In occasione della giornata nazionale di sostegno al popolo palestinese il nostro circolo ha svolto un volantinaggio informativo in città rivolto in particolare ai migranti e ai settori popolari. Molti passanti e turisti hanno preso con piacere il volantino, discutendo con noi e solidarizzando con il popolo palestinese condannando il genocidio in atto da parte di Israele, alcuni hanno lasciato anche i propri contatti per essere informati di eventuali future iniziative.
Durante il volantinaggio un'auto con due agenti della digos in borghese si ferma e scesi dalla macchina i due ci chiedono di interrompere il volantinaggio in quanto non abbiamo chiesto "l'autorizzazione" in Questura.
Come sempre in questi casi, abbiamo ribadito che innanzitutto finchè questo paese è formalmente una democrazia non c'è bisogno di alcuna autorizzazione per esprimere liberamente il proprio pensiero in qualsiasi forma, semmai in occasione di sit-in e cortei è previsto di informare la Questura, concetto ben diverso da "autorizzazione".
Il tutore della legge ha ribadito che dovevamo smettere di fare il volantinaggio, noi dal canto nostro abbiamo detto che non se ne parlava proprio e che non essendo ancora in dittatura aperta anche se siamo all'interno di un processo di moderno fascismo e questo episodio ne è un piccolo esempio, non c'è bisogno di alcuna autorizzazione per fare un semplice volantinaggio.
Questa discussione ha attirato dei commercianti bengalesi e alcuni cittadini che si sono fermati allibiti nel sentire le "argomentazioni" del digossino. Il capannello e la non capacità di controbattere alle nostre argomentazioni ha fatto innervosire i due prodi che hanno identificato due di noi e provato ad allontanare, senza riuscirci, uno dei passanti che si era fermato a vedere la scena. Anche questo fatto lo abbiamo denunciato pubblicamente, dicendo che invece i cittadini devono vedere cosa succede, anche il passante non si è fatto spaventare dall'atteggiamento intimidatorio del poliziotto che poi si è ritirato con il collega in macchina per comunicare i nostri dati alla Questura, noi nel frattempo abbiamo continuato a volantinare essendo di fatto costretti a fare una sorta di sit-in.
Il tutto si è concluso con le solite minacce di denunce per "manifestazione non autorizzata" (!) al termine delle quali i due si sono congedati dicendo "adesso potete continuare quello che stavate facendo".
Questo prova da un lato la nostra ragione non solo "morale" nel fare quello che stavamo facendo ma anche legale, in caso contrario sarebbe alquanto strano che due pubblici ufficiali che si accertano per una buona mezzora di un ipotetico reato in corso permettano che questo reato continui ad avere luogo andandosene, sarebbero passibili di denuncia...
Dall'altro siamo di fronte all'ennesimo caso di provocazione e tentativo di intimidazione poliziesca (fallito clamorosamente) verso chi è attivo politicamente al di fuori e contro le istituzioni borghesi.
Molto positivamente ciò ha provocato indignazione, bisogna fare leva su questo segnale positivo per costruire giorno dopo giorno un'opposizione politica e sociale al tentativo quotidiano irregimentare della società tramite lo stato di polizia che marcia verso il moderno fascismo.
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