“Spettacolarizzazione per fini politici” così la ministra Gelmini ha definito, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi del 03 settembre, la protesta dei precari contro la riforma massacra/scuola del governo che è riesplosa già da metà agosto a partire da Palermo per poi estendersi in varie forme via via crescenti in tante altre città del paese fino ad arrivare a Roma sotto Montecitorio.
Ormai l&rsq uo;arroganza di questi governanti non ha più limiti, sfidano, attaccano sempre più apertamente “Non incontrerò chi è venuto a protestare... Protestano senza essere stati ancora esclusi. Una protesta che rispetto, legittima, ma non motivata” (!) ha detto ancora la Gelmini.
La pesante mannaia di ben 135 mila posti di lavoro da eliminare è più che un legittimo motivo per cui ribellarsi e lottare contro quelli che sono veri e propri licenziamenti di massa di migliaia di precari docenti, ausiliari, tecnici e amministrativi, soprattutto donne, che per anni hanno lavorato passando di supplenza in supplenza, di scuola in scuola, sballottati a destra e a manca chiamati a coprire i molteplici posti e cattedre vacanti sparsi per il paese e che ora si ritrovano disoccupati. Cacciati, messi alla porta, scaricati come rottami, ma No! non è così! I precari in realtà vaneggiano, fantasticano, forse gli scioperi della fame che alcuni di loro stanno facendo da giorni gli hanno dato alla testa perché dichiara la Gelmini “Non si tratta di persone licenziate. Presumono di non avere il posto di lavoro ma il ministero non ha ancora completato le operazioni. Dobbiamo vedere quanti precari risponderanno positivamente agli accordi con le Regioni…”
E già! Per la Gelmini il lavoro in realtà non manca, c’è ed è disponibile, se poi questi famosi accordi con le regioni si sono rivelati solo una squallida elemosina con progetti non destinati peraltro a tutti i precari ma solo ad una parte di essi, che non garantiscono neanche i contributi pensionistici e che nell’anno scolastico trascorso in alcune regioni come la Sicilia ad esempio non sono nemmeno partiti, questo non ha alcuna importanza, ma non solo! per la ministra alla fine è colpa degli stessi precari se non lavorano, sarebbero dei “fannulloni” come direbbe il suo degno compagno di squadra Brunetta, perché “se preferiscono però l'indennità di disoccupazione....', non protestino poi se “presumono” di essere disoccupati!!!
Solo quest’anno sono stati “licenziati” oltre 40.000 tra docenti ed ATA precari; con il taglio orario e delle classi di concorso alle superiori per il prossimo anno scolastico sono previste ulteriori 27.000 cattedre in meno ed il taglio di circa 15.000 ATA. Il taglio alla scuola è di 8 miliardi di euro, è in corso un attacco senza precedenti alla scuola, all’istruzione pubblica, alle condizioni di lavoro e di vita di migliaia di lavoratori.
Sosteniamo la lotta dei precari della scuola!
Lottiamo per dare un altro colpo al governo della precarietà e della disoccupazione!
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