Sulle “politiche attive” che dovrebbero aumentare l’occupazione
nel Paese, il governo Draghi ha previsto nel Piano Nazione di Ripresa e Resilienza,
6 miliardi e 660 milioni.
Secondo le migliori previsioni di Draghi la “ripresa” dell’economia (3,6 per cento nel 2026!) più queste “politiche” nel loro complesso (formazione, lotta al lavoro sommerso, potenziamento centri per l’impiego, creazione di imprese femminili, “sistema di certificazione della parità di genere”(?), “sistema
duale” (??) e servizio civile universale) dovrebbero aumentare l’occupazione del 3,2 per cento.Se gli occupati, secondo le statistiche ufficiali, sono
circa 24 milioni, il 3,2 per cento significherebbe circa 800.000.
Ma se i posti di lavoro persi, sempre secondo le statistiche
del governo, nell’ultimo anno sono 900.000, mancano già 100 mila posti di
lavoro solo per compensare i licenziamenti che hanno colpito innanzi tutto
donne, giovani, precari in genere!
E siccome, come si sa Draghi fino a questo momento è stato
fermo sulla decisione di non prorogare il blocco dei licenziamenti che scade a
giugno, a questi disoccupati se ne aggiungeranno altri: “Ma, quando li
sbloccheranno – dice l’esperto Zingale, general manager della divisione welfare
di IG-Samsic HR, società che si occupa di sviluppo e gestione delle risorse
umane - solo in Lombardia avremo 450mila nuovi disoccupati.”
I 6 miliardi e passa quindi non basteranno nemmeno per l’eventuale
cassa integrazione, indennità di disoccupazione ecc.
Di sicuro per lavoratrici lavoratori c’è nel “Piano” più
disoccupazione, più precarietà, più intensità di lavoro per aumentare la “produttività”…
insomma un “piano” da ribaltare!
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