Si approfondisce la crisi dell'imperialismo americano. La resistenza afghana mette in crisi il comando militare.
La rimozione del comandante delle truppe Usa in Afghanistan Stanley McChrystal, colpevole secondo Obama di aver espresso giudizi o meglio insulti e parolacce contro lo stesso Obama e il governo degli Usa, è la manifestazione evidente del senso di frustrazione che vivono, dal comandante in capo fino all'ultimo soldato, le truppe imperialiste americane che nonostante massacri, orrori, droni e super armi non riescono a venire a capo della resistenza del popolo afghano.
McChrystal era stato fatto comandante in capo in quanto a capo delle operazioni speciali in Irak dal 2003 al 2008, quindi effettivamente specialista in operazioni brutali, torture, ecc.; aveva stabilito un legame speciale con il fantoccio Karzai; aveva coperto e sostenuto i brogli e la corruzione; aveva organizzato il moltiplicarsi delle compagnie private e dei legami con i signori della guerra.
Naturalmente, però, il cambio con Petraus non cambia assolutamente la strategia criminale dell'imperialismo Usa a guida Obama. E' Petraus l'ispiratore della dottrina, compreso il nuovo manuale di guerra antinsurrezione, che ha ispirato l'azione di McChrystal .
Ma al di là delle parole e delle apparenze è la sconfitta militare la base di questo cambio. La presa di Marja che doveva essere il punto di svolta della guerra è fallita, e dopo mesi di combattimento è ancora nelle mani della resistenza afghana.
L'imperialismo americano appare, quindi, sempre più in crisi. Le truppe Nato/Onu e le truppe imperialiste italiane non possono certo supplire a questa crisi, ma anzi ne sono compartecipi, ne pagano e ne pagheranno sempre di più i costi.
Proletari comunisti appoggia la resistenza afghana, saluta positivamente i colpi da essa inflitti alle truppe imperialiste, italiane comprese.
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