mercoledì 23 giugno 2010

pc quotidiano 23 giugno -contro G8 e G20- mobilitazione rivoluzionaria in Canada

in Canadà quest'anno si tiene il vertice G8 e G20
al centro la crisi economica mondiale
anche in Canadà si mobilitano gli oppositori antimperialisti, le rappresentanze dei popoli in lotta presenti in quel paese, i rivoluzionari e in particolare i comunisti marxisti-leninisti-maoisti
il Partito Comunista Rivoluzionario del Canadà, con il quale i maoisti italiani sono in rapporti ideologici, politici, internazionalisti militanti e con i quali siamo parte della nuova rivista internazionale marxista-leninista-maoista MAOIST ROAD
(via maoista) che esce dal 1 maggio 2010 in inglese, italiano, spagnolo, francese
ha lanciato e organizzato un blocco internazionalista e rivoluzionario per contrastare il G8-G20
ne pubblichiamo l'appello e daremo ampia informazione delle manifestazioni

Per un blocco internazionalista e rivoluzionario offensivo!
- Un appello del Partito Comunista Rivoluzionario
Il 25 giugno prossimo a Toronto, un concentrato di truffatori e criminali si riuniranno per decidere come addossare la crisi del capitalismo sulle spalle dei lavoratori, delle lavoratrici e degli sfruttati. Questa sarà la riunione annuale del G20 dove non solo capi di governo delle 20 più grandi potenze mondiali, ma anche i loro ministri delle finanze, i loro funzionari, economisti di ogni paese e le istituzioni internazionali (FMI , Banca Mondiale, WTO ..), manipolatori di informazioni , ecc. saranno lì per continuare a disporre del destino di tutta l'umanità. Noi affermiamo che le politiche dei vertici della borghesia non sono altro che concretizzazione organizzata della gestione del capitalismo e dell'imperialismo, per agevolare lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, l'oppressione dei popoli, delle donne contribuendo a rafforzare il campo dei capitalisti nella lotta di classe.
Per proteggere i borghesi, saranno impiegati 15.000 poliziotti e soldati. Due distinti perimetri di sicurezza saranno eretti: uno, definito esterno, gestito dalla polizia di Toronto, e l'altro, detto interno dalla ???. Come in Québec nell'aprile 2001, ci sarà una recinzione di eretta due settimane prima della riunione. Per ridurre la quantità di cose utili da tirare a disposizione dei manifestanti, le fogne del centro saranno saldate e tutti i pezzi di arredamento saranno temporaneamente rimossi. Si prevede anche l’"alloggio" per i manifestanti: una ex sala cinematografica sarà trasformata in un carcere temporaneo!
Un tale spiegamento di forze di sicurezza e l'obbligo di fornire una infrastruttura per permettere i giochi di contrattazione tra le diverse potenze chiariscono ai manifestanti e alle manifestanti, ma anche alle popolazione i temi che sono in gioco a Toronto. Dando appena uno sguardo alla situazione economica mondiale, la sensazione che si possa uscire dalla crisi che esiste in Canada e nel mondo svanisce. Come in Grecia, Spagna, Romania e altrove, le masse si mobilitano contro i piani di austerità dei loro rispettivi governi che fanno in modo che le spese del governo siono ridotte in modo significativo, mentre i milioni di posti di lavoro tagliati durante la crisi non sono stati recuperati oppure sono stati soppiantati da posti dove la gente deve lavorare di più per meno. Invece, le banche, che sono state finanziate a colpi di miliardi nel momento più forte della crisi sono ancora incoraggiate dai governi e dalle organizzazioni economiche ad avvantaggiarsi a spese dei popoli.
La soluzione capitalista è semplice: si sconta il credito di questi paesi che dovranno rimborsare a prezzi più elevati e li si costringe a ridurre il loro debito pubblico con una forte riduzione delle spese sociali, come le pensioni, ma anche i salari dei lavoratori statali. Senza contare che una nuova crisi è sempre possibile a causa dello stato del sistema capitalista di oggi, mantenuto in vita artificialmente attraverso tutti i soldi che i borghesi accumulano grazie al nostro sfruttamento.
