Con l’occupazione e l’attacco militare alla moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme e con la repressione violenta dei palestinesi che si sono opposti alla deportazione forzata di famiglie a Sheikh Jarrah a Gerusalemme est, lo Stato d’ Israele ha innescato l’incendio di una nuova rivolta nelle terre palestinesi. Gaza è sotto le bombe israeliane e, fino adesso, 119 sono i morti, inclusi 31 bambini e 19 donne, 830 i feriti. I raid aerei israeliani hanno distrutto o danneggiato numerosi edifici.
Le tensioni si sono accumulate dall'inizio di Ramadan a metà aprile, quando la polizia israeliana aveva cominciato ad installare barricate alla Porta di Damasco fuori dalla Città Vecchia occupata, impedendo ai palestinesi di radunarsi lì. Coloro che erano andati a prendere parte alle preghiere sono stati accolti con barriere di ferro e costretti a sottoporsi a controlli di identità. Con lo scoppio degli scontri, la polizia aveva rimosso le barricate, ma le tensioni erano già alte.
Nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est i palestinesi hanno opposto una forte resistenza contro gli ordini di sfratto che avrebbero costretto 12 famiglie, 40 persone, tra cui 10 bambini, a lasciare le loro case dove avevano vissuto dal 1956 perché il tribunale dell’occupante nazisionista le aveva assegnate ai coloni, secondo la logica razzista dell’”ebraizzazione” di Gerusalemme che assegna la proprietà delle case solo a persone che sono ebree.
In vista dell'ultimo venerdì del Ramadan la polizia israeliana aveva dispiegato un gran numero di ufficiali nella città di Gerusalemme, in particolare nella Città Vecchia, e chiuso le strade circostanti che portavano alla moschea. Venerdì 7 maggio migliaia di fedeli palestinesi si erano riuniti per pregare fuori dalla Cupola della Roccia. Al-Haram al-Sharif (il Nobile Santuario), la Moschea di Al-Aqsa, è uno dei tre luoghi più sacri dell'Islam, simbolo della resistenza palestinese all'occupazione israeliana,. Il primo ministro Netanyahu, come tutti i capi nazisionisti, sa molto bene che attaccare la moschea di al-Aqsa e gli abitanti di Gerusalemme è come dare fuoco ad una polveriera. L’ultima volta ci aveva provato il boia Sharon con la sua provocazione della “passeggiata” nella Spianata delle Moschee e aveva scatenando la 2^ Intifada.
La polizia israeliana ha disperso violentemente i manifestanti intorno a Gerusalemme per tutto il giorno, costringendo molti a ritirarsi nella moschea e nascondersi all'interno del complesso. I militari dell’esercito occupante israeliano hanno usato gas lacrimogeni, granate assordanti e proiettili d'acciaio rivestiti di gomma per disperdere i palestinesi.
L’esercito israeliano ha effettuato arresti e raid in tutta Gerusalemme est occupata e ha rafforzato la sua presenza nella città, con la Polizia a cavallo fuori dalla Porta di Damasco nella Città Vecchia di Gerusalemme con i militari che bloccavano gli autobus per Gerusalemme, costringendo le persone che avevano viaggiato per lunghe distanze dalla Cisgiordania occupata o da città a maggioranza palestinese all'interno di Israele a camminare lungo le autostrade.
Proiettili di metallo rivestiti di gomma, gas lacrimogeni e granate fumogene sono stati sparati contro i palestinesi alla Porta di Damasco. Donne con la faccia insanguinata sono state viste portate via dai medici. A poca distanza, le i militari israeliani e i coloni hanno fatto a pezzi un campo di protesta a Sheikh Jarrah.
Il giorno seguente è scesa in piazza la collera dei palestinesi, compresa quella dei cittadini palestinesi di Israele, così come nella Cisgiordania occupata. Dopo 72 anni di convivenza, nella città di Lod (chiamata Lydd dai palestinesi), ma anche in altre città in Israele in cui vivono israeliani e arabi, la nuova generazione vuole riappropriarsi dei suoi territori occupati e rifiuta gli accordi di Oslo e di Camp David. Le manifestazioni di giovedì si sono svolte in oltre 20 paesi e città, tra cui Nazareth, Haifa, Jaffa, Lod, Tayba e Sakhnin. Martedì a Lydd sono stati dichiarati lo stato di emergenza e il coprifuoco.
