La protesta di cittadini e operai va avanti ad oltranza.
E’ cominciata coi cittadini del paese davanti ai cancelli, prosegue con le braccia incrociate degli operai. E’ la protesta che in questi giorni sta paralizzando lo stabilimento petrolifero Eni di Tazarka, 60 km a sud-est di Tunisi.
Il 31 ottobre, infatti, dopo la rottura delle trattative con l’azienda, anche gli operai sono entrati in sciopero per rivendicare miglior condizioni contrattuali.
Basta precarietà e contratti a tempo determinato rinnovabili di anno in anno. “E’ stato dimostrato – si legge in una lettera recapitata alla stampa da uno degli operai – che le posizioni del personale impiegato sono permanenti e il loro compito è primario nella produzione di petrolio e gas. I dipendenti ricevono istruzioni direttamente da ENI, e non hanno alcun legame con Adecco e Manpower a parte la firma del contratto. Questo dovrebbe essere in contraddizione con l’articolo 280 del codice del lavoro tunisino”.
da operai contro
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