Continua in Francia la mobilitazione a sostegno
di Vincenzo Vecchi, il compagno italiano ricercato per i fatti del G8 di Genova del 2001
arrestato in Francia ad agosto scorso, in vista del 15 novembre,
giorno in cui la Corte di Appello di Rennes deciderà sulla sua
eventuale estradizione in Italia. Ieri a Parigi si è svolta una
conferenza stampa organizzata dal Comitato di solidarietà a Vecchi
alla quale hanno partecipato, tra gli altri, anche Eric Vuillard,
scrittore e cineasta francese che nel 2017 che ha vinto il
prestigioso premio letterario Goncourt per il suo romanzo
‘L’ordine del giorno’, e lo scrittore Pierre Lemaitre, che ha vinto lo stesso premio nel 2013 con ‘Ci rivediamo lassù’. Già il primo ottobre Vuillard e Lemaitre avevano firmato un appello, pubblicato sul quotidiano ‘Le Monde’, sottoscritto tra gli altri dal filosofo Giorgio Agamben, dalla scrittrice Annie Ernaux e del cantante Manu Chao. Nel corso della conferenza stampa, i membri del ‘Comitato di solidarietà a Vincenzo’, che si è costituito a Rochefort-en-Terre, in Bretagna, dove Vecchi ha vissuto negli ultimi 8 anni, hanno illustrato gli aspetti giuridici della vicenda e gli aspetti politici. Vuillard ha parlato dei problemi “alla libertà che minacciano la società” in Francia e in Italia e più in generale nel mondo.
“Vincenzo Vecchi – spiega all’Adnkronos
Vuillard – va rimesso in libertà. Le accuse a lui rivolte
sono estremamente poco consistenti e le incriminazioni dubbie e
problematiche. Siamo molto preoccupati in vista di quello che
potrà decidere la Corte di Appello il 15 novembre anche se restiamo
fiduciosi“. Al termine dell’udienza del 24 ottobre, durante
la quale si sono svolte le arringhe degli avvocati di Vecchi,
Marie-Line Asselin, Catherine Glon e Maxime Tessier, la Corte
d’Appello ha annunciato che deciderà il 15 novembre sulla sorte di
Vecchi. L’udienza del 24 ottobre era stata convocata dopo che le
autorità italiane avevano fornito, entro il 10 ottobre come
richiesto, il supplemento di informazioni relativo ai due mandati di
arresto europei che erano stati emanati nei confronti di Vincenzo
Vecchi. Gli avvocati di Vecchi, latitante da 8 anni e che era
ricercato per i fatti del G8 di Genova del 2001, hanno chiesto al
tribunale di dichiarare la nullità del mandato d’arresto europeo
e, in subordine, la possibilità per il loro assistito di scontare la
condanna in Francia. Vecchi era stato condannato, con sentenza
resa definitiva dalla Corte di Cassazione il 13 luglio 2012, alla
pena di 11 anni e 6 mesi per le violenze verificatesi durante il G8
di Genova. Aveva inoltre riportato una condanna a 4 anni di
reclusione per alcuni scontri che hanno avuto luogo in occasione di
una manifestazione antifascista a Milano nel marzo del 2006. Il 23
agosto scorso la Corte di Appello di Rennes non aveva concesso
l’immediata estradizione di Vecchi, chiedendo alle autorità
italiane di fornire, appunto entro il 10 ottobre, un supplemento di
informazioni relativo ai due mandati di arresto europei che erano
stati emanati nei confronti di Vecchi. Il 27 settembre scorso la
Corte d’appello di Rennes aveva respinto la richiesta di
scarcerazione che era stata presentata dall’italiano. Gli avvocati
di Vecchi, che avevano presentato la richiesta di rilascio lo scorso
22 agosto, chiedevano che fossero concessi gli arresti domiciliari
con braccialetto elettronico. “La nostra preoccupazione – rileva
lo scrittore francese – è forte. Nel mondo, in Francia e anche in
Italia, siamo in un periodo storico sfavorevole alle libertà
pubbliche. Il diritto a manifestare è sempre più regolato, in
