Lo sciopero ha avuto contenuti e
obiettivi sindacali che esprimono gli interessi attuali dei
lavoratori, ma con un segno politico contro l'insieme della politica
antioperaia e antipopolare del governo, in particolare contro i
decreti sicurezza, contro la repressione delle lotte proletarie e
sociali, contro ogni fascismo e razzismo, contro la cancellazione
della democrazia e diritti sindacali dei lavoratori, contro la
politica imperialista dell'Italia di attacco ai popoli: Libia, curdi,
ecc. Nello stesso tempo è stata altrettanto chiara la denuncia e lo
scontro verso l'opposizione reazionaria e fascio-razzista di Salvini.
Lo sciopero ha visto una buona
partecipazione, in alcune realtà anche più vasta delle aspettative,
soprattutto nei settori precari, più sfruttati e sottopagati.
Ma soprattutto lo sciopero ha contribuito a un avanzamento dell'unità dei lavoratori. Settori diversi di
lavoratori, lavoratori italiani e immigrati hanno rafforzato la loro
unità di classe. Questa volta è stata ancor più evidente la volontà di
lottare insieme, e, lì dove lo sciopero e le iniziative erano
costruite da due sindacati di base, vedi Bergamo, i lavoratori hanno lottato insieme senza differenziarsi per
appartenenze sindacali.
Per i proletari, come dice Marx, il
risultato più prezioso della lotta è l'unità di classe.
Questo pone la questione dell'unità in
un unico sindacato di classe del sindacalismo di base, di classe e
combattivo, per avanzare nella battaglia necessaria di unità di
tutti i lavoratori.
Ma su questo occorre essere chiari. Il
25 ottobre, nell'evidenziare gli aspetti positivi e avanzati, ha
messo in luce anche dei limiti e problemi che permangono e fanno da
ostacolo ad una giusta linea, pratica e unità di classe,
all'obiettivo che deve essere comune di intensificare la guerra di
classe.
Lo Slai cobas per il sindacato di
classe ha lavorato sia a livello nazionale sia in alcune realtà dove
era
possibile ad un fronte unico del sindacalismo di base, col Si.Cobas, con chiarezza e anche dove era necessario non nascondendo problemi e differenze per lavorare per superarle. Non altrettanto, è stato fatto da altri sindacati firmatari della convocazione dello sciopero del 25. Un esempio sono stati la Cub, Sgb, che pur promotori dello sciopero del 25 o hanno fatto iniziative in proprio, o, come a Taranto, la Cub non ha speso neanche mezza parola, neanche a livello di informazione ai lavoratori, per lo sciopero, di fatto sabotandolo.
Chiaramente il 25 è stato un primo passo, per allargare l'area dello sciopero bisogna sviluppare di più e meglio un lavoro per unire le realtà di classe combattive presenti nel sindacalismo di base indipendentemente dalla posizione dei loro vertici, verso cui invece bisogna intensificare la critica e la lotta costruttiva; così come occorre guardare e collegarsi alle realtà operaie al centro dello scontro con padroni, anche quando esse sono ancora nelle mani dei sindacati confederali, vedi Whirlpool, ArcelorMittal e altre realtà di operai già in lotta contro licenziamenti, chiusura di fabbriche, ecc - vedi la lotta per il contratto dei metalmeccanici. Questo lo Slai cobas per il sindacato di classe lo aveva già detto nell'assemblea di Napoli del 29 settembre.
possibile ad un fronte unico del sindacalismo di base, col Si.Cobas, con chiarezza e anche dove era necessario non nascondendo problemi e differenze per lavorare per superarle. Non altrettanto, è stato fatto da altri sindacati firmatari della convocazione dello sciopero del 25. Un esempio sono stati la Cub, Sgb, che pur promotori dello sciopero del 25 o hanno fatto iniziative in proprio, o, come a Taranto, la Cub non ha speso neanche mezza parola, neanche a livello di informazione ai lavoratori, per lo sciopero, di fatto sabotandolo.
Chiaramente il 25 è stato un primo passo, per allargare l'area dello sciopero bisogna sviluppare di più e meglio un lavoro per unire le realtà di classe combattive presenti nel sindacalismo di base indipendentemente dalla posizione dei loro vertici, verso cui invece bisogna intensificare la critica e la lotta costruttiva; così come occorre guardare e collegarsi alle realtà operaie al centro dello scontro con padroni, anche quando esse sono ancora nelle mani dei sindacati confederali, vedi Whirlpool, ArcelorMittal e altre realtà di operai già in lotta contro licenziamenti, chiusura di fabbriche, ecc - vedi la lotta per il contratto dei metalmeccanici. Questo lo Slai cobas per il sindacato di classe lo aveva già detto nell'assemblea di Napoli del 29 settembre.
L'unità sindacale di classe è base e realtà necessaria della proposta di fronte anticapitalista
Noi siamo per il fronte unito dei
proletari e masse popolari, che raccolga organizzazioni politiche e
sociali impegnate nelle lotte dei lavoratori e sociali.e contro l'intera politica dei governi dei padroni, l'intera azione dello Stato borghese, con la necessaria contrapposizione oggi al fascismo e al razzismo e alle loro forze organizzate. Il problema è chi dirige questo
fronte, quale classe. Il fronte o lo dirige il proletariato o lo
dirige la piccola borghesia con i suoi movimenti. Perchè lo diriga
il proletariato, esso si deve organizzare politicamente, essere
autonomo dai movimenti della piccola borghesia, E il proletariato è
autonomo se si organizza nel suo Partito. Senza partito della classe
gli operai non possono avere egemonia e dirigere il fronte. E quando
non c'è l'egemonia della classe operaia, c'è l'egemonia della
piccola borghesia.
Quindi il Si.cobas non può parlare di Fronte
anticapitalista svicolando da questo problema. Altrimenti si parla di
Fronte ma si pratica al massimo un coordinamento di realtà varie, in
cui l'egemonia politica e di prospettiva ce l'ha il movimento che
porta in piazza più numeri, indipendentemente dai contenuti e
obiettivi di classe.
Quale quindi in sintesi la nostra posizione.
1 - Sì all'unità del sindacalismo di classe. In questo senso e per questo obiettivo noi pensiamo che lo Slai cobas per il sindacato di classe nel suo prossimo coordinamento nazionale aderirà al fronte anticapitalista e porterà nel suo seno le ulteriori proposte in merito
2 - proletari comunisti lavora per la costruzione innanzitutto del Partito e su questo occorre approfondire il lavoro, l'analisi, la critica con tutta l'area che si ritrova nel fronte anticapitalista ora, sviluppando l'unità d'azione su campagne, scadenze, iniziative.
proletari comunisti/PCmItalia
6 novembre 2019
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