lunedì 19 ottobre 2020

pc 19 ottobre - PANDEMIA - PROVVEDIMENTI - RUOLO DEI COMUNISTI

La pandemia si va estendendo pericolosamente, ma inevitabilmente come manifestazione del modo di produzione capitalista nella sua fase imperialista. La pandemia è ciclica come le crisi economiche, quindi quella in corso, e - come ora ammettono anche alcuni medici/scienziati - le prossime pandemie non sono evitabili e si succederanno. 
Questa situazione non è reversibile, se non rovesciando il modo di produzione capitalista. 
Essa, quindi, la dobbiamo considerare come "habitat naturale"" della lotta di classe. La lotta di classe avviene in queste nuove condizioni, e i comunisti devono operare in questo ambito e cogliere le opportunità.

Noi, come abbiamo detto dal primo momento, non volevamo e non vogliamo un ritorno alla “normalità”. Noi vogliamo che tutto cambi e oggi questa lotta perché tutto cambi avviene in questa nuova "normalità pandemica".

La prima questione è affermare tra i proletari e le masse in lotta una analisi "di parte" - questa necessità non solo è tuttora presente, ma indispensabile a fronte dell'estensione nel mondo delle posizioni negazioniste - tutte di destra, fasciste, sovraniste, anche quando vengono espresse nel campo della sinistra, dei movimenti, come di organizzazioni che si dicono comuniste rivoluzionarie. Non conta che altre interpretazione utilizzino dati e studi reali di scienziati, bisogna affermare il primato della politica, dell’ideologia, e della scienza delle scienze, il marxismo-leninismo-maoismo. 
Consideriamo coloro che negano la pandemia, che considerano il virus come un complotto dell’imperialismo, espressioni di correnti reazionarie antiscientifiche. E’ divenuta evidente via via che ogni forma di negazionismo è di orientamento fascio-populista e ha la funzione di disorientare le masse. Per questo l'interpretazione di parte proletaria deve essere "combattente" contro le altre interpretazioni e conseguenze nella prassi. Bisogna combattere l’influenza attuale della piccola e media borghesia commerciante e proprietaria che in un paese imperialista è sempre reazionaria. 

Il giornale proletari comunisti l'ha cominciato a fare con i suoi numeri speciali sulla pandemia - a cui rimandiamo. 

Il governo italiano, come e anche peggio della prima fase, si sta dimostrando totalmente incapace di frenare l'estendersi della pandemia. Ma chiaramente non si tratta di "incapacità" ma della sua natura di essere al servizio degli interessi della borghesia, del grande e medio padronato. 
Da qui i suoi provvedimenti, fondamentalmente ridicoli/assurdi se non addirittura pericolosi nelle conseguenze, che hanno a premessa di non intaccare gli interessi economici dei padroni e invece di intervenire sugli atteggiamenti dei singoli, dei gruppi, dei giovani, delle famiglie (con campagne anche orchestrate ad arte - vedi quella sulla famiglia come "covo del covid"), minacciando e puntando su controlli inutili, quanto inefficaci. 
Anche nei nuovi provvedimenti varati questa notte la linea è fare per non fare ciò che serve. E ancora una volta fabbriche, posti di lavoro, sanità, ma la stessa scuola con i suoi veri problemi non sono nell'agenda del governo.

Il governo del proletariato, che è lo Stato di dittatura proletaria - come abbiamo scritto - eserciterebbe un lockdown maggiore mirato solo alla difesa della salute, della vita, delle condizioni economiche delle masse popolari, dei lavoratori; e lo farebbe facendo leva sugli organismi di potere proletario e gli organismi di massa. 
Che vuol dire, organizzare/mobilitare tutti i sindacati e le organizzazioni politico, sociali del paese, gli organismi di base delle masse, dei giovani, sfruttando il loro carattere di organismi radicati nei posti di lavoro e sul territorio, dando ad essi tutto il potere necessario nella gestione dell’economia nella fase pandemica; sviluppare il ruolo dell’esercito popolare per svolgere tutte le funzioni civili, di assistenza per tutti i problemi delle masse popolari. Mobilitare gli scienziati in forma collettiva e disciplinata - e non come ora in cui ognuno ha le sue "teorie". 
Questo permetterebbe di gestire l'emergenza pandemia senza necessariamente chiudere le fabbriche, le scuole, anzi con i giovani organizzati e mobilitati in un ruolo di prima fila.

Noi non vogliamo che le scuole, le fabbriche, i posti di lavoro, soprattutto quelli più grandi, chiudano, perchè sono i posti in cui c'è l'aggregazione collettiva, necessaria per organizzarsi e lottare, per imporre misure alternative. Gli operai possono rimanere a casa per alcuni giorni poi devono lottare, altrimenti anche nelle loro fila prevalgono le scelte individuali. 
Noi siamo perché tutti i fondi necessari, comunque reperibili, vadano agli operai, ai disoccupati, alle masse popolari, e in tempi rapidi. La cassa integrazione non serve prolungarla se poi non arriva, occorre che le aziende la anticipino e venga pagata al 100% del salario. Siamo per il blocco di tutti i licenziamenti. Per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Siamo per la patrimoniale per far pagare in parte la crisi ai padroni, ai ricchi. Servono fondi per fronteggiare per un periodo prolungato la pandemia e gli effetti di essa. Siamo per creare postazioni sanitarie nelle fabbriche, nei posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole, attrezzati per fare tamponi. 
Siamo per l'aumento reale di aule scolastiche, trasporti, requisendo tutto il necessario. Siamo per l'assunzione subito, massiccia di insegnati.
Anche nella sanità il principale provvedimento deve essere quello di massicce assunzioni di tutte le figure e fondi per tutta la strumentazione necessaria, e per la ricerca. 

I comunisti devono essere bravi ad organizzare e guidare la lotta, in questa crisi/pandemia prolungata. 
I comunisti non sono cosa diversa dalle masse. Ma devono essere un passo avanti alle masse, saper spiegare ai proletari quello che succede, dare indicazioni, cercare di orientare e guidare la loro azione. 

Nessun commento:

Posta un commento