mercoledì 22 giugno 2011

pc 22 giugno - L'MFPR DI TARANTO CONTINUA LO STUDIO DI ENGELS

CONTINUA LO STUDIO DELLE LAVORATRICI, DISOCCUPATE DELL’MFPR TARANTO SU
“L'ORIGINE DELLA FAMIGLIA, DELLA PROPRIETA' PRIVATA E DELLO STATO” DI ENGELS.

Riprendendo dopo alcuni mesi lo studio – per l'intensa attività di lotte, di iniziative, di intervento verso altre realtà di lavoratrici in lotta – ci si è concentrati sul capitolo su “La famiglia”.
In esso la questione centrale è la dimostrazione storico materialistico di come l'evoluzione della famiglia e della condizione della donna, siano andate di pari passo con la nascita e lo sviluppo della proprietà privata, e di conseguenza di come l’oppressione della donna e il suo ruolo subordinato nella famiglia rispetto all'uomo siano andate altrettanto di pari passo con una divisione del lavoro connessa alla proprietà privata, in cui l'uomo è il proprietario e la donna è ad egli asservita.
Questo da un lato dimostra come l'oppressione della donna, la famiglia come luogo centrale di questa oppressione non nascono “dal cielo”, non sono una “maledizione” inevitabile, non ha la sua origine nella contraddizione, biologica, di genere; dall'altro indica le condizioni materialistico dialettiche del loro superamento e fine, in un percorso rivoluzionario, in cui le donne per spezzare le doppie catene devono portare avanti una doppia rivoluzione.


Poiché lo studio che stiamo facendo non è uno studio “per noi”, ma per tutte le donne, vogliamo socializzarlo, riportando i pezzi più significativi del capitolo che abbiamo letto e discusso.


IL DOMINIO DELLA DONNA
“... E' una delle idee più assurde di derivazione illuministica del secolo XVIII, che la donna all'inizio della società sia stata schiava dell'uomo. La donna invece... aveva una posizione non solo libera, ma anche di alta considerazione” (e qui Engels riporta quanto scriveva un missionario americano A. Wright).
“... al tempo (delle) antiche case lunghe (amministrazioni comunistiche di più famiglie)... prevaleva quivi sempre un clan (una gens), cosicchè le donne prendevano i loro uomini dagli altri clan (gentes)... Abitualmente la parte femminile dominava la casa... le provviste erano comuni ma guai a disgraziato marito o amante troppo pigro o maldestro nel portare la sua parte alla provvista comune. Qualunque fosse il numero di figli o delle cose da lui personalmente possedute nella casa, in un qualsiasi momento poteva aspettarsi l'ordine di far fagotto e andarsene. Ed egli non poteva tentare di resistere, la vita gli veniva resa impossibile... le donne erano nei clan, e del resto dovunque, la grande potenza. All'occasione esse non esitavano a deporre un capo e degradarlo a guerriero comune.”
Continua Engels “...la mole eccessiva di lavoro svolto dalle donne tra i selvaggi e i barbari, non sono affatto in contraddizione con quanto è stato detto. La divisione del lavoro tra i due sessi è condizionata da cause diverse dalla posizione della donna nella società... (la donna) lavorava duramente, ma era considerata presso il suo popolo come una vera signora, ed era tale anche per il suo carattere...”.

IL PASSAGGIO
“...l'addomesticamento degli animali e l'allevamento degli armenti avevano sviluppato una fonte di ricchezza fino ad allora sconosciuta ed avevano creato condizioni del tutto nuove... a chi apparteneva questa ricchezza? Senza dubbio originariamente alla gens. Ma già presto deve essersi sviluppata la proprietà privata degli armenti... Tali ricchezze, una volta passate nel possesso privato delle famiglie e qui rapidamente moltiplicate, dettero alla società fondata sul matrimonio di coppia e sulla gens matriarcale un colpo potente... Secondo la divisione del lavoro nella famiglia allora in vigore, toccava all'uomo procacciare gli alimenti, come anche i mezzi di lavoro a ciò necessari, e quindi anche la proprietà di questi ultimi. L'uomo poi in caso di separazione se li portava con sè, come la donna conservava le sue suppellettili domestiche. Secondo l'uso d'allora, dunque, l'uomo era anche proprietario delle nuovi fonti di alimentazione, del bestiame e, più tardi, dei nuovi strumenti di lavoro: gli schiavi. Secondo l'uso di quella stessa società, però, i suoi figli non potevano ereditare da lui.... secondo il diritto matriarcale... la discendenza fu calcolata soltanto in linea femminile...”
(Ma) “...le ricchezze, nella misura in cui si accrescevano, da una parte davano all'uomo una posizione nella famiglia più importante di quella della donna, dall'altra lo stimolavano ad utilizzare la sua rafforzata posizione per abrogare, a vantaggio dei figli, la successione tradizionale. Ma ciò non poteva essere finchè era in vigore la discendenza matriarcale. Era necessaria dunque l'abrogazione di essa, ed essa infatti fu abrogata”

L’ASSERVIMENTO DELLA DONNA
Il rovesciamento del matriarcato segnò la sconfitta sul piano storico universale del sesso femminile. L’uomo prese nelle mani anche il timone della casa, la donna fu avvilita, asservita, resa schiava delle sue voglie e semplice strumento per produrre figli… il primo effetto del dominio esclusivo degli uomini, fondato allora, si mostra nella forma intermedia della famiglia patriarcale, che affiora in questo momento. Ciò che lo caratterizza principalmente (è)… l’organizzazione di un numero di persone libere e non libere in una famiglia sotto la patria potestà del capofamiglia… La parola familia non esprime originariamente l’ideale del filisteo d’oggigiorno… famulus significa schiavo domestico e familia è la totalità degli schiavi appartenenti ad un uomo… un nuovo organismo sociale, il cui capo aveva sotto di sé moglie, figli, e un certo numero di schiavi…”.

Marx aggiunge: La moderna famiglia contiene in germe, non solo la schiavitù, ma anche la servitù della gleba, poiché questa, fin dall’inizio, è in rapporto con i servizi agricoli. Essa contiene in sé, in miniatura, tutti gli antagonismi che si svilupperanno più tardi largamente nella società e nel suo Stato...
…Per assicurare la fedeltà della donna, e perciò la paternità dei figli, la donna viene sottoposta incondizionatamente al potere dell’uomo; uccidendola egli non fa che esercitare il suo diritto”.

“… (la monogamia) fu la prima forma di famiglia che non fosse fondata su condizioni naturali, ma economiche, precisamente sulla vittoria della proprietà privata sulla originaria e spontanea proprietà comune… essa appare come soggiogamento di un sesso da parte dell’altro, come proclamazione di un conflitto tra i sessi sin qui sconosciuto in tutta la preistoria… “la prima divisione del lavoro è quella tra uomo e donna per la procreazione dei figli” (Marx)… Il primo contrasto di classe che compare nella storia coincide con lo sviluppo dell’antagonismo tra uomo e donna nel matrimonio monogamico, e la prima oppressione di classe coincide con quella del sesso femminile da parte del sesso maschile. La monogamia fu un grande progresso storico, ma contemporaneamente essa, accanto alla schiavitù e alla proprietà privata, schiuse quell’epoca che ancora oggi dura, nella quale ogni progresso è, ad un tempo, un relativo regresso, e in cui il bene e lo sviluppo degli uni si compie mediante il danno e la repressione degli altri. Essa fu la forma cellulare della società civile, e in essa possiamo già studiare la natura degli antagonismi e delle contraddizioni che nella civiltà si dispiegano con pienezza”.

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