A PROPOSITO DELL’INCHIESTA SUI DISOCCUPATI FATTA DA “ IL MATTINO”
Il quotidiano il Mattino di Napoli dal 17 agosto sta pubblicando –a firma di Giuseppe Crimaldi - una propria “inchiesta” sui disoccupati BROS o per meglio dire sui movimenti dei disoccupati organizzati. Non sappiamo se tale interessamento è dettato dalla vacanziera carenza di notizie politiche e del palazzo più accattivanti o, come inevitabilmente ci viene da sospettare, sia già l’avvio di una campagna denigratoria verso questi movimenti che, a dire del giornalista e degli intervistati, saranno i responsabili di un settembre infuocato.
Il Mattino non è nuovo a queste cosiddette “inchieste” ad orologeria: già a giugno ci vedemmo costretti a denunciare, con un nostro comunicato, le menzogne sui movimenti dei disoccupati e la copertura delle responsabilità dei politici che emergevano dagli articoli del 2 e 3 giugno – a firma di Adolfo Pappalardo. Evidentemente cambia il giornalista ma non il contenuto.
Rieccoci, quindi, a fare qualche puntualizzazione su quanto affermato dal sig. Crimaldi e dai suoi interlocutori istituzionali, gli unici che il giornalista ha ritenuto di dover ascoltare (almeno fino ad ora perché, ovviamente noi proveremo a chiedere un’intervista al pari delle nostre controparti).
Prima precisazione: i precari Bros, ex Progetto ISOLA, ricevono il sussidio di 500 euro al mese da 3 anni e non da 4 come indicato. Tale sussidio è stato erogato come sostegno durante il periodo di formazione ed in attesa dell’inserimento lavorativo. Il giornalista fa notare che non solo non c’è stato inserimento lavorativo ma che non sono nemmeno partiti i corsi di formazione a cui, sostiene, non avevano interesse né le agenzie/imprese incaricate né i disoccupati.
Facciamo rispettosamente notare che i giornalisti del Mattino sono stati, evidentemente, molto distratti in questi ultimi 4 anni visto che non solo non hanno “inchiestato” ma non si sono nemmeno accorti che movimenti come il nostro 1) non hanno mai smesso di denunciare l’amministrazione regionale e l’ Assessore al lavoro, nella persona di Corrado Gabriele fino a qualche mese fa, per l’uso di enormi finanziamenti pubblici (ben oltre i circa cento milioni ricordati nei suoi articoli) senza altra prospettiva se non quella di favorire gli interessi di una pletora di società e di consulenti e di alimentare, a solo scopo elettoralistico, aspettative ed illusioni, puntualmente disattese, tra migliaia di disoccupati; 2) che, di fronte al totale disinteresse delle imprese incaricate della formazione, hanno ripetutamente rivendicato, anche con le mobilitazioni di piazza, la formazione e le work experience previste. Ed infatti, le sole esperienze formative e di lavoro (v. assistenza alle persone, nelle case famiglia o al Frullone) che ci sono state sono state imposte alle società dai corsisti o direttamente autorganizzate dai movimenti di disoccupati (v. la raccolta differenziata porta a porta effettuata dal nostro movimento nel centro storico per una settimana o la bonifica dai rifiuti abbandonati dei sotterranei del Centro Direzionale ed alle Torri Aragonesi a via Marina).
Quindi a differenza di quanto emerge dagli articoli de il Mattino, come precari Bros non solo abbiamo da sempre rifiutato l’assistenzialismo chiedendo una stabilizzazione lavorativa ma, in attesa di questo “miracolo”, abbiamo chiesto di prestare lavoro di pubblica utilità a fronte di quel misero reddito percepito.
Inoltre, per primi e da soli (a proposito dov’era Nappi ed il suo partito?) abbiamo criticato i corsi per pizzaioli, parrucchieri e veline imponendo che si avviasse un percorso per qualifiche meglio spendibili sul mercato del lavoro quali quelle nel settore ambientale.
E qui veniamo alla seconda precisazione. Prima di rilasciare interviste l’Assessore al Lavoro Nappi farebbe bene a coordinarsi con i suoi amici di partito e di maggioranza. Egli infatti sostiene che oltre a fare assistenzialismo si sono finanziati progetti formativi nell’ambiente “quando è a tutti noto che in questo settore, nella nostra regione, c’è un esubero di personale”. Ora, a parte le dichiarazioni dell’alleato segretario del Nuovo PSI, Gennaro Salvatore, riportate nella stessa pagina, che proprio nell’ambiente vede uno dei possibili sbocchi anche per la nostra platea, vogliamo ricordare all’Assessore che solo il 6 luglio 2010 il suo collega, l’Assessore all’ambiente Romano, ha affermato davanti alla Commissione Parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che gli esuberi in questo ambito sono solo 600/700, tutti già ricollocabili in un terzo degli impianti previsti per lo smaltimento dei rifiuti.
