"Moderazione salariale e flessibilità in cambio della garanzia dei
posti di lavoro... Per evitare lo stop produttivo gli industriali, grazie al lavoro
di un team che comprende tra gli altri l'ex ministro del Lavoro
Tiziano Treu, l'ex governatore regionale Riccardo Illy e il
presidente del fondo italiano di investimento Innocenzo Cipolletta,
hanno messo a punto una proposta da sottoporre ai sindacati che
prevede, in cambio della garanzia occupazionale, l'abbattimento del
costo del lavoro aumentando allo stesso tempo la flessibilità
produttiva...
Moderazione
salariale significa dunque nel caso di una grande azienda
metalmeccanica (leggi Electrolux) un taglio del 20% del costo del
lavoro, (del 10% per le Pmi) effettuato rinunciando a premi di
risultato, scatti automatici e altre indennità fisse negoziate in
passato...
Certo, l'azione nazionale sulla riduzione del cuneo fiscale resta
per gli imprenditori fondamentale e irrinunciabile, ma qui a
Pordenone i tempi stringono e occorre gettare subito sul tavolo della
trattativa con Electrolux un'offerta appetibile, quantificata ora in
una riduzione del costo orario del lavoro da 24 a 19 euro.
La
proposta, che punta a fare di Pordenone un laboratorio per la nuova
competitività industriale, prevede di assorbire nei futuri aumenti
nazionali i superminimi (ad eccezione di quelli per merito) e le
indennità fisse ante-1993, eliminando per i neo-assunti gli importi
previsti dalla contrattazione territoriale o aziendale.
Per le aziende in crisi che si impegnano a mantenere
l'occupazione, o per quelle in crescita... si ipotizza
anche la sospensione dei premi di risultato e delle altre
maggiorazioni aziendali".
PURTROPPO NON E' UNA GRANDE NOVITA' è dall'inizio del sistema del capitale che i padroni puntano a tagliare i salari come soluzione più immediata, secca, certa dell'aumento dei loro profitti: se io riduco i salari aumenta automaticamente la parte di plusvalore da cui traggo profitto. Semplice!!
E siccome i salari dati sono il prezzo dei costi di esistenza e di riproduzione degli operai, la proposta dei padroni di Pordenone avrà come conseguenza di tagliare questi costi essenziali.
Ma non gli basta neanche questa via per difendere e aumentare i loro profitti. Al taglio dei salari puntano ad aggiungere anche l'aumento della produttività:
" ...l'ipotesi è limitare le pause a
quelle previste dal contratto nazionale, prevedere recuperi più
"lunghi" (entro 60 giorni) per le prestazioni eccedenti le
40 ore settimanali, spostare alla domenica le festività del santo
patrono locale e del 2 giugno, monetizzare le ferie eccedenti le
quattro settimane, consentire assunzioni "acausali" a tempo
determinato fino a 24 mesi. Flessibilità maggiore anche
nell'inquadramento, con la possibilità per l'impresa di utilizzare
il lavoratore fino al 30% del monte ore per mansioni di livello
inferiore o superiore, senza che questo provochi cause per
demansionamento o diritti al passaggio al livello più alto....".
Vale a dire allungare il tempo di lavoro degli operai, cioè allungare il pluslavoro, il tempo in cui - come spiega Marx - gli operai lavorano gratis per il capitalista. Se a questo poi ci aggiungiamo la flessibilità per usare di più e più intensamente gli operai senza cacciare una lira in più, arriviamo al top della scienza/furbizia dei padroni per sfruttare al massimo la forza-lavoro, e pagarla il meno possibile.
Marx si starà rivoltando nella tomba, per come questi padroni di Pordenone portano avanti senza mascheramenti le leggi dello sfruttamento.
Ma - si arrabbiano i padroni - "non è vero che noi siamo cattivi, siamo buoni, pensiamo alla vita dell'operaio e della sua famiglia...".
Infatti: "...A parziale compensazione dei minori importi in busta paga la
proposta prevede integrazioni aziendali sul fronte del welfare con
aiuti per sanità integrativa, buoni scuola, buoni spesa, ticket
restaurant, trasporto, asili nido e assistenza agli anziani. Ambiti
in cui si sollecitano interventi della Regione e convenzioni con
banche e sistema sanitario...".
Siamo estasiati soprattutto per i "ticket restaurant" - che detto in inglese fa più figura - solo che non capiamo come gli operai che già non ce la fanno a comprare il necessario per mangiare col salario che prendono ora, domani con il salario tagliato dovrebbero pensare ad andare normalmente al ristorante?!!
Ma non è finita, i padroni pur di tagliare salari e scaricare il rischio impresa sugli operai hanno tirato fuori dalle tasche un'altra proposta:
"A regolare il meccanismo, decidendo
in quali imprese adottare l'accordo, provvederà un organo bilaterale
composto da sindacati e imprenditori. Collaborazione che potrà
compiere un salto di qualità anche all'interno dell'impresa, perché
l'altro punto di rottura rispetto al modello attuale è la proposta
di far partecipare direttamente i lavoratori al rischio aziendale
attraverso aumenti di capitale o bond convertibili".
Insomma, non c'è limite alla rapina. I padroni non hanno pudore: agli operai gli vogliono ridurre il salario e con quello che gli rimane, invece di tentare di vivere, devono pure mettere delle quote di capitale o soldi nei bond!? Così se l'azienda chiude vanno in fallimento anche loro?
E il guaio è, conoscendoli, che i sindacati confederali niente di strano che accettano pure...!!
"Io ci conto - dice infatti Agrusti, il presidente degli industriali di Pordenone - credo che l'accordo si farà, anche con la Cgil".
«Se qualcuno ha proposte migliori
noi ascolteremo – conclude Agrusti – ma è chiaro che il saldo,
cioè il risultato finale, deve essere invariato".
Noi veramente l'avremmo una "proposta migliore"... abbiamo solo bisogno di un pò di tempo.
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