GENOVA, QUARANTUNO ANNI DOPO
Venerdì quattro novembre è una di quelle giornate che difficilmente Genova ed i genovesi potranno dimenticare.
Questo è il racconto della mia giornata personale, cominciata alle 6:45 col viaggio in autobus, e treno, sino all'ospedale di villa Scassi del quartiere di Sampierdarena, precisamente al Centro assistenza vulnologica.
Sono le ore 10:03, e sto rientrando a Marassi, il quartiere dove attualmente vivo con i miei genitori, con un mezzo della linea 383 circolare.
Mi trovo all'altezza di corso Sardegna angolo via Paolo Giacometti, quando si sente distintamente un tuono, e subito appresso inizia una pioggia molto violenta, che si fermerà soltanto alle quindici circa, dopo aver lasciato dietro di sé morte e distruzione: ricordo bene l'ora, poiché istintivamente ho dato un'occhiata all'orologio.
Circa cinque minuti dopo sono alla fermata di piazza Rosmini, a pochi metri da quello che sarà l'epicentro della tragedia: quella via Ferregiano che sarà allagata dall'onda di piena delle ore 12:17 dell'omonimo rio che causerà i sette morti sinora accertati e la devastazione della zona.
Per arrivare a casa sono ancora un centinaio di metri: il problema è che via Bertuccioni è un fiume in piena, ed è impossibile guadarla.
Non so neppure io come, alle ore 11:00 entro in casa: sono bagnato come non mai, ma almeno al sicuro.
Passano pochi minuti e decido di seguire l'andamento della giornata, che prevedo sarà molto lunga e pesante, dagli schermi di Primocanale (www.primocanale.it): si tratta di una televisione che in questi casi segue sempre al meglio lo svolgimento degli avvenimenti, ed in effetti anche questa volta non si smentisce.
E' da poco passato mezzogiorno e un quarto quando Dario Vassallo - che sta conducendo la lunghissima diretta - comunica che il rio Ferregiano, affluente del torrente Bisagno, è straripato; al momento naturalmente non si conosce l'entità dell'accaduto, e la stessa ricostruzione dei fatti verrà effettuata soltanto più tardi grazie ad un video amatoriale di un telespettatore che è riuscito a girare le immagini del momento esatto della tracimazione.
Passano i minuti ed il direttore del Tg, Mario Paternostro, decide di mandare due inviati sul posto: Giovanni Giaccone e Luca Russo; saranno le immagini girate dalla troupe che li accompagna a rendere conto delle dimensioni del disastro.
Mentre passa il tempo, e diviene sempre più preciso il quadro della situazione, mi rendo conto che - quanto scrivevo ieri circa l'incuria del territorio - è drammaticamente esatto.
Nel 1970 ci fu un'analoga alluvione, che registrò ben venticinque morti: in questi quarantun anni non si è fatto nulla per mettere in sicurezza i rii affluenti del Bisagno; anzi, si è scelto di cementificarne il letto ed effettuarne la copertura, così da favorire l'urbanizzazione della zona, ma anche la furia devastatrice in caso di esondazione.
E' l'ora di mandare a casa questi incapaci: Genova non merita di avere certi amministratori incompetenti, che nel bel mezzo della bufera si nascondono all'opinione pubblica.
Per ore nessun membro della Giunta comunale è stato raggiungibile in alcun modo: forse erano troppo impegnati a decidere a chi, tra i padroni amici, affidare i lavori di risistemazione delle zone alluvionate.
Genova, 05 novembre 2011
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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