Essendo quello dei rifiuti, nella nostra regione, la sezione del settore ambientale a più alta concentrazione di lavoratori se ne deduce che non ci sono esuberi in tutto il settore. Se poi guardiamo alla devastazione del territorio campano (v. l’ultimo disastro “scoperto” nell’area giuglianese della discarica ex Resit) ed all’urgenza e alla mole di interventi necessari per risanare e bonificare suolo e sottosuolo, il settore ambientale è non solo potenzialmente ma obbligatoriamente il settore in cui investire per creare nuova occupazione. Uno sbocco, quindi, per la stabilizzazione lavorativa ben oltre le migliaia di disoccupati Bros e con ricadute positive anche in altri settori, come il turismo e l’agricoltura, danneggiati da una politica del territorio vergognosa (e chissà che magari in questo modo si possa mettere fine anche allo spreco di fiumi di denaro per consulenze ed uffici all’estero con la scusa di sponsorizzare i prodotti tipici campani come la mozzarella …. alla diossina!!)
Per quanto ci riguarda è quello che abbiamo proposto in ogni tavolo di trattativa con le istituzioni locali e nazionali individuando nella raccolta differenziata porta a porta, negli impianti della filiera del ciclo di rifiuti (riciclo, riuso, recupero, compostaggio, ecc.), nella bonifica, nel monitoraggio e nel controllo del territorio (v. guardie ambientali) la collocazione della platea Bros (a proposito se c’è saturazione perché fare nuovi corsi di formazione per guardie ambientali e non usare noi?).
Riteniamo che il “Piano per il lavoro” che, come stabilito dal Tavolo interistituzionale tra governo locale e nazionale, la regione sta approntando per dare stabilizzazione lavorativa alla platea Bros, non possa che partire da queste soluzioni, le uniche concrete.
Dalle dichiarazioni degli esponenti politici riportate da il Mattino emerge, invece, il solito rimpallo di responsabilità, la solita enumerazione di “molteplici ricette” per l’emergenza lavoro, l’immancabile, ormai, rilancio del modello Fiat di lacrime, sangue e nessun contratto collettivo come per Pomigliano; in altre parole ancora il vuoto delle proposte concrete.
Altro che il “voltare pagina” promesso dal presidente regionale Caldoro e dall’Assessore Nappi. Dalle anticipazioni a il Mattino viene fuori che il “Piano per il lavoro” che stanno approntando altro non è che la riproposizione della ricetta di sempre: censimento di tutte le attività artigianali e dei mestieri, formazione, emersione del lavoro nero, incentivazione dei contratti di apprendistato, flessibili e a tempo determinato (quindi max 24-36 mesi), agevolazioni in materia di defiscalizzazione per chi assume, sostegno dell’incontro tra domanda e offerta in tema occupazionale. Insomma parole, parole, soltanto parole. E’ questo il Piano che pensano di sottoporre ai movimenti? E’ con la vacuità di tali proposte che pensano di collocare con lavoro stabile non solo i 4000 della platea Bros ma addirittura tutti “i soggetti coinvolti nella crisi occupazionale dell’impresa.. che vanno recuperati e reinseriti in occupazione”?
Quei 500 posti sono una provocazione per chi da anni sta lottando per avere un lavoro.
Se così è, non ci meraviglia che qualcuno si sta già preparando a risolvere la vertenza dei disoccupati attraverso la criminalizzazione, la repressione e la contrapposizione tra i vari pezzi del movimento e che il Mattino con le sue inchieste finisca per tenergli bordone.
