Cosa si sono veramente detti Conte e Mittal? gli operai devono dire chiaramente cosa vogliono! la loro piattaforma e la lotta per imporla è la questione principale
Conte: “ArcelorMittal disponibile a un’interlocuzione. Rinvieremo il processo se garantisce la produzione”
L’annuncio
arriva da Giuseppe Conte, al termine di 4 ore di trattativa a Palazzo
Chigi con l’azienda: “L’obiettivo è un nuovo piano industriale”. Per
questo, ha detto il premier, “siamo disposti a concedere un differimento
del processo, la cui prima udienza è fissata per il 27 novembre. A
condizione che sia garantita l’attività produttiva”
Se il nuovo piano industriale contiene le stesse cose che vuole Mittal non può essere accettato dai lavoratori e non deve essere come l'altra volta che si è detto niente esuberi e poi ce ne sono stati 1600 insieme alle discriminazioni, la pulizia etnica, unite all'attacco alle condizioni di lavoro e diritti degli operai
La piattaforma dei lavoratori deve essere una sola e senza la lotta non si può ottenere:
Nessuna chiusura/nessun esubero con un piano serio per il rientro dei cassintegrati - nelle ditte dell'appalto, salvaguardia di lavoro, salari e diritti – sicurezza in fabbrica, con una postazione ispettiva permanente sotto controllo operaio, dentro l’area Ilva e appalto – trattazione del problema degli eventuali esuberi con l’estensione dei benefici amianto -anche con una legge speciale TARANTO – una reale bonifica e ambientalizzazione della fabbrica a tappe forzate, con un utilizzo generale dei lavoratori, che così rientrano al lavoro tutti i cassintegrati.
Sul fronte della salute, emergenza ambientale e sanitaria con la bonifica integrale del territorio si può e si deve fare di più. Vogliamo nuovi fondi dello Stato a sostegno - torniamo agli 8 miliardi necessari indicati nel 2012 dall'inchiesta Todisco.
Se il nuovo piano industriale contiene le stesse cose che vuole Mittal non può essere accettato dai lavoratori e non deve essere come l'altra volta che si è detto niente esuberi e poi ce ne sono stati 1600 insieme alle discriminazioni, la pulizia etnica, unite all'attacco alle condizioni di lavoro e diritti degli operai
La piattaforma dei lavoratori deve essere una sola e senza la lotta non si può ottenere:
Nessuna chiusura/nessun esubero con un piano serio per il rientro dei cassintegrati - nelle ditte dell'appalto, salvaguardia di lavoro, salari e diritti – sicurezza in fabbrica, con una postazione ispettiva permanente sotto controllo operaio, dentro l’area Ilva e appalto – trattazione del problema degli eventuali esuberi con l’estensione dei benefici amianto -anche con una legge speciale TARANTO – una reale bonifica e ambientalizzazione della fabbrica a tappe forzate, con un utilizzo generale dei lavoratori, che così rientrano al lavoro tutti i cassintegrati.
Sul fronte della salute, emergenza ambientale e sanitaria con la bonifica integrale del territorio si può e si deve fare di più. Vogliamo nuovi fondi dello Stato a sostegno - torniamo agli 8 miliardi necessari indicati nel 2012 dall'inchiesta Todisco.
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