Il 18 e il 19 ottobre a Roma, in piazza S. Giovanni, in occasione di 2 importanti appuntamenti nazionali (sciopero generale dei sindacati di base e sollevazione generale/abitare nella crisi), vogliamo incontrare le lavoratrici, le compagne, le donne che con noi hanno partecipato alla manifestazione del 6 luglio a Roma, per un'assemblea nazionale delle donne in vista della giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Ci incontreremo in piazza S. Giovanni:
Ci incontreremo in piazza S. Giovanni:
- Il 18 ottobre alle ore 17,00
- Il 19 ottobre alle ore 10,30
APPELLO
Sono oltre 100 le donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno.
Il 6 luglio a Roma, il presidio delle donne in rosso ha denunciato la natura sistemica di questa mattanza, il suo carattere non solo culturale, ma strutturale e sovrastrutturale, toccando i punti nevralgici attraverso i quali questa violenza, a livello sistemico, si snoda: i centri del potere.
Come una scintilla che deve illuminare sempre più una realtà ancora in ombra, il presidio delle donne in rosso ha tracciato un sentiero, aperto una breccia nel muro del silenzio, che deve diventare un’autostrada per le donne che si autorganizzano contro“gli uomini che odiano le donne”, contro questa guerra subdola contro le donne di governo, padroni, stato, chiesa. Istituzioni che non sono la soluzione, ma il problema.
Abbiamo detto: no a task force, la nostra sicurezza sono le donne del mondo che si autorganizzano!
Nessun appello al governo, nessun governo può fare arretrare la guerra alle donne, senza la guerra delle donne…
E i fatti purtroppo ci hanno dato ragione. A 2 mesi da quella importante manifestazione, mentre il movimento femminista era in vacanza, questa guerra si è intensificata:
- altre decine di donne sono state uccise, tante stuprate (vedi gli stupri di gruppo nel Salento);
- l’operazione di imbroglio, compiuta dal governo delle larghe intese sulla pelle delle donne con il cosiddetto “decreto contro femminicidio e stalking” per reprimere i movimenti contro le cosiddette “grandi opere” e in generale i movimenti di lotta, anche sulla questione femminicidi pone l’accento essenzialmente su aumento di repressione e controllo
Per la nostra vita, la nostra libertà, i nostri diritti, il 6 luglio a Roma abbiamo presidiato i palazzi del potere e ci siamo date appuntamento in autunno per tornare a Roma per una grande manifestazione di donne, e per lavorare insieme per l’obiettivo decisivo e di rottura di uno sciopero delle donne, che partendo da femminicidi e stupri guardi a tutte le condizioni di vita delle donne.
Sullo sciopero delle donne sta circolando la proposta, partita da alcune giornaliste, dello sciopero il 25 novembre.
Noi riteniamo importante che anche altri settori di donne abbiano ripreso questa indicazione, ma riteniamo che la partecipazione debba essere fatta in forme autonome (come abbiamo spiegato nell'assemblea che queste giornaliste hanno fatto a Bologna e come scriviamo nella nota a loro, che vi mandiamo per conoscenza)
Per tutto questo è necessario incontrarci e discutere.
Invitiamo le compagne, tutti i collettivi femministi e lesbici, organismi, associazioni di donne, a partire da quelle che hanno aderito e sono venute a Roma il 6 luglio e facciamo appello a lavoratrici, precarie, disoccupate, ragazze, ecc., ad organizzare insieme quest'assemblea per discutere:
- contenuti, parole d’ordine e forme dello sciopero delle donne del 25 novembre
- manifestazione nazionale, quando e come
Sono oltre 100 le donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno.
Il 6 luglio a Roma, il presidio delle donne in rosso ha denunciato la natura sistemica di questa mattanza, il suo carattere non solo culturale, ma strutturale e sovrastrutturale, toccando i punti nevralgici attraverso i quali questa violenza, a livello sistemico, si snoda: i centri del potere.
Come una scintilla che deve illuminare sempre più una realtà ancora in ombra, il presidio delle donne in rosso ha tracciato un sentiero, aperto una breccia nel muro del silenzio, che deve diventare un’autostrada per le donne che si autorganizzano contro“gli uomini che odiano le donne”, contro questa guerra subdola contro le donne di governo, padroni, stato, chiesa. Istituzioni che non sono la soluzione, ma il problema.
Abbiamo detto: no a task force, la nostra sicurezza sono le donne del mondo che si autorganizzano!
Nessun appello al governo, nessun governo può fare arretrare la guerra alle donne, senza la guerra delle donne…
E i fatti purtroppo ci hanno dato ragione. A 2 mesi da quella importante manifestazione, mentre il movimento femminista era in vacanza, questa guerra si è intensificata:
- altre decine di donne sono state uccise, tante stuprate (vedi gli stupri di gruppo nel Salento);
- l’operazione di imbroglio, compiuta dal governo delle larghe intese sulla pelle delle donne con il cosiddetto “decreto contro femminicidio e stalking” per reprimere i movimenti contro le cosiddette “grandi opere” e in generale i movimenti di lotta, anche sulla questione femminicidi pone l’accento essenzialmente su aumento di repressione e controllo
Per la nostra vita, la nostra libertà, i nostri diritti, il 6 luglio a Roma abbiamo presidiato i palazzi del potere e ci siamo date appuntamento in autunno per tornare a Roma per una grande manifestazione di donne, e per lavorare insieme per l’obiettivo decisivo e di rottura di uno sciopero delle donne, che partendo da femminicidi e stupri guardi a tutte le condizioni di vita delle donne.
Sullo sciopero delle donne sta circolando la proposta, partita da alcune giornaliste, dello sciopero il 25 novembre.
Noi riteniamo importante che anche altri settori di donne abbiano ripreso questa indicazione, ma riteniamo che la partecipazione debba essere fatta in forme autonome (come abbiamo spiegato nell'assemblea che queste giornaliste hanno fatto a Bologna e come scriviamo nella nota a loro, che vi mandiamo per conoscenza)
Per tutto questo è necessario incontrarci e discutere.
Invitiamo le compagne, tutti i collettivi femministi e lesbici, organismi, associazioni di donne, a partire da quelle che hanno aderito e sono venute a Roma il 6 luglio e facciamo appello a lavoratrici, precarie, disoccupate, ragazze, ecc., ad organizzare insieme quest'assemblea per discutere:
- contenuti, parole d’ordine e forme dello sciopero delle donne del 25 novembre
- manifestazione nazionale, quando e come
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