Il governo Draghi, come tutti gli altri, è al servizio dei propri
capitalisti che devono poter competere nel mercato mondiale.
Come se non bastassero tutti gli incentivi di ogni tipo e
nome, a fondo perduto o da restituire a interessi bassissimi a scadenza di
lunghissimi anni, per i padroni di ogni ordine e grado, il governo crea un
nuovo fondo che si chiama “Patrimonio destinato”: “Un’iniezione
economica di tre miliardi di euro per il lancio del fondo «patrimonio
destinato» che servirà a ricapitalizzare le imprese con fatturato superiore
a 50 milioni di euro.” dice ItaliaOggi del 15 maggio.
“Secondo quanto risulta ad ItaliaOggi, - continua il
quotidiano - il ministro dell'economia, Daniele Franco ha firmato il cosiddetto
«decreto Apporti», cioè la prima dote di risorse che il Mef è
chiamato ad inserire nel «Patrimonio destinato» da 40 mld di euro: società
veicolo creata ad hoc dal decreto-legge Rilancio (n. 34 /2020 convertito
dalla legge n. 77/2020) e gestita da Cassa depositi e prestiti (Cdp). “L'intervento
è attuabile – dice il quotidiano - quando: in assenza del sostegno la
società rischia di perdere la continuità aziendale [cioè dovrebbe fallire perché
non è in grado di stare sul mercato, come piace dire a politici ed economisti!]
e l'intervento contribuisce ad evitare difficoltà di ordine sociale e
considerevoli perdite di posti di lavoro.”
“La misura consente di supportare la ricapitalizzazione di società per azioni con sede in Italia (escluse banche e assicurazioni) che abbiano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro. Si tratta di un
intervento, quindi, che consolida la base di capitale delle grandi imprese andate in sofferenza in questi mesi a causa del Covid, grazie a quattro operazioni di ricapitalizzazione: partecipazione ad aumenti di capitale; sottoscrizione di prestiti obbligazionari subordinati con obbligo di conversione; sottoscrizione di prestiti obbligazionari subordinati convertibili; sottoscrizione di prestiti obbligazionari subordinati.”Si tratta di tecnicismi formali per permettere l’aiuto di
stato, tant’è che il “secondo requisito” sembra utilizzabile per tutte…
“Il secondo requisito è la «strategicità»
dell'impresa. L'azienda è ammessa se risulta essere «nell'interesse generale
intervenire, in quanto l'intervento contribuisce ad evitare difficoltà di
ordine sociale e considerevoli perdite di posti di lavoro, l'uscita dal mercato
di un'impresa innovativa o di importanza sistemica, il rischio di perturbazioni
di un servizio importante o situazioni analoghe debitamente giustificate».”
Il terzo requisito potrebbe anche fare ridere! E ognuno
potrebbe richiedere al governo “pari opportunità” di accesso ai finanziamenti!
“Il terzo requisito da possedere è l'aver richiesto
denaro agli istituti di credito. È ammessa l'impresa che, «avuto riguardo
alle interlocuzioni con il settore bancario, non ha potuto reperire
finanziamenti sui mercati a condizioni accessibili».
Nessun commento:
Posta un commento