Le riunioni del G20 permettono anche di mettere in luce il futuro delle riforme. Ora, non solo sono insufficienti per fermare la miseria - nella migliore delle ipotesi possono curarne le piaghe - ma il loro tempo è finito : il capitalismo non riesce più ad accumulare abbastanza per comprare la pace sociale e deve invece concentrare le proprie energie nel mantenere il proprio sistema e i suoi dispositivi che tendono sempre alla crisi. E’ chiaro che il capitalismo non può portare nulla di buono al mondo. Volere, come fanno molti riformatori, riflettere sui problemi del sistema per trovare soluzioni dal di dentro, non dà molti risultati. Questi riformatori pensano dall’alto, mentre dovrebbero pensare dal punto di vista delle masse, vale a dire dal basso. Nessuna soluzione possibile per il sistema capitalista potrà mai tener contro degli interessi del popolo. Il capitalismo genera parassitismo e lo si deve distruggere.
Cosa faremo a Toronto?
Una volta che sia chiara la natura del sistema capitalistico, si dovrebbe normalmente essere conseguenti e far sì che questa riunione del G20 non abbia luogo.
Ci sono alcuni che dicono che ci saranno molte forze di repressione, e ciò è vero. Hanno detto la stessa cosa in occasione del vertice delle Americhe a Quebec City nel 2001, e abbiamo lo stesso abbattuto la recinzione. L' ALCA, l’obbiettivo di questo vertice, dopo un po’, è svanito. Ciò significa che le masse che si mobilitano possono agire sulla storia, in particolare quando ne prendono coscienza e assumono il loro ruolo storico.
Non bisogna soffermarsi sugli ostacoli, soprattutto quando esse rivelano la portata di una sfida (non si mobilitano 15.000 poliziotti e militari per niente). Oggi, l'unica risposta adeguata alle riunioni di vertice della borghesia è di riuscire ad impedire che si tengano. Naturalmente, raggiungere questa capacità richiede più tempo. Ma questo non impedisce che bisogna ancora spingere in questa direzione.
Da ora in poi, è necessario che per noi l’azione di manfiestare diventi l'equivalente dell’offensiva, cioè, cercare di affrontare non solo simbolicamente ma concretamente il nemico che ci sfrutta, ci opprime, approva le leggi , i bilanci e che ci impone le tasse e ci reprime. Al di fuori di qusto contesto, il solo che fornisce i mezzi per combattere, l'evento non ha alcun significato nè reale portata.
Si deve cercare di annullare il vertice del G20, o almeno disturbarlo sensibilmente, avvicinandosi ai luoghi dei negoziati affinchè gli uomini e donne ivi rinchiusi ci vedano e sentano. Al minimo si devono far saltare le loro recinzioni e si deve penetrare all’interno dei loro confini di sicurezza quanto più distante possibile. Le scaramucce con la polizia vanno bene, ma sono insufficienti e non mostrano la nostra solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici europei che protestano contro le misure di austerità e i rivoluzionari di tutto il mondo che vogliono porre fine a questo sistema. Siamo solidali con coloro che lottano in tutto il mondo e hanno un atteggiamento rivoluzionario contro il capitalismo.
Nella manifestazione del 26 giugno, la cosa migliore è quella di organizzarsi come blocco internazionalista e rivoluzionario offensivo per fare come al vertice delle Americhe nel 2001 e far cadere la recinzione dietro la quale si nasconde un importante contingente di nemici del popolo.
Un blocco è prima di tutto la ricerca di un raggruppamento per la lotta delle migliori energie disponibili, nonostante le differenze. Inoltre, significa mettere insieme quante più persone possibili con l'obiettivo di attaccare il vertice, mentre si garantisce il sostegno reciproco nell’azione.
Le forze che risponderanno positivamente a questo appello avranno quindi un minimo di unità. Avranno la volontà di raggrupparsi nell’azione e di attaccare il G20 e quindi, di prepararsi in modo adeguato. Questa unità minima noi la stiamo concretizzanto cercando di rafforzarla facendo appello a costruire un blocco internazionalista e rivoluzionario offensivo per riunire tutte le masse e tutte le forze anticapitalista, radicali, rivoluzionarie, organizzate che hanno la volontà reale di disturbare il G20.
Ci sono alcuni che fanno delle rivolte per un semplice evento sportivo senza tanta importanza. Ci possiamo quindi accontentare di andare a Toronto per cantare e fare un po’ di rime? Niente affatto!
Per un blocco internazionalista e rivoluzionario offensivo!
Abbattiamo le recinzioni!
Attacchiamo il vertice!
Mettiamo fine a questo marciume capitalista!


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