La Rivoluzione in un paese imperialista
non è semplice applicazione di teorie lette nei libri. Richiede uno
sforzo di comprensione sullo Stato, un'analisi dello Stato e degli
apparati dello Stato in un paese imperialista come l'Italia ad
elevato sviluppo economico. Questa analisi è stata elaborata da
Gramsci
nelle Tesi di Lione, esito vincente della lotta tra le 2 linee all'interno del Partito di cui assume la direzione, e nel carcere.
nelle Tesi di Lione, esito vincente della lotta tra le 2 linee all'interno del Partito di cui assume la direzione, e nel carcere.
Da qui partiamo per affrontare il
concetto di egemonia in Gramsci. Tema che riprende Lenin del "Che
fare?" e che si lega alla Formazione Operaia su "Stato e
Rivoluzione", perchè è sulla concezione leninista dello Stato
che il Partito rivoluzionario traccia la sua linea di demarcazione
con l'opportunismo e qui il concetto di egemonia può essere
affermato. L'autonomia del proletariato è il presupposto
dell'esercizio dell'egemonia nel Fronte Unito, autonomia che vuol
dire una sola cosa: costruzione del Partito.
Su come costruire le alleanze di classe
necessarie al proletariato per vincere non si può non tenere conto
di questo, se si vogliono sconfiggere l'influenza della borghesia e
dell'opportunismo piccolo-borghese nei movimenti, in tutte quelle
ramificazioni organizzate, dal sindacato alla scuola, ai partiti,
alle parrocchie, ai mass media, che vengono comunemente chiamate
"società civile" e che non sono altro, in un
paese imperialista come il nostro, che cintura di protezione dello
Stato, dove la borghesia imperialista esercita il suo dominio. La
struttura dello Stato non si presenta solo nella forma classica,
repressiva, con polizia e tribunali, ma dietro a questo
“tremolio dello Stato si scorge subito una robusta struttura della
società civile. Lo Stato è solo una trincea avanzata, dietro cui
sta una robusta catena di fortezze e di casematte” (Note
sul Machiavelli)....
Gramsci chiama “società
politica+società civile, cioè egemonia corazzata di coercizione”,
"lo Stato.
Ma se perdiamo di vista in Gramsci la
dittatura del proletariato, la rivoluzione armata, la lotta per il
Partito, la "guerra di posizione" che è lo
svolgersi della Rivoluzione in un paese imperialista, il tutto si
riduce alla “via elettorale al socialismo”, propria del
revisionismo. Secondo Gramsci invece in Russia la Rivoluzione si è
realizzata nella forma di "guerra di movimento"
con l'insurrezione come esito finale della preparazione, e usa questa
formula per definire una società "in cui non esistevano
ancora i grandi partiti di massa e i grandi sindacati economici e la
società era ancora, per così dire, allo stato di fluidità per
molti aspetti: maggiore arretratezza della campagna e monopolio quasi
completo dell'efficienza politico-statale in poche città o
addirittura in una sola, apparato statale relativamente poco
sviluppato e maggiore autonomia della società civile dall'attività
statale, determinato sistema delle forze militari e dell'armamento
nazionale, maggiore autonomia delle economie nazionali dai rapporti
economici del mercato mondiale ecc...." E
ancora: "In Oriente lo Stato era tutto, la
società civile - sistema egemonico borghese, partiti borghesi ecc..-
era primordiale e gelatinosa" (Note sul Machiavelli).
In un paese imperialista
l'accumulazione delle forze per la Rivoluzione non può
coincidere con l'attività politica dei comunisti nelle istituzioni
della società civile ma solo con la lotta rivoluzionaria: le Tesi di
Lione si chiudono con l'affermazione che il problema dello Stato non
può essere risolto “nell'interesse della classe operaia in
una forma che non sia quella della dittatura del proletariato”
e, nell'articolo del 13 gennaio 1921, Gramsci, salutando l'apertura
del Congresso di Livorno, afferma che la vittoria del proletariato
può avvenire “solo spezzando l'attuale macchina dello Stato
borghese”.
Quindi il problema dell'egemonia per
Gramsci è il rapporto coscienza/spontaneità esposto nel "Che
fare?" di Lenin. E' principalmente la lotta per la costruzione
del Partito in un paese imperialista la premessa necessaria per
l'assalto alle "casematte" della borghesia imperialista,
non si può pensare di sconfiggere l'influenza del liberalismo
borghese sulle masse operaie e popolari e sviluppare la coscienza di
classe, formare il blocco rivoluzionario/Fronte Unito se non partiamo
dalla costruzione del Partito. O "egemonia borghese" o
"egemonia proletaria". Gramsci afferma nel Quaderno su
Machiavelli: "la tecnica politica moderna è completamente
mutata dopo il 1848, dopo l'espansione del parlamentarismo, del
regime associativo sindacale e di partito, del formarsi di varie
burocrazie statali e 'private' (politico-private, di partiti e
sindacati) e le trasformazioni avvenute nell'organizzazione della
polizia in senso largo, cioè non solo del servizio statale destinato
alla repressione della delinquenza, ma dell'insieme delle forze
organizzate dallo Stato e dai privati per tutelare il dominio
politico ed economico delle classi dirigenti. In questo senso, interi
partiti 'politici' e altre organizzazioni economiche o di altro
genere devono essere considerati organismi di polizia politica, di
carattere investigativo e preventivo".