Ad Haifa la polizia israeliana ha usato bombe sonore e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti palestinesi e ha arrestato almeno 30 persone, tra cui un bambino di 10 anni, mentre si erano radunate per fermare gli attacchi dei coloni.
Rispetto agli altri giorni, la domenica in Palestina è stata relativamente tranquilla. Ma crescevano i timori per un evento pianificato lunedì 10 maggio come parte del Jerusalem Day, che segna l’occupazione di Gerusalemme Est da parte israeliana durante la guerra del 1967. L'estrema destra e i coloni avevano pensato di entrare nel complesso di al-Aqsa e di cantare slogan anti-palestinesi.
10 maggio: mezz'ora prima che iniziasse la marcia della bandiera, gli organizzatori l'avevano annullata ma lo stesso si erano radunati centinaia di israeliani nazionalisti religiosi di destra. La folla di invasati razzisti si era fatta strada nella piazza dopo una marcia attraverso parti della Città Vecchia di Gerusalemme, sotto la protezione della polizia israeliana, mentre i militari israeliani avevano nuovamente fatto irruzione ad Al-Aqsa , sparando più proiettili contro l'antico edificio.
Dalle testimonianze di chi era presente: “abbiamo pregato Fajr [preghiere dell'alba] intorno alle 4 del mattino e abbiamo guardato i coloni mentre continuavano a marciare, portando con sé pietre e qualsiasi materiale possibile per formare una barriera. Le forze israeliane sono state posizionate in posizioni strategiche, prendendo di mira i fedeli della zona. Mentre i giovani si stavano preparando per il loro seminario alle 8 del mattino, la polizia israeliana ha iniziato a prenderci di mira con cecchini che usano proiettili di gomma. Alcuni dei giovani hanno reagito con il lancio di pietre ”, ha aggiunto.
Martedì 11 maggio: gran parte dell'attenzione è rivolta a Gaza, con Hamas e Israele che si sono scambiati lanci di razzi tra gli avvertimenti di una "guerra su vasta scala". In serata, l’esercito israeliano ha nuovamente preso d'assalto al-Aqsa, la quarta volta da venerdì. La Mezzaluna Rossa palestinese ha riferito che le forze israeliane hanno impedito ai medici di entrare nella moschea, in linea con la sistematica violazione del diritto internazionale umanitario che richiede alle forze di occupazione di facilitare la missione dei medici e di fornire assistenza sanitaria ai malati e ai feriti.
La Resistenza armata palestinese di Hamas risponde col fuoco.
Hamas ha iniziato a bombardare gli insediamenti israeliani solo dopo aver dato a Israele parecchie ore di tempo per fermare gli attacchi alla popolazione civile di Gerusalemme. Le organizzazioni palestinesi di Gaza hanno bombardato Gerusalemme, Tel Aviv, Ashkelon, Ashdod con centinaia di missili che si sono avvicinati a Haifa. Gli israeliani non si aspettavano l’intensità della risposta palestinese che ha messo in crisi il sistema di difesa “Cupola di Ferro”.
Dal lato dei “conciliatori” rinnegati, Abbas ha deciso di posticipare le elezioni parlamentari e presidenziali che avrebbero inevitabilmente portato alla sua sconfitta e alla fine della sua presidenza che va avanti ininterrottamente dal 2005. E’ chiaro che Israele vede in lui il miglior partner politico visto che è decisamente contrario alla resistenza armata. Inoltre Abbas coopera con Israele a livello di sicurezza e impedisce che i palestinesi della Cisgiordania si uniscano a quelli di Gaza per opporsi all’aggressione di Israele e alla sua espansione.
Gli imperialisti stanno, al solito, coprendo Israele e i suoi crimini quando parlano con la diplomazia dell’equidistanza tra occupanti e oppressi, oppure del “diritto all’autodifesa” di Israele. L’Italia imperialista con il ministro Di Maio: “L’Italia esprime profonda preoccupazione per l’escalation delle tensioni e delle violenze che si stanno verificando in particolare a Gerusalemme Est. Ci appelliamo a tutte le parti affinché esercitino la massima moderazione”.
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