Veramente si è affollata la platea di chi vuole il Ponte sullo Stretto in vista delle prossime elezioni a Presidente della Regione, carica da circa 180.000 euro all’anno, che tanto piace, e per la quale Musumeci si sta ricandidando. A corto di altre promesse elettorali ha pensato, e non solo lui, al Ponte sullo Stretto.
È chiaro come il sole che si
tratta di campagna elettorale facile facile, anche se il Ponte non verrà mai
costruito. E la nuova “guerra” adesso è tra chi lo ha “sempre detto” e i “convertiti”.
Dice, infatti, Musumeci non tono di rimprovero: «Alcune posizioni intransigenti
nei confronti dell’infrastruttura sono mutate - … - e saluto questa conversione
con piacere”. Ma il vecchio volpone fascista vuole giocare a carte scoperte: “Non
vorrei però fosse tattica per non perdere consensi in vista delle prossime
elezioni politiche.” (GdS) Appunto!
E, in effetti, ad essersi “convertiti”
sono davvero tanti.
Il Movimento 5 Stelle con
Cancelleri, per esempio, le cui affermazioni vogliono fare più rumore di quelle
dello stesso Musumeci: “Ponte sullo Stretto pronto in 10 anni, diventerà il
simbolo della ripartenza”… Il viceministro 5 Stelle alle Infrastrutture: «Sarà
a tre campate e ci passerà la ferrovia. Si tratta di un progetto nazionale che
riguarda tutta Italia, non solo il Sud: saremo il collegamento tra Europa e
Africa». (La Stampa)
Cancelleri ci dà addirittura una
data! E forse l’idea di costruire, perché no, un nuovo ponte, magari da Caltanissetta,
sua città natale, a Tunisi!
Il Pd delle due sponde: “Il Ponte
sullo Stretto di Messina può essere ‘il simbolo’ della rinascita dell’Italia dopo la
pandemia e dunque il governo, ‘senza indugio’, “utilizzi” i 50 milioni stanziati nella scorsa legge
finanziaria ‘per completare la fase progettuale entro il 2021’, ‘finanzi l’opera nel 2022 con le risorse del fondo pluriennale per
investimenti della legge di Bilancio per il 2022’ e “’a realizzi entro il 2030’.” Qui i tempi si accorciano a 9 anni! E
bastano 50 milioni iniziali per un’opera che a detta di Musumeci costerà 7 miliardi!
A detta di altri anche 30.
E non potevano mancare gli avventurieri di Renzi, come la viceministra
Bellanova per la quale “l'alta velocità da Trieste a Palermo è una priorità” e perché
no fino a Trapani o fino alla Valle dei Templi di Agrigento?
Ma per fare il Ponte servono
soldi e nel Recovery Plan non ci sono! E Musumeci chiede al govero di impegnarsi…
ma il governo, a sua volta, ha insistito tanto sui soldi del Recovery Plan
europeo proprio perché soldi non ne ha! Come la mettiamo?
Ma il ridicolo di tutto questo
polverone è troppo grande per non essere visto! Già le battaglie degli anni
scorsi contro il Ponte hanno messo in luce tutti i lati assurdi e negativi,
soprattutto sul piano ambientale con la distruzione di interi paesi e il
trasferimento forzato dei loro abitanti, ma le prossime elezioni a presidente
della Regione esigono comunque una campagna elettorale con relative promesse, e
il ponte, come abbiamo detto, diventa la più facile: un cosa abbastanza grossa da
distrarre l’opinione pubblica da tutti gli altri problemi: dalla gestione delinquenziale
della pandemia da Covid-19, da pressoché tutte le strade e autostrade
dissestate, dal crollo dei ponti (a proposito!) e dal sequestro di questi
giorni delle gallerie delle autostrade, per non parlare dei disastri degli
ospedali, della scuola, dell’immondizia, della disoccupazione dilagante e della
povertà in aumento, degli incendi estivi e della mancata assunzione dei
forestali, dell’agricoltura in ginocchio… e della mafia(politica) eterna… è chiaro che è
meglio parlare del Ponte!
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