Fiat Pomigliano, azienda chiede cassintegrazione per cessazione attività.
CON UNA COMUNICAZIONE FORMALIZZATA AI SINDACATI LA FIAT PREANNUNCIA LA CESSAZIONE DI ATTIVITA' A POMIGLIANO ED AVVIA IL PIANO DI DISIMPEGNO IN ITALIA DALLE ATTIVITA' PRODUTTIVE ED ORGANIZZATIVE FUNZIONALI ALLA FABBRICAZIONE VEICOLISTICA: A RISCHIO I LIVELLI OCCUPAZIONALI A POMIGLIANO (3.600 IN G. B. VICO) E NEL GRUPPO
LA PREOCCUPANTE ELUSIVITA' DEL PIANO INDUSTRIALE, AD OLTRE DUE ANNI DAL SUO ANNUNCIO, CONSEGUE LA SCELTA DEL GRUPPO FIAT AUTOMOBILES DI ORGANIZZARE FORME
SOCIETARIE SEPARATE IN CUI, CON UN "CONTRATTO DI RETE" E A PARTIRE DA POMIGLIANO SI PROSPETTA LA PROGRAMMATA CESSAZIONE DELLE ATTIVITA' INDUSTRIALI DA AFFIDARE ALLE "NEWCO"COSTITUITE NEI VARI STABILIMENTI PREVEDENDO PER L'ATTUALE GRUPPO FIAT IL RUOLO DI "ATTIVITA' DI SERVIZIO E NON PRODUTTIVE" QUALI LA COMMERCIALIZZAZIONE.
E' questo, in sintesi, l'inquietante e vero "progetto", organizzativo e non industriale, in corso in questi anni e mirante innanzitutto alla trasformazione finanziaria e terziaria del Gruppo con l'affidamento delle attività di progettazione e costruzione automobilistica alle newco. Per questo ad oggi ancora manca un attendibile piano industriale per i vari stabilimenti italiani: competerà alle newco formularlo fabbrica per fabbrica man mano che si costituiranno col progredire del processo di ristrutturazione.
Intanto in questi due anni si è sempre parlato dell'attendibilità del fantomatico ed inesistente piano industriale di Marchionne sui cui si è avviato un pericoloso percorso di ristrutturazione basato sulla preventiva cannibalizzazione dei diritti dei lavoratori affidata alle costituende società mutuate dalle logiche off-shore (le newco) che, col ricatto occupazionale, pretendono le "mani libere" per imporre a sindacati ed istituzioni la regolamentazione contrattuale in peius per aggirare le normative di legge e contrattuali a tutela dei lavoratori.
Intanto, mentre a Pomigliano si avvia la cassa integrazione per cessazione di attività di Fiat Group col conseguente e grave rischio-licenziamento di migliaia di lavoratori in esubero entro due anni, ancora manca, come confessato dall'azienda a pg.6 della comunicazione ai sindacati “la definizione di un piano che consenta, nel prossimo biennio, il riassorbimento del personale eccedente, in relazione alla ("ipotetica") salita produttiva del modello Nuova Panda e all'andamento del mercato e comunque in misura di almeno il 40% nel corso del periodo da 15 luglio 2011 al 14 luglio 2012¦ Mentre l'azienda si impegna ad assumere solo 2400 lavoratori in relazione agli oltre 6.000 oggi in organico e comprensivi di Fiat ed ex Ergom non esiste ad oggi alcuna certezza occupazionale per i rimanenti 3.600 lavoratori in esubero.
Venerdì prossimo 24 giugno su tali problematiche ci sarà un coordinamento provinciale dello Slai cobas - h 10 sede Pomigliano - per presentare le necessarie iniziative a tutela dei livelli occupazionali, dei diritti dei lavoratori e di quelli sindacali.
Slai cobas fiat Alfa Romeo e terziarizzate - Pomigliano d'Arco, 17/6/2011
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