Nella solidarietà alla lotta palestinese non c'è
spazio per i rosso-bruni
A Roma qualche
giorno fa i fascisti
hanno imbrattato muri e bacheche con scritte dal chiaro contenuto antisemita. Un gesto che non solo azzarda a "sporcare" la solidarietà verso
la Palestina con squallidi contenuti nazifascisti, ma cela e punta a qualcosa
di più. Così la presenza di organizzazioni di estrema destra come "Stato e
Potenza" ad un presidio per la Palestina indetto a Milano mira agli stessi
obiettivi e si muove con le stesse logiche. La solidarietà verso la Palestina è
giustizia, uguaglianza e dignità, l’esatto contrario di quanto storicamente
interpretano fascismo e nazismo.
Periodicamente in Italia e non solo
riaffiorano tesi aberranti intente a generalizzare la solidarietà con la
Resistenza palestinese, lasciando intendere che di fronte ad essa scompare ogni
“colore”: né rosso, né nero, ma guarda caso diventa rosso-bruno, equiparando
strumentalmente la lotta dei palestinesi contro il sionismo, per il rispetto
dei loro diritti e per la fine della colonizzazione (che per loro si traduce in
pulizia etnica), ad una lotta di matrice razzista ed antisemita contro gli
ebrei.
Purtroppo in molte parti del nostro paese
questo fenomeno è stato, se non trascurato, lasciato passare con troppa
“leggerezza”. A nostro avviso questo è accaduto anche a Milano il 26 luglio
durante il presidio in Piazza San Babila, quando alcune organizzazioni anche di
sinistra si sono "mischiate" ad organizzazioni nazifasciste in un
presidio indetto contro l'aggressione sionista della Palestina, in occasione
della Giornata mondiale per Al-Quds.
Riportiamo di seguito la foto postata
sulla loro pagina
Facebook ed il link alla loro successiva
dichiarazione: Addio
a “Stato e Potenza”, si procede oltre.
i fascisti quasi ringraziano la "sinistra" per aver potuto
scendere ufficialmente in piazza
ed è risibile che gli abbiano detto di non esporre i loro simboli
ed è risibile che gli abbiano detto di non esporre i loro simboli
Come vedrete, da oggi non li dovremo più
chiamare "Stato e Potenza" ma "Socialismo Patriottico".
Spendiamo ancora qualche parola ricordando da quale spinta sia emerso il
fascismo in Italia. Che in una società capitalista, sfruttata e repressa certi
populismi reazionari meglio attecchiscano sulle persone rispetto alla
consapevolezza di classe sia un dato di fatto (e che abbia avuto almeno
un'esperienza storica) rende meno tollerante il calo di guardia sulle
valutazioni di alleanze e strategie: da un lato si ha un movimento reazionario
e sostenuto dall'impianto borghese imperialista (qualora lo ritenga
necessario), dall'altro un movimento che vorrebbe essere antagonista e che
tenta di costruire strategie con chi, per natura, rappresenta il braccio del
nemico di classe; questa prassi è perdente e porta all'autoannientamento.
Ritornando a quanto successo il 26 luglio
scorso, fin da subito abbiamo voluto prenderne le distanze attraverso un comunicato molto
netto e in seguito con la scelta significativa e condivisa con tutti gli altri
organizzatori di cambiare il percorso del corteo a cui abbiamo partecipato,
indetto ed organizzato dai palestinesi a cui hanno preso parte circa duemila persone
che, insieme alle realtà dell'antifascismo militante, hanno deciso a quale
iniziativa aderire e sostenere.
Ribadiamo ancora una volta che questi
percorsi non fanno gli interessi del popolo palestinese e della sua resistenza,
ma la espongono ad attacchi - seppur strumentali - pericolosi perché verrebbero
agevolmente abusati dai media, sempre pronti a sparare a zero sulla giusta
lotta di liberazione del popolo palestinese e a mistificare l'immagine dello
stato sionista. Crediamo inoltre che indire una seconda iniziativa possa
depotenziare l'efficacia delle richieste di una piazza che, ricordiamo, non
sono né un punto di arrivo né di partenza ma la tappa di un percorso.
Da un comunicato emerso
successivamente al presidio apprendiamo che gli organizzatori chiedono un
confronto con le realtà milanesi che storicamente si occupano di Palestina.
Siamo sempre stati aperti ai confronti, anche provando più volte a creare gli
spazi affinché potessero avere luogo; per questo ci saremmo aspettati di avere
un dialogo prima dell'organizzazione di una mobilitazione e siamo fiduciosi che
in futuro ciò possa avvenire.
Benchè riconosciamo che in alcuni contesti
(come ad esempio un'invasione straniera*) certi partiti o organizzazioni molto
diverse tra loro (di estrema destra e/o confessionali, forze laiche,
progressiste etc) possono coordinarsi non è accettabile che in un contesto come quello
attuale italiano, in cui i ruoli dei movimenti e dei partiti di sinistra
rappresentano la lotta per una società migliore e l'organizzazione di classe,
ci siano relazioni o collaborazioni di alcun tipo con tali gruppi.
Ci teniamo inoltre a precisare che
condanniamo coloro che generalizzano criticando un fronte di resistenza ad
un'invasione imperialista tacciandolo di estremismo, fascismo, etc. Ribadiamo:
determinate strategie in determinati contesti sono legittime.
Infine ricordiamo che ad associare l'ebraismo
al sionismo e quindi ad identificare disonestamente l'antisemitismo
all'antisionismo è il sionismo stesso, un movimento razzista e coloniale che si
muove con le stesse logiche di “popolo eletto”, proprie del nazismo (i
rossobruni si troverebbero ideologicamente più affini ai sionisti!). Perciò
sono le stesse comunità ebraiche sempre più scioviniste che, invece di
sostenere così apertamente la pericolosa politica criminale e guerrafondaia
dello stato israeliano (struttura del sionismo), dovrebbero condannare con
forza l'associazione tra ebrei ed Israele, nonché la politica di tale stato.
Invitiamo ad approfondire la natura ed il ruolo del sionismo leggendo gli atti
del Convegno "SIONISMO-ANTISIONISMO, Teoria e
prassi" tenutosi
a Torino il primo dicembre scorso.
Fronte Palestina - Milano
(*) Per esempio durante l'invasione del sud
del Libano da parte di Israele nel 2006 il Fronte libanese che ha determinato
la liberazione era composto da molte forze tra cui il Partito Comunista Libanese, il movimento sciita Hezbollah, il PNSS e molti
altri tra cui anche palestinesi. Lo stesso accadde in Italia tra i
partigiani e i democristiani (Giustizia e Libertà etc)
Invito alla lettura ed
alla riflessione: i seguenti articoli dimostrano come
infiltrarsi e creare confusione tra le fila "di sinistra" rappresenti
una prassi costante ed estenuante se non si agisce con chiarezza e nel rispetto
di quelli che dovrebbero essere i saldi principi rappresentati dai nostri
simboli e bandiere.
Nessun commento:
Posta un commento