Francia è diventato difficile assistere alle udienze al Tribunale
soprattutto dopo l’ondata di terrorismo. Le nostre libertà
pubbliche, che prevedono anche il diritto di manifestare, vengono
sempre più limitate. E’ da 20-30 anni che assistiamo a questo
fenomeno che si è accelerato dopo l’11 settembre 2001. Auspichiamo
che questo quadro preoccupante non abbia conseguenze sulla decisione
che la Corte prenderà”, sostiene Vuillard. “Quello che è
importante è che i giudici possano decidere liberamente e
auspichiamo che abbiano il coraggio di interpretare la legge nel modo
giusto”. Vuillard punta il dito sulla questione del principio della
doppia incriminazione per fatti precedenti all’istituzione dei
mandati europei. Queste condanne, aggiunge lo scrittore, “per
devastazione e saccheggio sono contrarie ai principi generali del
diritto. Una persona non può essere condannata in questo modo solo
perché ci sono stati disordini durante una manifestazione. È una
legge dubbia e i fatti riscontrati nei confronti di Vecchi sembrano
tutt’altro che inconfutabili”. L’articolo 419 del codice
penale, quello che prevede appunto, il reato di devastazione e
saccheggio, prevede che ‘chiunque (…) commette fatti di
devastazione o di saccheggio è punito con la reclusione da otto a
quindici anni. La pena è aumentata se il fatto è commesso nel corso
di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico’. Vuillard
ribadisce inoltre che l’attuale capo della Polizia, Franco
Gabrielli, nel 2017 “ha riconosciuto che al G8 di Genova c’è
stata tortura” nella caserma di Bolzaneto. “E quindi, se si parla
di tortura, si dovrebbero riconsiderare anche i fatti che sono di 18
anni fa”. In palio, secondo lo scrittore, “è il tema della
democrazia e delle libertà”. Il 24 ottobre scorso nel corso
dell’udienza, ha ricordato ieri Vuillard durante la conferenza
stampa a Parigi, “Vecchi ha dichiarato, rivolgendosi alla Corte,
che ‘c’è una politica di ‘caccia all’uomo’ e di vendetta
da parte dell’Italia. Non mi considero come un prigioniero
politico ma la decisione che prenderete sarà una decisione
politica’”. Per Vuillard “Vecchi non è un criminale. E’ un
manifestante. E poco importa che sia o meno un’attivista, poco
importa che sia o no un ribelle”. Per lo scrittore una cosa è
certa. “Non è un criminale e condannare a 12 anni di carcere
qualcuno che non ha commesso alcun crimine può solo avere lo scopo
di far paura, di terrorizzare”. Per Vuillard, “in un momento in
cui le libertà pubbliche subiscono delle violazioni sempre più
forti, più preoccupanti, ci dobbiamo chiedere in quale mondo
vogliamo vivere? Se non facciamo nulla per impedire che un uomo
sia consegnato all’Italia per questi futili motivi, allora un
giorno, bisognerà, forse, rammaricarsi e bere di nascosto la nostra
vergogna“.‘L’ordine del giorno’, e lo scrittore Pierre Lemaitre, che ha vinto lo stesso premio nel 2013 con ‘Ci rivediamo lassù’. Già il primo ottobre Vuillard e Lemaitre avevano firmato un appello, pubblicato sul quotidiano ‘Le Monde’, sottoscritto tra gli altri dal filosofo Giorgio Agamben, dalla scrittrice Annie Ernaux e del cantante Manu Chao. Nel corso della conferenza stampa, i membri del ‘Comitato di solidarietà a Vincenzo’, che si è costituito a Rochefort-en-Terre, in Bretagna, dove Vecchi ha vissuto negli ultimi 8 anni, hanno illustrato gli aspetti giuridici della vicenda e gli aspetti politici. Vuillard ha parlato dei problemi “alla libertà che minacciano la società” in Francia e in Italia e più in generale nel mondo.
Emmanuel Cazalé
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