IWA-GB (Associazione dei
lavoratori indiani in GB)
Condanniamo la sentenza contro il
Prof GN Saibaba e altri 5 in India!
Condanniamo la parodia di giustizia
e lo strangolamento delle voci democratiche di dissenso!
Abolizione delle leggi liberticide
come l’UAPA!
Liberazione di tutti i prigionieri
politici!
La condanna all’ergastolo emessa il 7
marzo 2017 dal dal Tribunale distrettuale Gadchiroli, stato del
Maharashtra, contro il Professor G N Saibaba della Delhi University è
scandalosamente ingiusta. La corte lo ha condannato insieme ad altri
cinque in base alla draconiana legislazione antiterrorismo, Unlawful
Activities Prevention Act (UAPA). I cinque condannati insieme a
Saibaba sono il giornalista e attivista Prashant Rahi, lo studente
della Jawaharlal Nehru University Hem Mishra e gli
adivasi Pandu Narote, Mahesh Tirki e Vijay Tirki. (i primi cinque sono stati condannati all’ergastolo, Vijay Tirki a 10 anni di carcere).
adivasi Pandu Narote, Mahesh Tirki e Vijay Tirki. (i primi cinque sono stati condannati all’ergastolo, Vijay Tirki a 10 anni di carcere).
È chiaro che la sentenza è stata
decisa per terrorizzare tutte le voci democratiche di dissenso contro
il governo delle caste superiori Brahmaniche Hindutva del BJP. Se il
giudice afferma che le accuse contro gli imputati sono state
“dimostrate oltre ogni ragionevole dubbio”, secondo l’avvocato
difensore non vi è quasi nessuna prova contro di loro. Va ricordato
che nel 2013 la polizia per due volte perquisì illegalmente
l’abitazione del dottor Saibaba, sequestrando i dischi rigidi dei
suoi computer senza sigillarli (come richiesto dalla procedura di
polizia), gli stessi che hanno poi prodotto in tribunale come prova.
Quei dischi rigidi possono essere stati facilmente manomessi mentre
erano in possesso della polizia. Successivamente, nell’aprile 2014,
la polizia del Maharashtra ha sequestrato lo stesso professore,
costretto su sedia a rotelle, e lo ha incriminato in base a diversi
articoli del UAPA, accusandolo di fare guerra allo Stato indiano.
Nell’aprile 2016 la Corte Suprema ha concesso Saibaba la libertà
su cauzione incondizionata, motivata dal suo stato di salute - soffre
di disabilità al 90% - e dal fatto che tutti i testimoni nel
processo erano già stati interrogati.
Durante i due anni trascorsi in attesa
di giudizio nella prigione centrale di Nagpur, a Saibaba sono state
negate terapie e assistenza medica, causando il rapido peggioramento
della sua salute. Dopo la libertà su cauzione, lo scorso anno,
Saibaba è stato in cura per problemi cardiaci, calcoli alla
cistifellea, pancreatite e ipertensione arteriosa. È stato anche
sottoposto a fisioterapia per le varie complicazioni ortopediche che
si erano sviluppate alla schiena e alle spalle mentre in prigione. È
stato ricoverato in terapia intensiva in un ospedale di Delhi ed è
stato dimesso solo il 28 febbraio 2017. Si stava preparando a
sottoporsi ad intervento chirurgico per la rimozione della
cistifellea, che avrebbe dovuto effettuarsi entro un mese, quando, il
6 marzo, si è recato al tribunale di Gadchiroli per assistere alla
lettura della sentenza. A Saibaba era stato lasciato intendere che
avrebbe dovuto solo presenziare in tribunale per un paio d’ore e
che sarebbe stato assolto. Invece, all’arrivo in tribunale Saibaba
è stato immediatamente preso in custodia e condannato al carcere a
vita. La corte ha anche illegittimamente rigettato la richiesta del
suo difensore di emettere, sulla base delle sue condizioni
ortopediche e degli altri disturbi, un ordine aggiuntivo che
garantisse in carcere a Saibaba l’assistenza e le cure mediche per
lui vitali.
Il professor Saibaba ha sempre lottato
per i diritti dei contadini senza terra, delle popolazioni adivasi
(indigeni), dei dalit (intoccabili), della classe operaia e degli
settori sfruttati e oppressi della società indiana. Il professore è
stato e resta una voce ascoltata contro la razzia degli stati
centrali e orientali dell'India, dove gli Adivasi stanno difendendo
le loro acque, le foreste e le terre per impedire che diventino preda
dell’avidità delle compagnie minerarie. Ha instancabilmente
denunciato il dispiegamento da parte del governo di oltre 100.000
forze paramilitari, in tutte le sue forme, dalla Operazione Green
Hunt agli eserciti privati appoggiati dallo stato, come il Salwa
Judum. È questa voce coraggiosa del professor Saibaba e dei suoi
compagni che lo Stato indiano vuole soffocare. La sentenza del
tribunale distrettuale è una prova di quanto docilmente i tribunali
in India sono pronti a piegarsi alle pressioni dello stato di
polizia.
Condanniamo la sentenza contro il
professor Saibaba, Prashant Rahi, Hem Mishra, Pandu Narote, Mahesh
Tirki e Vijay Tirki. Chiediamo che a tutti sia concessa la libertà
su cauzione, garantito un processo equo, e che il professore Saibaba,
costretto su sedia a rotelle, sia trattato in modo umano,
conformemente alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle
persone con disabilità.
Comitato Organizzativo Centrale
10 Marzo 2017.
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