Il governo Berlusconi è un governo Fininvest, è un governo di corrotti e corruttori di ieri e di oggi e purtroppo pensiamo dell'immediato domani. E' un governo, insieme ad una maggioranza parlamentare, fatto in prevalenza di personaggi che in una normale, anche se molto ideale democrazia borghese, farebbe tutto tranne che politica, tutto tranne che affari, ma riempirebbe le patrie galere e avrebbero una frequentazioni quasi quotidiana dei Tribunali.
Si tratta purtroppo di cose abbastanza notorie e scontate, istituzionalmente accettate sotto l'alto patrocinio della Presidenza della Repubblica e all'ombra di una Costituzione “molto ombrata”, per non dire oscurata.
Ogni giorno pensiamo che il limite sia toccato, condividiamo le indignazioni, appoggiamo le proteste su questo campo e perfino difendiamo magistrati, che non abbiamo certo ragione come comunisti e oppositori proletari di amare.
Ma certo è che il caso Brancher supera anche questo limite.
Un pregiudicato e un consigliore della prima ora della mafia berlusconiana condannato, inseguito dai processi sin da prima che Berlusconi entrasse in politica, è stato fatto inopinatamente ministro di un Ministero che non esiste e di cui ancora non si è capito bene neanche come si chiami.
Quando è stato annunciato, si è detto “ministro del federalismo”, provocando le proteste del fido alleato leghista, ma anche i conati di vomito e gli attacchi di bile di buona parte della stessa base leghista; mentre Fini e Bocchino hanno dovuto fare ricorso alla critica retorica di qualche settimana fa, temporaneamente accantonata.
Poi alla fine non si è capito lo stesso come si chiama il ministero..
Tutti, e questa volta con unanimità quasi da regime all'incontrario, da Libero a L'Unità passando per l'indignazione paludata della grande stampa borghese e di sua signoria Corriere della Sera, hanno avuto da ridire su questa nomina.
Ma come sempre, nulla è successo, anzi. Anzi, tutti hanno detto che questa nomina era stata fatta esclusivamente per evitare il processo che si approntava nei confronti di questo soggetto. E a “smentire la cosa”, Brancher ha immediatamente, il primo giorno che si è insediato, richiesto il “legittimo impedimento” per non presentarsi in Tribunale.
Anche la motivazione è sconvolgente o divertente secondo i punti di vista: non si poteva presentare in Tribunale perchè doveva organizzare il suo Ministero che, chiaramente, neanche lui sa cosa è, come si chiama e in cosa dovrebbe consistere; un lavoro che se fatto sul serio durerebbe davvero anni...
E' difficile fare concorrenza alla satira, volontaria o involontaria che sia, di questo governo. Ma se si tiene conto che intanto viene scaricata la crisi sulle masse popolari, la disoccupazione e la conseguente povertà si estende giorno dopo giorno e che il senso di non rispetto dei diritti e della dignità delle persone è sentito sempre di più palpabile dai proletari, dalle masse popolari e, usando un'espressione che non ci appartiene ma che rende l'idea, dalle persone per bene, allora si capirà che nulla al di sotto di una rivoluzione è una legittima soluzione.
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