martedì 5 luglio 2011

pc 5 luglio - si muore sul lavoro al nord come al sud.. sentenza alla Saras PADRONI ASSASSINI

Varese, operaio di 59 anni muore
dopo essere finito nel macchinario
Un operaio di 59 anni è morto la scorsa notte in un incidente sul lavoro a
Tradate, in provincia di Varese, nella ditta Moplast in via Pavia. Secondo
le ricostruzioni, verso le 2 l'uomo, impiegato nel turno di notte, è stato
agganciato da un rullo avvolgitore per pellicole in plastica, che lo ha
trascinato all'interno della macchina. Sul posto è intervenuto il personale
del 118, ma l'operaio è deceduto per le gravi ferite riportate



Brindisi, esplosione
in cava: si cerca
operaio sotto le macerie
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BRINDISI - Ricerche sono in corso in una cava che si trova tra Brindisi e
San Vito dei Normanni per trovare un operaio il quale potrebbe essere
rimasto vittima di una esplosione provocata dai colleghi per abbattere una
parete della stessa fossa. L'uomo, di 46 anni, di Carovigno (Brindisi),
dipendente della cava, oggi non avrebbe dovuto lavorare ma la sua auto, una
Fiat Panda di colore rosso, è stata notata parcheggiata nelle vicinanze,
subito dopo l'esplosione.

A cercare l'uomo nella cava che prende il nome della contrada in cui si
trova, 'Autigno', in località Serranova, nelle vicinanze della discarica
comunale, sono proprio i suoi colleghi che stanno scavando tra i sassi
utilizzando anche un escavatore: la zona è impervia ed è infatti molto
difficile per i mezzi dei vigili del fuoco e degli altri soccorritori
raggiungere il luogo. Sul posto si trovano anche gli agenti della squadra
mobile della questura di Brindisi. E' stata la presenza dell'auto - di cui
però i colleghi si sono resi conto solo dopo - che ha fatto scattare
l'allarme.
Il timore è che l'uomo possa essere rimasto sotto le pietre. La cava è di
proprietà della società 'Semes'.

Si è appreso che il telefonino dell'operaio, Salvatore Di Latte, di 46 anni,
di Carovigno, squilla a vuoto e ciò alimenta il sospetto che l'uomo si trovi
sotto le macerie provocate dalla esplosione. All'interno della cava, in
particolare, sono state fatte brillare cariche di esplosivo nell'ambito
della normale attività di estrazione. In quel momento nella zona interessata
non ci sarebbe dovuto essere nessuno e invece qualcuno subito dopo le
esplosioni ha notato la Fiat Panda di colore rosso di proprietà di Di Latte,
parcheggiata proprio nelle vicinanze e con lo sportello aperto.

Sul posto, oltre ai vigili del fuoco e agli agenti della squadra mobile, è
giunto anche il magistrato di turno Giuseppe De Nozza. Le operazioni
necessarie per rimuovere le tonnellate di roccia - secondo gli esperti -
richiederanno ore di tempo. Sul posto è stato chiesto l'intervento di un
cane cercapersone.

ORE 21:47 - LE RICERCHE ANDRANNO AVANTI TUTTA LA NOTTE
Proseguiranno per tutta la notte, grazie all'ausilio di torri-faro dei
vigili del fuoco, le operazioni di sbancamento della montagna di detriti
sotto la quale si sospetta possa trovarsi il corpo di Salvatore Di Latte,
l'operaio 46enne di Carovigno, di cui non si hanno più notizie da quando,
nell'ambito di normali attività di estrazione, è stato fatto esplodere
esplosivo nella cava poco distante dalla quale è stata poi trovata
parcheggiata la vettura dell'uomo.
Il proseguimento delle ricerche è stato disposto dal sostituto procuratore
Giuseppe De Nozza che sta seguendo direttamente le operazioni insieme con
gli uomini della squadra mobile, i vigili del fuoco ed i carabinieri.

Di Latte - è stato precisato in serata - non lavorava per la ditta Semes di
Raffaele Peciccia e quindi non aveva nulla a che fare con la cava. Era un
dipendente, invece, della Cocebit, un'altra azienda dello stesso
imprenditore, situata a poche decine di metri. Quando si è recato nella cava
in realtà avrebbe dovuto trovarsi sul suo posto di lavoro ed invece aveva
deciso di andare a recuperare alcune pietre utili per completare la
pavimentazione nella sua villetta. Una circostanza che molto probabilmente
gli è costata la vita.

Sul posto stanno lavorando tre escavatori e diversi altri mezzi pesanti. Ma
sono rimasti in zona anche i cani cercapersone dei vigili del fuoco, che
ogni ora vengono fatti avvicinare alle macerie.

saras di sarroc
sentenza per i tre operai morti


"sentenza emessa oggi dal Tribunale di Cagliari, sentenza che ha condannato
per omicidio colposo tre degli imputati nel processo per la morte di tre
lavoratori metalmeccanici avvenuta, due anni fa, nella raffineria Saras di
Sarroch (Cagliari), di proprietà dei fratelli Moratti. In particolare, i
condannati sono, rispettivamente, il direttore generale della Saras, il
direttore dello stabilimento di Sarroch e l'amministratore responsabile
della società Comesa, la ditta metalmeccanica che aveva assunto in appalto
lavori di manutenzione nella raffineria."

la morte dei tre lavoratori non era frutto di sfortuna o di casualità, ma
era avvenuta a causa di precise responsabilità sia dell'impresa committente,
la Saras, che dell'impresa appaltatrice, la Comesa, che, congiuntamente, non
hanno rispettato le norme di legge e non hanno attivato le procedure utili e
necessarie per non mettere a rischio la vita dei lavoratori addetti a
lavorazioni manutentive altamente rischiose."

"Questa sentenza stabilisce quindi che, nel caso di specie, le
responsabilità dell'impresa appaltatrice non possono essere disgiunte da
quelle dell'impresa committente

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