L'egemonia,
per Gramsci, è politica, organizzativa e 'sociale'
“Un gruppo sociale può e anzi deve essere dirigente già prima di
conquistare il potere governativo (è questa una delle condizioni
fondamentali per la stessa conquista del potere); dopo, quando
esercita il potere, anche se lo tiene fermamente in pugno, diventa
dominante ma deve continuare ad essere anche dirigente” (Il
Risorgimento). Questo concetto viene precisato da Gramsci quando
afferma: “ Un gruppo sociale è dominante dei gruppi sociali
che tende a “liquidare” e a sottomettere anche con la forza
armata ed è dirigente dei gruppi affini ed alleati”.
Che ci vuole un'analisi marxista delle
società imperialiste, che non ci debba essere un automatismo con la
Rivoluzione in un paese imperialista lo afferma subito Lenin
al VI Congresso del partito comunista russo: “Bisogna tener
conto che la rivoluzione socialista mondiale nei paesi progrediti non
può cominciare con la stessa facilità con cui si è cominciata in
Russia, paese di Nicola e di Rasputin, dove per un'immensa parte
della popolazione era indifferente sapere quali popoli abitassero la
periferia e cosa avvenisse là. In un paese simile era facile
incominciare la Rivoluzione, facile come sollevare una piuma. Ma
cominciare senza preparazione la Rivoluzione in un paese dove il
capitalismo si è sviluppato, ha dato una cultura ed il senso di
un'organizzazione democratica a tutti gli uomini, sino all'ultimo,
sarebbe un errore, un'assurdità”.
E una lettera di Gramsci a
Togliatti e Terracini scritta da Vienna il 9 febbraio 1924 lo
conferma: “La determinazione che in Russia era diretta e
lanciava le masse nelle strade all'assalto rivoluzionario,
nell'Europa centrale e occidentale si complica per tutte queste
superstrutture politiche create dal più grande sviluppo del
capitalismo, rende più lenta e e più prudente l'azione delle masse
e domanda quindi al Partito rivoluzionario tutta una strategia e una
tattica ben più complesse e di lunga lena di quelle che furono
necessari ai bolscevichi nel periodo tra marzo e novembre del 1917”.
Scrive Gramsci sul Quaderno sul
Machiavelli: “La stessa rivoluzione deve avvenire nell'arte e
nella scienza politica, almeno per ciò che riguarda gli stati più
avanzati, dove la “società civile” è diventata una struttura
molto complessa e resistente alle “irruzioni catastrofiche
dell'elemento economico immediato (crisi, depressioni, ecc..): le
superstrutture della società civile sono come il sistema delle
trincee nella guerra moderna. Come in questa avveniva che un accanito
attacco di artiglieria sembrava avesse distrutto tutto il sistema
difensivo avversario, ma ne aveva invece solo distrutto la superficie
esterna ed al momento dell'attacco e dell'avanzata gli assalitori si
trovavano di fronte una linea difensiva ancora efficiente, così
avviene nella politica durante le grandi crisi economiche: né le
truppe assalitrici per effetto della crisi si organizzano
fulmineamente nel tempo e nello spazio, né tantomeno acquistano uno
spirito aggressivo: per reciproca, gli assaliti non si demoralizzano,
né abbandonano le difese, pur tra le macerie, né perdono la fiducia
nelle proprie forze e nel proprio avvenire. Le cose certo non
rimangono tali e quali ma è certo che viene a mancare l'elemento
della rapidità, del tempo accellerato, della marcia progressiva
definitiva come si aspetterebbero gli strateghi del cadornismo
politico... si tratta dunque di studiare, con profondità, quali sono
gli elementi della società civile che corrispondono ai sistemi di
difesa della guerra di posizione”.
Studiare sì, questi elementi ma per
combatterli, ed è il compito dell'autonomia operaia, del suo
Partito, dei suoi quadri comunisti, perchè queste
"fortificazioni"/"territori sociali" operano per
dividere e disgregare la coscienza di classe, per fiaccare le sue
lotte. Questi "territori", come nella concezione della
guerra popolare maoista, devono essere “liberati” dal Partito di
tipo nuovo, comunista, rivoluzionario!"
Un compagno del gruppo di studio e formazione operaia RAVENNA
Un compagno del gruppo di studio e formazione operaia RAVENNA
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