Per ricordare che sono già sei mesi
che sono in lotta contro il governo del fascista indù di Modi, i contadini
hanno organizzato una “Giornata nera” cui si sono unite anche tante
organizzazioni sindacali che rivendicano l’abolizione dei codici del lavoro
antioperai e in generale contro la direzione antioperaia delle politiche del
governo.
Turbanti neri, bandiere nere, nella giornata in cui Tikait, il portavoce della protesta dei contadini, ha detto che questi primi sei mesi sono la “prima dose” per il governo, e ricordando ciò che sta succedendo nella pandemia (28 milioni di contagiati e oltre 300 mila morti e le immagini dell’India come un’unica pira funebre sono rimaste negli occhi di tutti) ha fatto il paragone con le multinazionali della sanità: “le
medicine e l’ossigeno erano chiusi negli ospedali delle multinazionali della sanità privata”, sono gli stessi disastri che vorrebbero fare con le tre leggi agricole.La protesta, di dimensioni mai
viste, continua a ricevere il sostegno generale: dai lavoratori di altri
settori e anche dai braccianti agricoli che hanno deciso di partecipare.
La protesta è oramai conosciuta
anche in tutto il mondo e per continuare a contrastare la propaganda del
governo con i fatti reali è stato prodotto anche un documentario di un’ora che
viene richiesto da diversi festival internazionali come Montreal international
film festival, Canadian cinematograph awards, Tokyo lift-off film festival,
Turkey Anatolia International Film Festival, Chicago Indie Film Awards, Iconic
Images Film Festival, Golden Wheat awards and Hollywood Venus awards.
I contadini che dirigono la lotta,
che adesso è diventata il “movimento di tutti” perché denuncia le condizioni
generali in cui si vive in India, continuano a fare pressione su Modi, affinché
ritiri le leggi, ma in tutto questo Modi è come scomparso dopo i mega raduni
elettorali che hanno contribuito ad allargare i contagi.
Contro Modi il genocida i
contadini continuano le proteste con nuove iniziative, come quella ai caselli
autostradali per parlare a migliaia di pendolari e che vede tanta polizia
presente.
Il prossimo 5 giugno, poi, ad un
anno dall’approvazione delle leggi, saranno bruciate copie di queste leggi fuori
dalle sedi del partito di Modi BJP e dei membri dell’Assemblea Legislativa e
del Parlamento in ogni circoscrizione, e se in qualche circoscrizione non ci
sono le sedi del partito, saranno bruciate davanti alle sedi elettorali.
L’idea, espressa dai
rappresentati dei contadini in varie riunioni pubbliche, è quella di rafforzare
ancora di più la mobilitazione a livello nazionale, anche attraverso quella che
chiamano “unione operai contadini”.
Non andiamo da nessuna parte, dicono
i contadini rispondendo al “silenzio” del governo; hanno costruito cittadelle
semi stabili e si preparano a resistere alla stagione dei monsoni rendendole
ancora più stabili, perché possono aspettare, dicono, fino alle nuove elezioni
del 2024.
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