mercoledì 20 novembre 2019

pc 20 novembre - Spese militari: nessuno stop, nessun dimezzamento delle spese per gli F35

Passa la mozione della maggioranza PD-M5S che approva il programma militare

Deve riprendere la lotta contro la politica militare imperialista filo-NATO rappresentata oggi da questo governo e dall'opposizione  fascio-leghista, tutti asserviti al protagonismo della borghesia imperialista italiana nella contesa mondiale.

La mozione della Lega (con appoggio di FdI e FI) ha riportato alla Camera il dossier F-35.
Gli ingannapopolo dei 5S nell' "interesse" dell'Italia (Luca Frusone, componente della commissione Difesa): «Temi come quello degli F35 sono complicati. Noi abbiamo criticato il programma - ammette Frusone - e di certo non rimpiangiamo quella scelta. Quello che oggi vogliamo chiedere al governo - ha aggiunto - è di valutare seriamente, e con coscienza, il prosieguo del programma, considerando tutte le possibilità. Come un buon padre di famiglia - dice il deputato grillino - tenendo a mente l'interesse dell'Italia».
«È un passo in avanti per la credibilità del nostro paese, il programma che ha importanti ricadute economiche e occupazionali può andare avanti», ha detto il deputato Pd Pagani. E il collega 5 Stelle Russo, capogruppo anche lui in commissione difesa, ha aggiunto che così «potrà essere valorizzato il centro di Cameri dove si assemblano gli F35». 
Italia Viva con Nicola Carè ha inoltre definito “assolutamente ragionevole” (promettendo
sostegno) la proposta della Lega per impegnare al governo “ad esplorare la possibilità di allargare ulteriormente gli ambiti di cooperazione nel campo aerospaziale e della difesa tra le aziende leader italiane e i colossi americani del settore”.
Si dice soddisfatto anche Erasmo Palazzotto di Leu: «È necessaria una riflessione seria sul ruolo che l'Italia deve avere nello scacchiere internazionale in questa fase storica, il nostro Paese si dovrebbe fare promotore di una politica di riduzione degli armamenti. Con questo voto - sostiene il deputato - il Governo ha tutti gli strumenti per riaprire il negoziato e tornare all'obiettivo del dimezzamento del budget già approvato dal Parlamento italiano nel 2014. Adesso è arrivato il momento di farlo».

Le organizzazioni pacifiste ricordano come l’Italia abbia già «sottoscritto contratti per almeno 28 velivoli spendendo fino ad ora una cifra di almeno 5 miliardi di euro (comprese le fasi iniziali di sviluppo). Se il profilo di acquisizione dovesse essere confermato saranno ancora almeno 9 i miliardi di euro da spendere, che diventeranno almeno 50 complessivamente lungo tutto il ciclo di vita del programma.

Luca Liverani martedì 19 novembre 2019
avvenire

Voltafaccia del M5s, da sempre contrario: «Le condizioni rispetto a 6 anni fa sono cambiate». Anche il Pd rinuncia al dimezzamento della spesa chiesto nel 2014. «Grande delusione» della campagna NOF35
Virata a 180° del Movimento 5 stelle sugli F35. La mozione della maggioranza approvata ieri sera alla Camera registra un cambiamento radicale della storica posizione dei grillini, ostinatamente contrari al costoso programma di acquisto di 90 cacciabombardieri Lockheed Martin. In retromarcia anche il Pd, che nel 2014 aveva sostenuto la mozione Scanu che chiedeva al governo di dimezzare l'investimento per il costoso programma di velivoli. Peraltro mai attuata dai governi dem. Duro il commento della Campagna “Taglia le ali alle armi”, che esprime «grande delusione: la mozione della maggioranza non chiede il taglio o la sospensione del programma, ma solo di “valutare le future fasi del programma tenendo conto dei mutamenti del contesto geopolitico, delle nuove tecnologie, dei costi che si profilano, degli impegni internazionali assunti dall'Italia, delle esigenze di contenimento della spesa pubblica, della tutela e delle opportunità dell’industria italiana del comparto difesa e dell’occupazione"».
La Campagna “Taglia le ali alle armi” invece «chiede la cancellazione definitiva della partecipazione italiana al programma F35, un inutile spreco di risorse».
Le organizzazioni pacifiste ricordano come l’Italia abbia già «sottoscritto contratti per almeno 28 velivoli spendendo fino ad ora una cifra di almeno 5 miliardi di euro (comprese le fasi iniziali di sviluppo). Se il profilo di acquisizione dovesse essere confermato saranno ancora almeno 9 i miliardi di euro da spendere, che diventeranno almeno 50 complessivamente lungo tutto il ciclo di vita del programma. Nonostante i recenti annunci soddisfatti di Lockheed Martin (la capo-commessa del progetto) in direzione opposta, i costi per singolo velivolo (in leggera discesa perché il Pentagono sta volontariamente comprando più aerei) continuano a rimanere molto alti se si considerano anche retrofit e completamento di tutte le parti. E lo stesso Pentagono ha dovuto confermare in questi giorni i numerosi problemi tecnici che mantengono bassissima l’affidabilità della flotta. Tanto è vero che è stata posticipata di un anno (ulteriore ritardo rispetto a tutti i programmi iniziali) la firma dei contratti di produzione definitiva».

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