Agli arresti domiciliari i leader di Askatasuna
Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli ritenuti responsabili dalla Digos dei disordini scoppiati nell’estate 2019 a Chiomonte
Askatasuna: Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli. Nel corso
della mattina, 5 novembre 2019, gli investigatori della Digos hanno
notificato ai due attivisti una misura cautelare più restrittiva di
quella a cui erano già sottoposti, l’obbligo della presentazione
quotidiana alle forze dell’ordine, disposto a seguito dell’inchiesta sui
disordini scoppiati nel settembre 2017 in occasione del vertice G7 che
si era tenuto alla Reggia di Venaria. Secondo le indagini della Digos i
due leader avevano curato la regia dei disordini, gestendo le azioni di
violenza messe in atto dai manifestanti, composti «dalla variegata
galassia antagonista torinese e nazionale», come annotano gli
investigatori.
Per i fatti del 2017 Rossetto e Marzuoli la scorsa estate erano finiti ai domiciliari.
Il tribunale dei Riesame aveva poi trasformato la misura
cautelare in obbligo di firma, attenuando le condizioni di restrizione e
accogliendo le richieste dei difensori. Secondo gli accertamenti della
Digos, a poco più di una settimana dalla decisione del Riesame, i due si
sarebbero però resi protagonisti, in occasione della IV Edizione del
Festival Alta Felicità, tradizionale kermesse musicale estiva a sostegno
della lotta No Tav, di altri fatti «analoghi a quelli commessi durante
il G7 di Venaria».
I fatti
Lo scorso 27 luglio, durante il corteo di protesta No Tav organizzato nei boschi di Giaglione e Chiomonte, alcuni attivisti, «sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna», stando alla ricostruzione della Digos, avevano danneggiato con cesoie, flessibili ed estintori una delle cancellate metalliche che sbarra la strada verso il cantiere dell’Alta Velocità. Contro la polizia erano stati poi lanciati ordigni esplosivi e pietre. «In tale contesto – spiegano gli investigatori - Rossetto e Marzuoli incitavano e coordinavano manifestamente tutte le condotte criminose dei partecipanti, concorrendo altresì nella materiale esecuzione degli illeciti». Da qui la richiesta della procura, inoltrata al tribunale, di ripristinare gli arresti domiciliari.
Lo scorso 27 luglio, durante il corteo di protesta No Tav organizzato nei boschi di Giaglione e Chiomonte, alcuni attivisti, «sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna», stando alla ricostruzione della Digos, avevano danneggiato con cesoie, flessibili ed estintori una delle cancellate metalliche che sbarra la strada verso il cantiere dell’Alta Velocità. Contro la polizia erano stati poi lanciati ordigni esplosivi e pietre. «In tale contesto – spiegano gli investigatori - Rossetto e Marzuoli incitavano e coordinavano manifestamente tutte le condotte criminose dei partecipanti, concorrendo altresì nella materiale esecuzione degli illeciti». Da qui la richiesta della procura, inoltrata al tribunale, di ripristinare gli arresti domiciliari.
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