martedì 5 novembre 2019

pc 5 novembre - ArcelorMittal Taranto - La tempesta perfetta fase 2 - autonomia operaia e lotta di classe sono il problema e la soluzione

La posizione dello Slai cobas per il sindacato di classe

 ArcelorMittal Taranto - giovedì 7 presidio alla port A ore 6

Nella giornata di ieri ArcelorMittal ha inviato ai commissari straordinari Ilva una comunicazione di recesso dal contratto o risoluzione dello stesso per l’affitto, affermando che “la cancellazione dell’immunità penale, provvisoria, e i provvedimenti del Tribunale penale di Taranto che obbligano i commissari straordinari a completare talune prescrizione entro il 13 dicembre 2019, pena lo spegnimento dell’altoforno 2… prescrizioni che dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni… che quindi potrebbero (secondo sempre questa interpretazione di ArcelorMittal) anch’essi essere spenti”, renderebbe impossibile ad AM di attuare il suo piano industriale e il piano ambientale conseguente.
Per questo AM chiede ai commissari di assumersi entro 30 giorni le responsabilità di questa operazione e dei dipendenti.

Si tratta innanzitutto di un inaccettabile ricatto con cui ArcelorMittal intende imporre ad operai, lavoratori e città i suoi diktat circa la produzione, le condizioni della produzione, il disimpegno dal piano ambientale e di conseguenza i livelli di organico che vuole.
La crisi di mercato mondiale dell’acciaio viene scaricato sugli operai con licenziamenti, cassintegrazione permanente, intensificazione dello sfruttamento e le conseguenti ricadute sul piano della sicurezza sul lavoro e dell’inquinamento.

Questa minaccia di AM è rivolta agli operai, innanzitutto, per costringerli, tramite i buoni uffici dei sindacati confederali complici, a far fronte comune con l’azienda, secondo gli interessi dell’azienda che poi si sostanziano in meno salari, più profitti, più produzione a costi bassi, meno posti di lavoro.

Non facciamoci ingannare! E non accettiamo la riunione di emergenza al Mise convocata dal governo che ha un solo e unico scopo: dare ad ArcelorMittal quello che vuole.
Contro padroni e governo non si cede ai ricatti, ma si lotta, per imporre a padroni e governo la difesa dei posti di lavoro, del salario, delle condizioni di lavoro, della sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio.

Naturalmente non va accettato anche l’altro "ricatto", quello dell’ambientalismo piccolo borghese e antioperaio che non vede l’ora di chiudere l’Ilva, cancellando lavoro e possibilità di lotta effettiva per la salute e l’ambiente.

Agli operai diciamo: è la lotta di classe! E nella lotta di classe solo l’autonomia operaia, il sindacato di classe e la lotta generale sono armi per resistere ora, per vincere poi.
L’esperienza in corso alla Whirlpool di Napoli dimostra che resistere si può e si può costringere i padroni a fare un passo indietro e aprire in prospettiva una strada alternativa.

Ad ArcelorMittal si può fare? Lo Slai cobas sc dice SI!

TA. 5.11.19

SLAI COBAS per il sindacato di classe
slaicobasta@gmail.com – 3475301704
via Livio Andronico, 47 Taranto

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