VIGNATE PROSEGUE IL PICCHETTO
DEI 130 FACCHINI CHE RISCHIANO IL POSTO
Logic Service, la tensione è alle stelle «Non ce ne andiamo senza garanzie»
di MONICA AUTUNNO
Sono qui da 15 anni ho a casa tre figli moglie e madre Che fine faremo senza stipendio?
Noi qui abbiamo ottenuto delle cose con lotte e vertenze: soldi e festività Forse questo disturba
L’incontro in Prefettura viene annunciato, fissato disdetto, rifissato e poi annullato. Non se ne fa mai nulla
NOTTATA campale e giornata pure, salta l’incontro in Prefettura con la proprietà, salta la prospettiva di una mediazione a breve, e saltano anche i nervi: il blocco del magazzino Ld Logistica sulla Cassanese rimane, a oltranza.
Hanno dormito accampati fra tettoie e piazzale i 127 e passa lavoratori, quasi tutti stranieri, della cooperativa Logic Service, appaltatrice di facchinaggio e carico tir all’ex polo Lombardini di Vignate, ora ceduto alla Md Lillo, e che rifornisce 170 discount marchio Ld del nordItalia. Presidiano e picchettano da 48 ore, chiedendo garanzie sul mantenimento del posto di lavoro alla luce dell’ormai vicino trasferimento dei magazzini Ld a Trezzo, in nuovi capannoni, e di recenti passaggi societari nel gruppo. E sono garanzie che non ci sono.
NON SOLO: ogni segnale lascia pensare che nuovi addetti, a minore costo, siano già stati “imbarcati” per il lavoro nel nuovo centro merci, che accorperà il polo di Vignate e quello di Capriate San Gervasio, Bergamo, dove il blocco è iniziato stamattina. La rabbia è alle stelle, e l’intenzione quella di arrivare, dicono i lavoratori
con tono inquietante, “alla fine”.
«Lavoro qui da 15 anni, ho a casa tre figli, moglie e madre. Che fine faccio, che fine fanno, se perdo l’occupazione?», afferma Adil Abbary.
Così l’albanese Durim Saraci, 35enne, anche lui storico in cooperativa: «Stiamo qui da ore, e staremo qui sino a quando non avremo in mano un pezzo di carta che garantisca che al momento del trasferimento attività a Trezzo saremo trasferiti anche tutti noi».
E David Curricu, anche lui albanese, 35enne: «Noi qui abbiamo ottenuto delle cose, con lotte e vertenze: soldi, festività. Forse questo disturba. Non ce ne andiamo. Siamo disposti a mediare, ma solo in presenza di garanzie. Altrimenti il blocco resta».
L’ALTRA NOTTE intorno alle 3 è stato sventato il tentativo d’uscita di un paio di tir. Ieri è stata
respinta la richiesta di far entrare tre camion carichi dai cancelli.
In mezzo ai lavoratori i delegati sindacali Sebastiano Lamera di Slai Cobas e Luca Bettoni, Cgil.
La linea è con i dovuti distinguo comune: oltranza. Anche perché l’aria è oscura. «Laddove la Prefettura
convoca e ho una proprietà che non si presenta, il segnale è negativo». Sulle scale degli uffici il referente della cooperativa Logic Service, Mario Quarti, non può essere più laconico. «Abbiamo l’appalto sino ad aprile e sapevamo del trasferimento in febbraio.
La nostra opinione è che gli operai abbiano anticipato i tempi, e agito con prepotenza. Adesso rischiamo la rescissione del contratto». Sul posto per tutto il giorno i carabinieri a monitorare e in mattinata i funzionari della Digos.
Un incontro in Prefettura viene annunciato, fissato, disdetto, rifissato e poi disdetto. Non se ne fa nulla. «E per noi - dice il Cobas Lamera - questo è tutto».
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