Nella giornata del 24 ottobre, nel corso della manifestazione sotto la Prefettura di Taranto, un rappresentante di proletari comunisti è intervenuto per portare la posizione sulla rivolta della notte di venerdì scorsa a Napoli e per invitare i lavoratori, lavoratrici e studenti presenti a comprendere e riflettere sulla situazione. a partire da quello che è avvenuto sabato a Napoli nel corso della grande giornata di lotta indetta dal patto d'azione per un fronte unito anticapitaliasta e dall'assemblea nazionale di Bologna - vedi cronache su questo blog oggi 25 ottobre
Siamo partiti dalla considerazione che se il governo, i padroni, insisteranno sulla strada dello scaricamento della crisi e della pandemia sui lavoratori e le masse popolari, allora sarà necessario andare oltre la giornata di lotta di oggi, lo sciopero generale che stiamo preparando come orientamento dell'assemblea nazionale delle lavoratrici e lavoratori combattivi, sarà necessaria la rivolta sui posti di lavoro, nei quartieri proletari, nelle piazze.
Non possiamo accettare un salario sempre più povero, taglieggiato dalla cassa integrazione, licenziamenti e chiusura di fabbriche, scuole chiuse con i ragazzi mandati a casa e la vita dei lavoratori messa a rischio sui posti di lavoro; così, non possiamo accettare l'orribile condizione dei nostri fratelli migranti, malati e rinchiusi.
In questo quadro va inserita la questione Napoli.
Il governatore De Luca si fa propaganda e pubblicità e costruisce la sua ascesa politica facendo il duro, il bullo, lo sceriffo, forzando l'autonomia regionale, andando oltre i provvedimenti del governo, e decide
da un giorno all'altro un sostanziale lockdown, credendosi il padrone della Campania.E' giusto e necessario protestare contro questa arroganza di De Luca di stampo reazionario e autoritario, anche in piena crisi pandemica che preoccupa tutti. Le decisioni in quella Regione come nelle altre vanno prese con il consenso delle masse, con il confronto sia con tutte le realtà delle Istituzioni locali, sia con le associazioni dei lavoratori e tutti gli organismi popolari, dando soluzioni ai lavoratori e a tutti i settori che da un giorno all'altro vedono messi in discussione il reddito e il lavoro.
Quindi il responsabile dei fatti di venerdi sera a Napoli è innanzitutto il presidente della Regione De Luca.
La protesta era inevitabile. E tocca agli organismi dei lavoratori, al tessuto delle realtà organizzate delle masse popolari organizzarla e svilupparla, sia pure in condizioni estremamente difficili e a fronte di un'emergenza sanitaria che si fa sempre più grave.
E' ben chiaro che se le forze dell'ordine invece vengono utilizzate sostanzialmente per reprimere la protesta, aggiungendo al disagio e ai pericoli del covid e alla rabbia per decisioni che mettono a rischio lavoro e reddito, e non danno vere soluzioni per la difesa dalla pandemia, è naturale che le masse rispondano a questa violenza poliziesca. Bisogna garantire la libertà di sciopero e manifestazione.
Noi riteniamo che la protesta, anche violenta se necessaria, deve avere un indirizzo di classe e tutelare tutti gli interessi popolari. Ed è questo che è cominciato ad avvenire a Napoli con la manifestazione del 24
Questo non vuol dire, però, che condividiamo quello che è avvenuto a Napoli la notte del 23 . Non ci piacciono coloro che hanno a cuore solo il loro interesse: tenere aperti Bar e attività e se ne fottono quando in questa città ci sono lotte di disoccupati, di operai, di lavoratori; non ci piacciono i pezzi espliciti di camorra e criminalità che hanno contribuito alla protesta; non ci piacciono gli ultra fascisti anche quando si tratta di giovanissimi che cavalcano la tigre della pandemia e della crisi per imporre il loro potere violento nell'habitat di Napoli; non ci piacciono chi grida "libertà" intendendo la libertà di "fare il cazzo che gli pare" - il negazionismo è sempre fascista e antipopolare -: affari e stili di vita che contrastano con l'emergenza sanitaria e la necessità di garantire norme in una situazione sempre più drammatica che permettano un contenimento della pandemia.
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