144 milioni di posti di lavoro persi solo nel 2020 e altri 100 milioni a rischio, secondo i dati confermati dall’Organizzazione internazionale lavoro (Oil) nel suo primo studio dallo scoppio della pandemia, e per conseguenza la perdita di 3mila e 700miliardi di reddito da lavoro, con relativo aumento della povertà. come riporta La Repubblica del 3 giugno.
A questi si aggiungono “Altri 108 milioni di lavoratori sono
entrati nella schiera dei “working poor”, provando a vivere con 3,20
dollari al giorno”
Di questi “working poor”, quelli che pur avendo un lavoro
hanno un salario così basso che sono di fatto poveri, in Italia ce ne sono
sempre di più e tra questi le donne hanno un posto “speciale”, dice infatti l’Oil
“Il 90% delle donne che hanno perso il posto non rientreranno più nel mercato
del lavoro.” Mentre “I giovani lo faranno a stento, dovendo accettare
lavori precari, poco produttivi, non aderenti ad aspirazioni e qualifiche.” E come
se tutto ciò non bastasse “…ciò che spaventa – dice il quotidiano -sono le
stime sul futuro.”
E infatti, dal punto di vista del sistema capitalistico/imperialista,
che produce questi risultati, dentro una crisi infinita, aggravata dalla
pandemia, il futuro non può che “spaventare” ed è per questo che diventa ancor
più necessario, di fatto un dovere, superare lo “spavento” organizzandosi per
ribellarsi a questo sistema in ogni ambito!
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