...nè sono morte e
seppellite. Nonostante continuino manifestazioni in diverse paesi si
avverte nell’aria una sostanziale cancellazione e rimozione di
quello che è avvenuto e avviene nel Nord Siria. E quindi tocca ai
comunisti, agli internazionalisti autentici rompere il silenzio,
sollevare il velo e gridare forte il loro sostegno alla resistenza
armata delle masse curde, alle donne armate che ne costituiscono una
prima linea, al battaglione internazionalista che non accetta nessuna
logica di resa o di arretramento.
Certo gli apologeti di
Kobane non rendono un buon servizio all’analisi storico critica del
tipo di guerra in corso nel Nord Siria. Il Nord Siria dimostra in
realtà che solo la guerra di popolo è una strategia vincente. Una
guerra di popolo di lunga durata che domanda Partito, Fronte ed
Esercito. La entusiasmante e complessa esperienza del ‘Confederalismo
democratico’ mostra i limiti e gli internazionalisti che la
sostengono non possono essere solamente dei combattenti in armi ma
devono essere anche portatori, soprattutto le forze maoiste, di una
teoria militare superiore, che è la guerra di popolo e lo Stato di
Nuova democrazia, che sono le sole armi vincenti.
Certo, quando si combatte
e ci si scontra con nemici coalizzati o collusi, come sono
l’imperialismo Usa e l’imperialismo russo, il regime turco del
boia fascista Erdogan e il regime siriano di Assad, è difficile non
esserne schiacciati, è difficile non usare la tattica, come è stato
detto, per “salvare il popolo curdo”; ma bisogna superare la
difficoltà maggiore quella di un’analisi critica sul campo e di un
cambio necessario, perché le grandiose aspirazioni dei combattenti
curdi e l’esempio eroico delle donne di Kobane non diventi una
pagina storica, affossata dall’imperialismo, dal fascismo e
reazione.
Sempre e comunque dalla
parte della resistenza curda!
Sempre e comunque con
Kobane!
Il sangue versato non sarà
mai dimenticato!
La guerra di popolo e la
rivoluzione vinceranno!
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