mercoledì 27 dicembre 2023

pc 27 dicembre - Solidarietà ad Askatasuna...

A  proposito... quando leggeremo una notizia "la Cassazione 'tra i militanti (cariche dello Stato, ministri, parlamentari, gerarchie militari, polizia) di chi pensa - anzi agisce - al fascismo, stato di polizia, dittatura aperta..." ? - proletari comunisti

Fra gli attivisti del centro sociale Askatasuna ce ne sono alcuni che coltivano propositi di «lotta armata» attraverso la «preordinata provocazione di contrasti con le forze dell'ordine». Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni di una sentenza relativa al maxiprocesso in corso a Palazzo di Giustizia: i giudici hanno respinto il ricorso di due imputati contro la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La Suprema Corte ha confermato il provvedimento preso lo scorso maggio dal tribunale del riesame ma, per riassumerne i termini, si è servita di un'espressione che i pubblici ministeri non hanno utilizzato in aula. I magistrati hanno parlato di «iniziative violente», ma mai di attentati o azioni dirette contro singole personalità dello Stato e delle istituzioni.

Il processo

Il processo - che riprenderà a settembre - è a carico di 26 attivisti, alcuni dei quali accusati di associazione per delinquere. Askatasuna è uno dei maggiori centri sociali italiani e si colloca nell'area dell'autonomia. La tesi, che poggia su accertamenti della Digos, è che un gruppo ristretto di attivisti stia portando avanti un «piano criminoso» che fra l'altro contempla attacchi ai cantieri Tav con lanci di petardi, bombe carta, artifici pirotecnici utilizzati come armi. La Cassazione ha preso atto che il tribunale del riesame di Torino ha individuato all'interno di Askatasuna «una stabile struttura organizzativa» composta da 16 persone che ritengono il centro sociale «un mezzo» per realizzare i propri fini. «Secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dalla disamina degli atti letti in chiave cronologica – si legge nella sentenza - detta finalità si identifica nella lotta armata mediante la preordinata provocazione di contrasti con le forze dell'ordine»ne».

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