Martedì 20, ore 17 presidio di solidarietà a Piazza Plebiscito (di fornte la Prefettura)
Gaza è di nuovo sotto attacco. L'operazione militare “Colonna di nube”, annunciata pubblicamente dall'esercito israeliano lo scorso mercoledì, ha già ucciso 24 palestinesi (tra cui moltissimi bambini), ferendone più di 200.
Mentre scriviamo, i bombardamenti si susseguono sempre più intensi, droni continuano a coprire il cielo della striscia, carri armati israeliani sono schierati in vari punti al confine per un'invasione via terra che sembra sempre più probabile.
Dopo aver vietato l'ingresso nella striscia ai giornalisti internazionali, aver annunciato che verranno bloccate l'elettricità e la rete telefonica (lasciando, di fatto, Gaza ancora più isolata dal resto del mondo), aver richiamato oltre 30.000 militari per il prosieguo di un'operazione che assomiglia sempre di più ad un'offensiva militare su scala più larga, i vertici militari hanno, ancora una volta, rispolverato il pretesto di sempre: l'assurda, ridicola pretesa del diritto all'”autodifesa” di Israele da terroristi “sempre in agguato”, ad una sicurezza che giustifica la condanna, per la popolazione palestinese, ad un'esistenza di terrore, ingiustizia, disumanità. Impossibile scacciare dagli occhi le immagini delle tre lunghissime settimane di Piombo Fuso che, quattro anni fa, seppellì quasi 1500 palestinesi sotto piogge di fosforo bianco.
Tutto questo avviene nel silenzio assordante e complice dei media e della comunità internazionale che, quando non sostiene esplicitamente lo stato di Israele (come nel caso del rieletto Obama o del nuovo premio Nobel per la pace, l'Unione Europea), tace vergognosamente sulle azioni criminali e sulle politiche razziste e di apartheid che il sionismo genera ed avalla.
In un contesto simile, riteniamo fondamentale ribadire, ancora una volta, forte e chiara, la nostra piena solidarietà ed il nostro sostegno alla lotta ed alla resistenza del popolo palestinese. Il nostro pensiero è lì, insieme ai compagni che, soprattutto in questi giorni difficili, continuano a gridare la verità dalle strade dei villaggi della Cisgiordania, dalla striscia di Gaza, dai campi profughi, dalle carceri sioniste della Palestina occupata e sotto assedio, con una dignità, un coraggio, una determinazione e un amore per la libertà che non ha eguali.
Con la Palestina nel cuore!
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