Arriviamo così ad un’altra precisazione. Non è la prima volta che quando si tratta di movimenti di lotta napoletani il quotidiano di Caltagirone scopre l’ombra della camorra. Quale miglior modo per seminare dubbi sulla legittimità di quelle lotte!! In questo caso, però, ci sembra che il tentativo è mal riuscito. Infatti, nonostante le domande tendenziose dell’intervistatore, il questore Santi Giuffrè smentisce qualsiasi coinvolgimento, regia occulta o direzione e orientamento della camorra nei movimenti dei disoccupati organizzati. Quello che rimane è la subdola confusione dell’articolo del Crimaldi che persino quando prova ad infilare sospetti su “ambienti dei disoccupati” riesce a smentire se stesso trovandosi a parlare di ambienti lontani ai movimenti. In realtà ciò che emerge è il voto di scambio che, lo dice la parola, di necessità vede un ricatto da chi il voto lo prende (i politici) verso chi lo dà, tra chi può dare e promettere qualcosa e chi ne ha bisogno e tra questi “i pensionati, i disoccupati, gli indigenti” come dice il giornalista. E la camorra, come dimostrano le varie inchieste che lui stesso cita, il lavoro sporco lo fa per chi i voti li prende; politici che il sig. Crimaldi non ha il fegato di citare mai in tutto l’articolo.
Giusto per mettere i puntini sulle i, vogliamo ricordare al sig. Crimaldi che come Movimento di Lotta Banchi Nuovi, nel passato come nel presente, non solo abbiamo denunciato il voto di scambio, ma non abbiamo avuto paura di fare nomi e cognomi. Cosa ancora più importante: non ci siamo limitati a denunciare quello che passa per le mani della camorra, ma anche quello apparentemente più pulito che passa seminando speranze e illusioni tra chi non ha niente. Non a caso il nostro movimento ha criticato sin dall’inizio quegli esponenti politici che hanno usato la loro posizione e la gestione della politica del lavoro (v. il Corrado Gabriele) per fare dei disoccupati il proprio bacino elettorale. Promesse e cambiali che si sono rinnovate in vista di ogni tornata elettorale ma che stanno drammaticamente e amaramente, per quelli che ci avevano creduto, venendo a scadenza. Infine, basta guardare il muri di questa città per capire che se tante operazioni e assunzioni clientelari sulla pelle dei disoccupati non sono passate sotto silenzio (per ultimo v. nostro manifesto/denuncia su assunzioni all’Astir) lo si deve alla costante attenzione dei movimenti.
Per concludere. Bene avrebbe fatto il giornalista de il Mattino ad aggiungere, all’”inchiesta” sui disoccupati, conclusasi il 21 agosto, un’altra puntata dal titolo: la politica a sostegno dei disoccupati nel nostro paese e negli altri paesi ricchi, a partire da quelli europei. Avrebbe capito e fatto capire ai suoi lettori che i disoccupati campani sono costretti ad organizzarsi ed a lottare per anni, a scontri di piazza (che per loro significano denunce, fermi, arresti, perquisizioni, manganellate, o no?) per ottenere ciò che in altri paesi, almeno finora, è garantito dallo stato sociale: un reddito per campare. Sarebbe stato a tutti chiaro che non sono le risorse a mancare né i disoccupati a chiedere l’impossibile, ma che il sistema italiano degli ammortizzatori sociali, della formazione, più che un’opportunità per i disoccupati e per chi perde il lavoro, è un enorme fiume di denaro pubblico in cui sguazzano centinaia di enti e società private e politici di tutti i partiti. Un grande magna magna non solo in Campania ma in tutta Italia, nord compreso. Come riporta l’inchiesta di la Repubblica del 20 agosto “per ogni corso organizzato in Lombardia 3000 euro vanno (nell'arco di sei-nove mesi) al candidato, mentre gli altri 7000 vanno agli organizzatori” ed in Campania è anche peggio. Il mare di soldi (20 miliardi di euro l’anno) che olia questo sistema potrebbe garantire la creazione vera di posti di lavoro ed un reddito a tutti i senza lavoro, se solo ci fosse la volontà politica di non foraggiare questi parassiti. E poi sarebbero i disoccupati gli assistiti?
A settembre ci aspettiamo un vero Piano per il lavoro. Se le anticipazioni fatte a il Mattino dagli esponenti del governo regionale dovessero, malauguratamente, rivelarsi esatte le rispediremo al mittente. Chi vuole un autunno tranquillo si appresti a dare risposte alla necessità di lavoro e di reddito di migliaia di disoccupati. Non ci stiamo a sentire la solita solfa della mancanza di risorse né ad andare a casa con la classica “mano avanti e una indietro”. Lo sappia il Mattino, Nappi, Caldoro ed il questore Giuffrè.
Intanto siamo in attesa di una risposta da parte del giornalista Crimaldi, autore dell’inchiesta, alla nostra richiesta di incontro. Fidiamo nella sua professionalità. Di certo pubblicheremo queste nostre note con gli strumenti indipendenti che i movimenti hanno ancora a disposizione.
MOVIMENTO DI LOTTA PER IL LAVORO BANCHI NUOVI
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