La
ferocia nazisionista viene messa ancora una volta in luce da questa inchiesta
di una commissione indipendente dell’ONU che elenca i fatti accertati del
terrorismo sistematico usato dal cane da guardia degli Stati Uniti in Medio
Oriente, e cioè dall’entità sionista di Israele, contro la popolazione
palestinese.
Dalle
violenze sessuale e stupri, usati come arma di guerra contro le donne, ad ogni
tipo di violenza immaginabile…
Una
ferocia che continua nonostante la tregua durante la quale non si sono fermati
un attimo gli attacchi in diverse forme nella stessa Gaza (ieri è stato ucciso
un altro bambino di 3 anni), dove la popolazione in questo momento è di nuovo
senza elettricità e cibo, e si sono aggravati ancora di più gli attacchi in Cisgiordania
dove le popolazioni sono costrette a fuggire davanti agli attacchi quotidiani
dell’esercito e dei coloni israeliani: sono già “40mila palestinesi sfollati su
ordine dell’esercito israeliano dai campi profughi di Jenin, Tulkarem, Faraa e
altri centri della Cisgiordania occupata, al centro dell’offensiva militare
«Muro di ferro» lanciata dal governo Netanyahu il 21 gennaio” (il manifesto)
sempre con la solita scusa di «sbaragliare i terroristi armati».
Questa
inchiesta dell’ONU dal titolo "Più di quanto un essere umano possa
sopportare", dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, chi sono i veri
terroristi.
Contro questo orrore quotidiano sosteniamo fino in fondo la resistenza del popolo palestinese, lottando affinché venga spazzato via dalla faccia della terra il nazisionismo, cane da guardia dell'imperialismo USA, e ogni imperialismo.
***
Inchiesta
Onu: "A Gaza Israele commette stupri e atti di genocidio". Netanyahu:
"Bugie"
Una
commissione indipendente Onu denuncia violenze sessuali usate da Israele come
arma di terrore contro i civili palestinesi. Netanyahu: "Il Consiglio dei
diritti umani Onu è un circo antisemita"
04:26
14 Marzo
L'inchiesta
dell'ONU che accusa Israele, ecco i contenuti
Distruzione sistematica degli ospedali e delle strutture riproduttive palestinesi, stupri, abusi e minacce sessuali a danno di uomini e donne, l'obbligo di togliere i vestiti in pubblico: sono alcune delle pratiche che rientrano tra gli "atti di genocidio" e "violenze sessuali" come strategia di guerra, secondo l'accusa che un nuovo rapporto delle Nazioni Unite muove contro Israele, nell'ambito delle offensive militari condotte nella Striscia di Gaza e nei Territori palestinesi occupati dopo il 7 ottobre 2023.
Il
nuovo report dal titolo "More than a human can bear" ("Più di
quanto un essere umano possa sopportare") è stato realizzato dalla
Commissione internazionale indipendente d'inchiesta delle Nazioni Unite sui
Territori palestinesi occupati, tra cui Gerusalemme Est, e Israele, ed è stato
reso pubblico ieri dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani presso la
sede di Ginevra, dove in settimana sono state ascoltate anche le testimonianze
di diverse vittime direttamente coinvolte.
Le
autorità israeliane, attraverso la loro rappresentanza diplomatica a Ginevra,
hanno bocciato il report definendo le accuse "infondate, parziali e prive
di credibilità".
Il
report parte documentando "un'ampia gamma di violazioni perpetrate contro
donne, uomini, ragazze e ragazzi palestinesi nei Territori palestinesi occupati
dal 7 ottobre 2023, che costituiscono un elemento importante del maltrattamento
dei palestinesi e sono parte dell'occupazione illegale e della persecuzione dei
palestinesi come gruppo". Nel dettaglio, tra le forme di violenza sessuale
e di genere rilevate, i ricercatori citano "l'obbligo di togliersi i
vestiti in pubblico e il restare nudi, le molestie sessuali - comprese le
minacce di stupro - e le aggressioni sessuali". Tutte pratiche che, come
scrivono ancora i ricercatori, "fanno parte delle procedure operative
standard delle forze di sicurezza israeliane nei confronti dei palestinesi",
ma sono perpetrate anche dai "coloni israeliani in Cisgiordania, con
l'obiettivo di incutere paura nelle comunità ed espellerle". Lo studio
sostiene che "altre forme di violenza sessuale e di genere, tra cui lo
stupro e le violenze commesse sui genitali" delle vittime sarebbero state
commesse "dietro ordine esplicito, o attraverso l'incoraggiamento
implicito, dei massimi vertici civili e militari di Israele".
Il
rapporto delle Nazioni Unite continua affermando inoltre che nelle sue
operazioni militari, "le autorità israeliane hanno sistematicamente
distrutto strutture sanitarie sessuali e riproduttive in tutta Gaza. Hanno
simultaneamente imposto un assedio e impedito l'assistenza umanitaria, inclusa
la fornitura di farmaci e attrezzature necessarie per garantire gravidanze,
parti e cure post-partum e neonatali sicure". Così, secondo i ricercatori,
"donne e ragazze sono morte per complicazioni legate alla gravidanza e al
parto, dovute alle condizioni imposte dalle autorità israeliane che hanno
negato l'accesso all'assistenza sanitaria riproduttiva: atti che costituiscono
un crimine contro l'umanità di sterminio".
Quanto
a Gaza, la Commissione "ha scoperto che le autorità israeliane hanno
distrutto in parte la capacità riproduttiva dei palestinesi di Gaza come gruppo
attraverso la sistematica distruzione dell'assistenza sanitaria sessuale e
riproduttiva, che costituisce due categorie di atti genocidi nello Statuto di
Roma e nella Convenzione sul genocidio, tra cui l'imposizione deliberata di
condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica dei palestinesi e
l'imposizione di misure volte a impedire le nascite".
Navi
Pillay, presidente della Commissione, commenta così: "Le prove raccolte
dalla Commissione rivelano un deplorevole aumento della violenza sessuale e di
genere. Non si può non concludere che Israele abbia impiegato la violenza
sessuale e di genere contro i palestinesi per terrorizzarli e realizzare un
sistema di oppressione che mina il loro diritto all'autodeterminazione".
Atti intorno ai quali, come evidenziano i ricercatori, sussisterebbe "un
clima di impunità".
Pillay
aggiunge: "Le dichiarazioni e le azioni discolpanti dei leader israeliani
e la mancanza di efficacia dimostrata dal sistema giudiziario militare nel
perseguire i casi e condannare i colpevoli inviano un messaggio chiaro ai
membri delle Forze di sicurezza israeliane che possono continuare a commettere
tali atti senza timore di responsabilità". Secondo l'esperta, "in
questo contesto è essenziale un'azione di responsabilità attraverso la Corte
penale internazionale e i tribunali nazionali, attraverso il loro diritto
interno o esercitando la giurisdizione universale, se si vuole che lo stato di
diritto sia sostenuto e che alle vittime venga riconosciuta giustizia".
https://www.rainews.it/maratona/2025/03/gaza-guerra-inchiesta-onu-israele-commette-atti-genocidio-stupro-netanyahu-bugie-5614097f-32a6-4e88-a1fd-3f02f15493e1.html
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