mercoledì 27 dicembre 2023

pc 27 dicembre - PROVE DI REPRESSIONE - A MILANO BRESCIA BERGAMO, contro le manifestazioni di solidarietà con la Palestina

LA QUESTURA CERCA DI OSCURARE E COLPIRE LA DENUNCIA DEI CRIMINI ISRAELIANI E LE MANIFESTAZIONI PER LA PALESTINA CHE NON SI FERMANO
Sempre attive le mobilitazioni nazionali e internazionali per la Palestina e contro i massacri genocidi in diretta tv dei sionisti.Tra queste, a pochi chilometri di distanza, nel week end tre manifestazioni a Milano, Brescia e Bergamo, seppur in modo differente fanno i conti con i divieti e le prescrizioni della questura, che continua a vietare a Milano piazza del Duomo alla solidarietà palestinese, proibisce le vie affollate degli acquisti a Brescia senza riuscirci del tutto, e a Bergamo nega la piazza con vista su uno dei negozi Carefour, per il presidio di denuncia diretta verso un marchio obiettivo della campagna di boicottaggio delle aziende in affari con Israele. Una risposta c’è già nella continuità e nella determinazione con cui vengono organizzate e mantenute le manifestazioni, momento concreto anche di contrapposizione alla vasta e sanguinosa campagna stampa filo israeliana. A Milano come a Brescia sono dodici i sabati di iniziative, ovvero tutte le settimane dal 7 di ottobre le piazze sono state al centro della protesta.
 
A Bergamo una vasta area si sta mobilitando dentro la Rete per la Palestina, con presidi e manifestazioni fino alla contestazione del 22 dicembre al Carefour, per puntare l’attenzione sull’importanza della denuncia e del boicottaggio delle aziende in affari con Israele, affari di sangue con diversa ma diretta responsabilità nei massacri, campagna che sta investendo anche le università italiane responsabili dei progetti Erasmus e di ricerca con i campus israeliani, finalizzati allo sviluppo della tecnologia bellica, fino a Leonardo, colosso degli armamenti, con la concreta responsabilità del governo italiano. Un divieto della polizia che non ha potuto nascondere i fagottini rosso sangue, viva denuncia degli 8500 bambini assassinati dalle belve israeliane, nè mettere il bavaglio al commovente ma determinato ricordo dei martiri, alle loro storie, alle loro vite, ‘perché i palestinesi non sono numeri’ in particolare portato dalle Giovani Palestinesi, testimoniando anche con alcune biografie, il sacrificio per la lotta di liberazione nazionale, di chi è morto sotto le bombe sioniste. Non ha potuto fermare i calorosi interventi solidali alla causa palestinese e la denuncia di tutti i crimini israeliani, l'attacco e l’appello alla indispensabile lotta, che tuttavia fatica ad allargarsi, contro il governo fascista della Meloni, il nostro nemico interno, complice del regime genocida sionista di Netaniau, al servizio dell’imperialismo Usa. Così come chiara è stata la denuncia per la piazza vietata, a scudo dei padroni della catena Carefour sicuramente, ma principalmente, per ostacolare la lotta, perché questure e polizia, con tutti gli apparati dello Stato, agiscono per soffocare le mobilitazioni popolari, sociali e politiche, anche se a volte intervengono in forme striscianti, persino concilianti, che possono risultare meno apparenti dei manganelli, ma non meno pericolose. Da smascherare, respingere e da contrastare in tutte le iniziative di lotta. Perché gli imperialisti e i loro governi, temono lo spettro della resistenza dei popoli oppressi contro gli oppressori e quello palestinese è simbolo internazionale di questa aspirazione di vittoria, temono lo spettro delle masse popolari che nella solidarietà internazionalista si attivano direttamente con il loro sostegno, che si organizzano, che si misurano inevitabilmente con le forze repressive, che prendono coscienza di come la battaglia antimperialista sia una necessità, nei rispettivi paesi, nella prospettiva rivoluzionaria di un mondo senza sfruttamento, barbarie, guerre.

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