sabato 18 luglio 2015

pc 18 luglio - ILVA NUOVA AZIONE DELLA MAGISTRATURA PER FERMARE L'AZIONE ASSASSINA DI GOVERNO E AZIENDA

La giusta e necessaria azione contro azienda e commissari chiama ora gli operai a prendere una posizione autonoma, non a difesa dell'azienda commissari e governo ma di lotta per la sicurezza, salute e lavoro contro azienda, commissari e governo e l'azione complice dei sindacati confederali. 

E' chiaro che i lavoratori che sono mandati dall'azienda ad operare all'Afo2 non possono essere oggetto di provvedimenti della Magistratura. 
Ma gli operai non possono fare gli "innocenti" senza opporsi collettivamente e lottare e loro rifiutarsi di continuare a lavorare a rischio della propria vita - rifiuto perfettamente legittimo, garantito dal TU 81/08.
Senza la loro lotta autonoma effettivamente finiranno con l'essere "cornuti e mazziati".

Ambigua come sempre la posizione dei sindacati confederali Fim-CislFiom-CGIL e Uilm-uil

con una nota congiunta hanno reso noto che  “In attesa di sviluppi chiari e definiti, preso atto di quanto emerso nel corso della riunione tra Azienda e OO.SS. del 17.07.2015, in termini di garanzie, chiediamo all’azienda di adoperarsi immediatamente al fine di assicurare oltre a quanto previsto dalle norme di legge e di contratto, ponendo in essere ogni eventuale tutela giudiziaria, immediata e futura, nei confronti dei lavoratori interessati“. FIM, FIOM e UILM credono che nella vicenda– continua la nota dei sindacati –  i lavoratori siano privi di qualsiasi responsabilità diretta e per quanto tali, non debbano essere coinvolti da provvedimento alcuno anche e soprattutto in termini di sicurezza e salvaguardia impiantisticaLe scriventi organizzazioni sindacali garantiranno la costante informazione sugli sviluppi e ogni eventuale azione necessaria sul piano giuridico individuale di ognuno.
sindacati confederali complici dell'azienda che nulla hanno detto e anzi hanno appoggiato il decreto del governo nonostante la morte di un operaio, adesso continuano a basarsi sulle "garanzie" dell'azienda, e si preoccupano solo dei risvolti legali e non della sicurezza degli operai che operano sull'Afo2 a rischio.
In serata, la FIMFIOM e UILM unitamente alle Segreterie confederali, hanno ricevuto convocazione presso la Prefettura di Taranto, esprimendo nell’incontro avvenuta l’odierna forte preoccupazione di tutti i lavoratori.

Equivoco e del tutto illegittimo è poi il comunicato che sarebbe stato emesso dalla Prefettura 
secondo il quale il Prefetto, il Comitato provinciale Ordine e Sicurezza dopo ampia disamina “hanno formulato rassicurazioni circa l’estraneità dei lavoratori ai fatti contestati e che simili azioni non avranno a ripetersi” come riporta una nota congiunta sindacale. 
L'azienda dopo che i sindacati confederali sono corsi in suo aiuto dichiara - non che ha rimosso le cause che hanno portato alla morte dell'operaio e al grave permanente pericolo per altri operai operanti in Afo 2 - ma che basa la sua azione solo sul decreto illegittimo, truffaldino e anticostituzionale del governo Renzi
L’ILVA in una nota dichiara “di aver operato nel pieno rispetto della legalità in ottemperanza alle previsioni del decreto legge 92/15. I dipendenti identificati hanno eseguito le previsioni di un decreto Legge normato su presupposti di urgenza. Al momento resta garantita la continuità produttiva” .

E l'Ilva invece di garantire la tutela della sicurezza e salute dei lavoratori 
annuncia che garantirà la tutela legale dei propri dipendenti fornendo loro la più ampia assistenza“.
Portavoce ambiguo dell'azienda è come sempre la Uilm di Talò
Dopo il nostro incontro di oggi a seguito dell’arrivo dei Carabinieri all’Altoforno 2 dell’Ilva — ha spiegato al proposito il segretario della Uilm di Taranto, Antonio Talò,  — l’azienda sta per andare dal prefetto di Taranto per farsi autorizzare al funzionamento degli impianti e garantire la sicurezza dei lavoratori”. “Vogliamo che i lavoratori siano garantiti sia per la sicurezza ed anche sotto il profilo giuridico – ha aggiunto Talò –  I lavoratori non possono essere destinatari di avvisi di garanzia perché, secondo la Procura, hanno disatteso un ordine dell’autorità giudiziaria. L’azienda deve assolutamente chiarire come stanno le cose. Se queste garanzie non ci saranno date, allora saremo noi a dire ai lavoratori di non andare più sugli impianti e la fabbrica, a quel punto, si fermerà” .
La Uilm dirà quindi ai lavoratori di non andare sugli impianti non per salvaguardare la loro vita ma per non incorrere nell'azione magistratura.
Uilm e azienda sono uniti su questo, sul fatto che il decreto illegittimo di Renzi debba essere attuato. 

In un precedente articolo scrivevamo:
"...Questa morte (dell'Ilva) la stanno accompagnando i governi della borghesia che prima non hanno imposto ai Riva i risanamenti, i fondi necessari, e ora col governo Renzi e i suoi commissari fanno anche di peggio, uniscono interventi dittatoriali a improvvisazione, sprovvedutezza, irresponsabilità, con cui lasciano andare una grande fabbrica e 12 mila operai alla deriva, senza voler procedere ad un effettivo risanamento, senza una meta, costruendo una situazione in cui pur regalandola, nessun padrone ora si arrischierebbe a prenderla. 
Questa morte l'hanno prodotta negli anni i sindacati confederali che sapevano e sottoscrivevano accordi con Riva, e ancor prima con l'Italsider di Stato, conquistandosi posizioni di forte privilegio, parassitismo (soprattutto con la fabbrica pubblica); questa morte la stanno accompagnando ora, plaudendo ad ogni decreto salva Ilva, fino a quest'ultimo.


Ma questa “morte della fabbrica”, loro malgrado, la stanno per ora accompagnando nel silenzio anche gli operai, concedendo troppa tranquillità all'azienda. 
Così pensano di salvaguardare il posto di lavoro, ma si sbagliano! Non c'è nessun altro che può difendere lavoro e imporre il risanamento degli impianti e le bonifiche ambientali, se non una lotta dura, prolungata degli operai, che usi tutti i mezzi della guerra di classe..."

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