GENOVA, SABATO 8 MAGGIO: PRESIDIO IN SOLIDARIETA' CON TRE ANARCHICI
Si svolge, a partire dalle ore 15:00 – in via del Faggio, su un fianco del carcere sito nel quartiere di Marassi – un presidio dei militanti dell’area anarchica cittadina in solidarietà con alcuni loro compagni: Beppe, Natascia e Robert.
I tre sono accusati, nell’ambito del procedimento seguente all’operazione di polizia denominata “Prometeo”, di aver inviato – nel 2017 – buste esplosive ad alcuni rappresentanti del mondo della Magistratura.
Destinatari dei plichi in questione furono: l’ex capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo, ed i pm, titolari di diverse inchieste sull’eversione, Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna.
La motivazione per la scelta di coloro che, secondo gli autori del gesto, avrebbero dovuto essere colpiti fu – come si legge nel comunicato di indizione della manifestazione – che erano stati individuati come tra i responsabili per le trasformazione delle carceri in veri e propri luoghi di tortura.
I partecipanti, tra i quali spiccano numerosi frequentatori dello Spazio di documentazione Il Grimaldello di via della Maddalena 81 rosso, sono valutabili in circa trenta unità, “armati” di un sound system e due striscioni: l’uno con scritto “Modena, nessuna overdose ma strage di Stato. Noi non dimentichiamo”, l’altro con vergato “Liberare tutti”.
La manifestazione si svolge con alcuni interventi al microfono, infarciti di slogan tipicamente anarchici, intervallati da momenti in cui la scena viene presa da strumenti musicali – percussioni e fiati – suonati da artisti componenti il gruppo della Murga.
Concludiamo riportando il comunicato, giuntoci in redazione venerdì sette maggio, concernente le richieste di condanna fatte dalla Procura per un altro caso che riguarda la persona di Beppe Bruna.
“Questa mattina si è svolta l’udienza a carico di Beppe nel processo che lo vede imputato per aver posizionato un contenitore di benzina davanti ad un ufficio delle Poste. Incurante del fatto che il gesto fosse evidentemente dimostrativo e soprattutto che il riconoscimento fosse tutt’altro che certo, il pubblico ministero ha continuato a portare avanti la sua tesi. La stessa tesi che viene sostenuta in tutti i tribunali: ogni azione contro i padroni e le istituzione è, in pratica, un atto di terrorismo anche quando questo reato, in se’, non può essere contestato. Sono comunque anni e anni di galera.
L’udienza si è tenuta in un tribunale chiuso e senza che Beppe potesse partecipare perchè le traduzioni dalle galere ai tribunali non vengono effettuate fino alla fine di luglio. Il tutto con la scusa della pandemia che comunque ci permetterà di andare in palestra o alle fiere (sic!)
Domani, alle 15 sotto il carcere di Marassi ed alle 17 in piazza S. Lorenzo, ricorderemo che terrorista è lo Stato con le sue stragi in mare, nelle piazze, sul lavoro, per il covid e delle donne ammazzate ovunque dal patriarcato”.
La sentenza per Beppe sarà letta in aula lunedì 10 alle ore 9, prima della ripresa del processo per l’operazione Prometeo che vede imputati lo stesso Beppe, Natascia e Robert”.
Bosio (Al), 10 maggio 2021
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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