nelle banlieues è “E' giusto ribellarsi!”; così come “Servire il popolo”, perchè senza lo spirito di 'servire il popolo' non è possibile organizzare il popolo.
Il maoismo serve ai problemi della nostra epoca, per ricostruire il movimento comunista. Ma occorre ricostruirlo dal basso, devi “scendere da cavallo e cogliere i fiori” (che sono le masse e tra di esse gli elementi più avanzati che sono non come li vorresti...).

proletari comunisti_PCm italia
dicembre 2015

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