La grande manifestazione e l'assedio della Val Susa ha realizzato ieri una pagina entusiasmante e importante di questa battaglia e dell'intero movimento di lotta di questi ultimi tempi. Come il 14 dicembre del movimento studentesco, il 3 luglio della Val Susa ha dimostrato che le masse e le loro organizzazioni sono in grado di resistere e opporre al governo della devastazione ambientale, dell'attacco alle condizioni di vita delle masse, dello Stato di polizia, una grande resistenza che si sviluppa in forme di attacco e che è in grado di mettere in scacco i piani del governo e dello stato e di rappresentare pienamente le esigenze e gli interessi popolari.
Imporre con la violenza, con l'occupazione militare del territorio un'opera del profitto, della speculazione, contro la volontà delle popolazioni in tutte le sue diverse articolazioni, è una forma di dittatura, di fascismo, è una dichiarazione di guerra alle masse popolari, alla democrazia che richiede necessariamente l'opposizione, la resistenza e il massimo di esercizio legittimo della forza. E in Val Susa questo è stato fatto.
Circa 100 mila persone in tutte le forme si sono mobilitate in questa giornata. Questi sono i veri numeri della giornata di ieri. Certo c'è chi ha sfilato pacificamente, e chi giustamente ha cercato di raggiungere l'obiettivo, comune, di tutta la manifestazione. Il rappresentante riconosciuto del movimento NoTav aveva chiamato a questa manifestazione dicendo: “Riprendiamoci La Maddalena”, dopo l'odiosa violenza con cui il governo e le sue forze repressive avevano occupato la valle e imposto il cantiere. E a questa parola d'ordine si è attenuto tutto l'intero fronte di mobilitazione e tutti erano e sono uniti nel rivendicarla, e tutti hanno fatto il loro meglio, secondo le loro possibilità e convinzioni, per tradurre questa indicazione in un fatto concreto.
Il governo, la falsa opposizione, le amministrazioni del PD della zona, in testa Fassino e Chiamparino, la stampa, oggi danno una rappresentazione falsa della situazione, al servizio degli interessi della speculazione, del profitto e della mafia. Non ci sono maggioranze “pacifiche” e minoranze “violente”, vi è un intero movimento in tutte le sue espressioni che ha rivendicato la stessa cosa, che ha risposto alla violenza sistemica con cui si vuole imporre questa decisione e alla violenza organizzata, strutturata di sbirri che hanno affrontato questa battaglia come fossimo in Afghanistan, laser, radar, reparti speciali, gas, proiettili di gomma, ferendo, rischiando di uccidere e scrivendo una pagina infame e vergognosa che ha ricordato le immagini di Genova 2001.
Ma questo apparato della violenza di Stato non ha intimidito i manifestanti e ha visto migliaia di giovani e meno giovani rispondere colpo su colpo. Gli oltre 200 feriti tra i manifestanti sono veri, le cifre di poliziotti feriti sono false, anche se è vero che, quando è stato possibile, i manifestanti son o riusciti a infliggere colpi a sbirri che hanno fatto dei loro bardamenti e dei loro armamenti, del loro monopolio della violenza e della loro impunità scudo per commettere violenze.
Ma, appunto, agivano come truppe di occupazione, mentre la popolazione resistente agiva come un “esercito” di liberazione e le realtà più organizzate e combattive, provenienti anche da altre città, hanno agito come pesci nell'acqua, confortati e sostenuti da chi manifestava ma anche da chi assisteva.
Ognuno dei 10 mila che hanno opposto la più forte resistenza e incisiva azione per riprendersi il cantiere può raccontare episodi in cui la popolazione era dalla parte loro e gli sbirri insultati per la vergognosa azione che conducevano.
Per questo ieri il movimento nel suo insieme ha vinto e lo Stato e il governo hanno ricevuto una sconfitta. Dovranno mantenere per sempre questo esercito di occupazione nel tentativo di realizzare quest'opera inutile e dannosa alle masse e alla valle.
Le reazioni dei massimi rappresentanti dello Stato, del governo, della opposizione governante, di tutta la variegata stirpe dei partiti parlamentari, delle caste politiche e affariste, dei ladri di Stato, proprio perchè hanno ricevuto ieri una pesante risposta, reagiscono con l'isteria, con la corsa a criminalizzare questo movimento popolare, definendo tutti i resistenti black block, chiamando le masse resistenti “terroriste”, minacciandole di reprimerle in tutti i modi con denunce, persecuzioni, processi che ricordano il fascismo che già dovette sopportare e soccombere contro la grande resistenza partigiana della Valle.
E in effetti ai partigiani, senz'armi, si può paragonare la battaglia condotta da decine di migliaia di giovani e popolo il 3 luglio.
Proletari comunista è stata parte chiaramente fino in fondo, con le sue poche forze disponibili , di questa battaglia. Ora il movimento e tutte le espressioni organizzate devono innanzitutto difendere, con la controinformazione, la continuità della mobilitazione sul territorio e a livello nazionale, la giornata di lotta, diffondendo verità e inchiodando governo, Stato, partiti, stampa alla loro disinformazione da regime fascista. E tutti noi siamo impegnati sin da questi giorni nelle piazze, sui posti di lavoro, nell'insieme degli altri movimenti di lotta, per gridare forte
NO alla TAV! - LIBERTA' PER LA VAL SUSA! - VIA IL GOVERNO DELLA REPRESSIONE! - LIBERTA' PER I COMPAGNI ARRESTATI! AUTONOMIA DEL MOVIMENTO DI LOTTA DAGLI SCIACALLI DEL GIORNO DOPO!
Siamo a 10 anni da Genova 2001, governo, Stato e sistema hanno voluto celebrare il decennale nella Valle con caratteristiche dello stesso tipo; l'impunito sbirro di Genova 2001, Mortola, ora è il Questore di Torino, a dimostrazione di quale feccia ha guidato la repressione di ieri.
Ma allora, a Genova, come oggi le masse hanno resistito e contrattaccato. Continuare questa battaglia fino in fondo è il modo migliore per celebrare e riappropriarsi dei valori della battaglia di Genova e per tornare a Genova nei giorni di luglio e affermare:
E' GIUSTO RIBELLARSI!
LE IDEE DI RIVOLTA NON SONO MAI MORTE!
NO ALLA VIOLENZA DI STATO, AL MODERMO FASCISMO, ALLO STATO DI POLIZIA! NO ALL'IMPUNITÀ DI STATO, ALLA REPRESSIONE!
VIA IL GOVERNO BERLUSCONI-MARONI E OGNI GOVERNO DEI PADRONI, DELLA DEVASTAZIONE AMBIENTALE, DELLA REPRESSIONE!
NON ABBIAMO CHE DA PERDERE LE NOSTRE CATENE E ABBIAMO UN MONDO DA CONQUISTARE!
Proletari comunisti 4 luglio 2011
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