giovedì 7 luglio 2011

pc 7 luglio - FIAT POMIGLIANO: AVEVANO PIENAMENTE RAGIONE GLI OPERAI DEL 'NO'!

Come volevasi dimostrare. Ieri presso il Ministero del Lavoro, Fiat e Fim, Uilm, Fismic e Ugl, nel sancire la chiusura della fabbrica G.B.Vico per "cessazione d'attività" e la cig straordinaria per gli oltre 4300 lavoratori dal 15 luglio prossimo fino al 14 luglio 2003, hanno deciso che nella nuova società - la stessa di ora solo con un nome diverso per poter assumere solo quanti e chi vuole Marchionne, togliendo diritti - rientreranno al lavoro solo il 40% degli attuali operai Fiat; gli altri se la domanda di mercato lo richiedesse...
Un bluff annunciato. Durante la lotta del giugno scorso, e il referendum imposto da Marchionne per estorcere una risicata vittoria del Si al suo piano, già gli operai che hanno lottato coraggiosamente, che hanno sfidato tutti i ricatti e le pressioni votando No, settori di delegati Fiom, le altre forze sindacali di base presenti a Pomigliano, realtà politiche, sociali di movimento, e noi Proletari comunisti, avevamo messo in guardia che lo scambio ricattatorio: perdita di diritti fondamentali contrattuali e di legge/difesa dell'occupazione, era oltre che illegittimo, un falso scambio, perchè alcuna garanzia di occupazione veniva data da quel piano.
E oggi, si comincia a parlare di cifre reali: per il 60% dei lavoratori di Pomigliano non c'è affatto garanzia di rientro al lavoro e c'è il rischio concreto di passare dalla cigs alla mobilità; e se per questi è un rischio, per i 320 lavoratori del polo logistico di Nola (di cui la maggiorparte operai che erano già stati penalizzati, come molti iscritti allo slai cobas di Pomigliano, alla Fiom, mandati a Nola per "punizione", o altri discriminati perchè invalidi, per ridotte capacità lavorative, ecc.)c'è una certezza: per loro non è proprio previsto il passaggio alla nuova società; forse... saranno utilizzati in un fantomatico "progetto di logistica".

Quindi, una truffa enorme! Che in più, è questo è l'altro aspetto gravissimo, oggi riceve un grande aiuto dall'infame accordo, su contrattazione nazionale rappresentanza, firmato nei giorni scorsi tra la Confindustria e Sindacati confederali, compresa la Cgil della Camusso (ringraziata dalla Marcegaglia e dal governo). Questo accordo, che il Min. Sacconi ha dichiarato che ratificherà presto con una legge, dando la possibilità ai padroni di modificare il CCNL secondo le esigenze aziendali, elimina ogni ostacolo al piano Marchionne di derogare al contratto nazionale nella NewCo; questo accordo, escludendo i sindacati che non abbiano firmato il nuovo contratto, di fatto dà una mano fondamentale a Marchionne a proseguire nell'esclusione della Fiom e di tutti i sindacati autorganizzati che non accettassero questi diktat; questo accordo stabilendo un divieto del diritto di sciopero una volta che i sindacati padronali firmano un contratto, ratifica il piano d'attacco ai diritti sindacali e di sciopero di Marchionne.

La Camusso, quindi, di fatto assume le vesti di miglior "avvocato difensore" di Marchionne nel processo intentato dalla Fiom contro il piano Fiat, e che vedrà il 16 luglio l'udienza decisiva.

Per questo Proletari comunisti mentre sarà presente, e chiama tutti a partecipare, all'udienza del 16 a Torino che di fatto acquista anche alla luce dell'accordo Pomigliano un peso, segnale importante, dice chiaramente che non è con le scorciatoie legali della Fiom che si può sbarrare il fascismo padronale, e i suoi sostenitori, i sindacati confederali, ma con una ripresa della lotta a Pomigliano, come a Torino, come in tutte le fabbriche Fiat, in tutte le forme necessarie.
Cosa dobbiamo più sperare, aspettare? sembra veramente attuale la prima parte della frase di Marx: "Gli operai hanno da perdere solo le loro catene...".

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